venerdì 23 aprile 2021

Anastasis e "coprifuoco": implicazioni liturgiche dei fatti di Grecia nel 2021

Sembra che i governi anticlericali dei paesi ortodossi "occidentalizzati" (quindi non parliamo delle felici oasi di Russia e Bielorussia) si stiano impegnando con diabolica perseveranza a rendere impossibile la vita liturgica e spirituale dei loro abitanti, persino più di quanto abbiano fatto e facciano i paesi cattolici, con il pretesto della presente epidemia. In particolare in Grecia le funzioni liturgiche sono state celebrate a porte chiuse per parecchi mesi dallo scorso ottobre, con l'unica eccezione delle principali festività natalizie e alcune festività all'inizio della Quaresima; oggi sono aperte ai fedeli, ma con protocolli di "sicurezza" ridicolmente offensivi e inaccettabili, a partire dal numero ridottissimo di fedeli che si possono accogliere (dovendo garantire 25 [sic!] metri quadrati per ogni fedele), e gli obblighi anticanonici e blasfemi d'indossare la maschera per i fedeli e di sottoporsi a self-test per preti e cantori, se non vaccinati. Misure che fanno quasi impallidire le persecuzioni anticristiane che si attuano nei regimi comunisti o nei califfati islamici, e ancor più odiose poiché imposte in un paese che ha il Cristianesimo ortodosso come religione di Stato, da un presidente - Kyriakos Mitsotakis - che ha giurato sul Vangelo all'inizio del suo mandato, ma che ha più volte dimostrato il suo anticlericalismo liberale, tanto da essere stato scomunicato dal vescovo Ambrogio già di Kalavryta e Aigialea, e definito nemmeno troppo velatamente "non ortodosso" dal Metropolita Serafim di Cerigo.

Recentemente, in un incontro tra il presidente del Santo Sinodo di Grecia, il debole e anziano Arcivescovo di Atene Geronimo, e il governo, è stato deciso che durante l'addiveniente Settimana Santa si potranno celebrare le sacre funzioni, pur con le blasfeme misure di cui sopra, e persino la tradizionale processione del Venerdì Santo, seppur solo nelle vie circonvicine alla chiesa; infine, tuttavia, viene stabilito che a causa del vigente "coprifuoco" (misura la cui illegittimità, inutilità e odiosità è superfluo commentare) la celebrazione della Risurrezione dovrà avvenire alle 21 anziché a mezzanotte come tradizionalmente. Il Metropolita Serafim di Cerigo si è giustamente opposto a questa anticanonica decisione e, insieme al Metropolita Cosma di Etolia e Acarnania, ha indirizzato una lettera al Santo Sinodo in cui spiega le ragioni della sua ferma opposizione e invita a rivedere le decisioni assunte. E' da notare che contestualmente la Chiesa di Creta, rivendicando la propria autonomia rispetto al sinodo di Atene, ha dichiarato di non condividere il protocollo d'intesa e ha pertanto spiegato che non vi si atterrà.

Nella lettera dei due metropoliti si analizza in primis la profonda divisione tra Cristiani che suscitano le misure sanitarie, irrispettose della santità del tempio, tra coloro che volendo restare fedeli ai canoni si rifiutano strenuamente di applicarle, e coloro che - pure in buona fede - si adattano a seguirle pur non condividendole, ritenendo meglio di niente che "concedano" loro di aprire le chiese; dopodiché, si passa alla questione dell'orario della celebrazione della Risurrezione. E questo punto c'interessa particolarmente, poiché fornisce un'attenta spiegazione liturgica del significato di questa celebrazione.

Con dovizia di particolari, la lettera spiega che la celebrazione della Risurrezione, e particolarmente la Divina Liturgia Pasquale che segue alle funzioni del Mesonittico, dell'Anastasis e del Mattutino, sono un atto liturgico proprio della giornata di Domenica, del giorno di Pasqua, e non del Grande e Santo Sabato; come tali, non possono assolutamente iniziare prima della mezzanotte, e per via della tradizione ecclesiastica che permette di celebrare il Divin Sacrificio da mezzanotte a mezzogiorno, e per via del principio canonico e simbolico per cui normalmente una sola Divina Liturgia può essere celebrata in una chiesa in uno stesso giorno. La liturgia del Sabato - spiegano bene i metropoliti - è quella vesperale di S. Basilio, che si anticipa per tradizione al mattino, appunto celebrata insieme al Vespro e accompagnata dal canto di 15 profezie veterotestamentarie e dal rito dell'Ἀνάστα ὁ Θεὸς. Quest'ultima è l'equivalente della Vigilia Paschalis latina, cioè il primo Vespro di Pasqua con la Liturgia del Sabato Santo, che prepara alla festività pasquale, ma non è Pasqua e non è la Risurrezione di Cristo, e che pure tradizionalmente si celebrava al mattino del sabato prima delle nefaste riforme bugniniane. In Italia, il coprifuoco - che (giustamente) tanto fastidio ha dato per la liturgia di mezzanotte di Natale - non sembra aver causato particolari danni a quanti hanno con tutta tranquillità celebrato la Risurrezione di Cristo nel pomeriggio del Sabato anziché alla domenica; una volta tanto, invece, i "tradizionalisti" sono stati costretti a fare ciò che sarebbe giusto, cioè celebrare la Vigilia Pasquale al mattino o al massimo al primo pomeriggio del Sabato, ma probabilmente lo hanno fatto credendo che quella fosse la Risurrezione, ovviamente omettendo di celebrare all'alba della domenica il Mattutino Pasquale, la vera funzione della Risurrezione di Cristo.

L'Anastasis avanti alle porte della Cattedrale dell'Annunciazione a Lamia,
celebrante il Metropolita di Ftiotide Nicola, nel 2017

La lettera dei due vescovi lo dice chiaramente: "Δὲν χωρεῖ οἰκονομία". In questioni liturgiche di tale importanza, che riguardano la superiore tradizione della Chiesa e il senso e il significato stesso delle sacre funzioni, "non c'è spazio per l'economia" (la pratica della misericordia della Chiesa che consente l'accettazione di situazioni non ottimali per evitare danni spirituali maggiori: essa è tuttavia una pratica pastorale, non applicabile alla dogmatica né alla tradizione, ndr). Anche volendo rispettare l'illogico "coprifuoco" (che, scattando al momento alle 21 in Grecia, comunque necessita di una deroga per "permettere" la celebrazione a quell'ora; perché allora non derogare all'ora giusta?), si possono trovare soluzioni più armoniose e rispettose della sacra liturgia: in un comunicato il Metropolita Serafim e tutti i parroci e i chierici della sua diocesi hanno annunciato che, salvo ripensamenti del governo, celebreranno la funzione pasquale (Mattutino, Anastasis e Liturgia) a partire dalle 5 del mattino di Domenica, rifiutando l'anticanonica e antisimbolica anticipazione alla sera; una prassi adottata da altre Chiese locali (soprattutto per le loro parrocchie in diaspora in territori in cui vigesse il "coprifuoco") è quella di celebrare in tarda serata di sabato il Mattutino Pasquale con l'Anastasis, e la Divina Liturgia al mattino del giorno dopo, come avevano fatto pure per il Natale; vescovi particolarmente coraggiosi, come il Metropolita Neofita di Morfou (Cipro), hanno semplicemente detto che, quali che siano le pretese del governo, celebreranno secondo tradizione, non temendo multe o sanzioni.

La Tradizione liturgica e il suo significato mistico non sono negoziabili; la caduta sull'orario della Risurrezione e l'incomprensione del senso liturgico delle funzioni pasquali sono l'origine delle terribili riforme della Settimana Santa degli anni '50.

9 commenti:

  1. Molte grazie. Per me è difficile capire questa cosa: la veglia pasquale non è la Risurrezione. Partecipando al nuovo rito avuto inculcato il sentimento che benedizione e processione del cero, canto dell'Exsultet e suono delle campane al Gloria in excelsis dopo la sezione delle letture, siano la Resurrezione di Cristo. Non ho mai capito, se non cominciando adesso leggendo i vostri studi, che la veglia Pasquale prepara la Resurrezione, la luce benedetta che entra nella chiesa buia rappresenta la discesa di Cristo agli inferi e l' Exsultet, se interpreto bene, la lode della luce liberatrice di Cristo che stasera risorgere... dunque una simbologia, la moderna, totalmente manipolata.
    Una domanda: ma nel mondo latino quando la liturgia celebrava il "momento" della Resurrezione? Con che celebrazione? Con la messa del giorno di Pasqua?

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    1. Propriamente l'ora della Risurrezione è Prima, tant'è vero che il Papa compiva il rito del Resurrexit durante quest'Ora liturgica. Nella maggior parte dell'Occidente pre-tridentino il Mattutino Pasquale era considerato l'ufficio della Risurrezione, ed era spesso accompagnato da suggestive cerimonie come la visitazione del Sepolcro, il bacio della croce vuota, un'apertura delle porte simile a quella della domenica delle Palme... talora, come per esempio alla Ducale Basilica, per comodità cerimoniali (la partecipazione del Doge e della sua famiglia) queste funzioni erano spostate a prima della Messa di Pasqua (quindi dopo Terza), ma in sé restavano proprie del Mattutino.

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    2. Il Mattutino si può fare anche proprio come funzione notturna, volendo: si possono adoperare sei pivialisti, si suonano le campane al Te Deum... è un ufficio molto solenne. Purtroppo dimenticato.

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    1. Sei assistenti vestiti di piviale oltre all'ufficiante principale.

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  3. Ho letto che in san marco si svolgeva una cerimonia che si svolgeva, se non ricordo male, nei pressi dell' altare del Sepolcro ormai vuoto dove il Doge riceveva l' annuncio della Resurrezione. Non so se si riferisce a questo rito. Sembra quello che a Roma il Papa faceva aprendo l' icona del Salvatore Acheropita al Laterano. Quindi liturgicamente la Risurrezione veniva celebrata alla mattina presto della domenica, non alla Messa e non alla veglia del Sabato Santo. Molto interessante. Ma così si faceva pure prima della riforma di papa Pio XII?

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    1. Esatto; vediamo se per Pasqua riusciamo a pubblicare qualcosa sul rito della Ducale Basilica.
      Prima della riforma di Pio XII il concetto era questo, ma le cerimonie straordinarie della risurrezione si erano in gran parte perdute nei secoli dell'età moderna, e specialmente dopo la rivoluzione, perciò il Mattutino di Pasqua era stato "normalizzato", e conseguentemente sottovalutato e dimenticato...

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    2. Che se uno ci riflette, parlo di me, alla fine dell' Exsultet si dice che la luce del cero si confonda con le stelle del cielo e la trovi accesa la stella del mattino Cristo Risorto appunto. Dunque la Resurrezione dalla tomba ancora deve avvenire. Molte grazie.

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  4. Non so se dico una fesseria, ma ricordo che nella Basilica Aquileiese c'è una struttura a sinistra della navata vicino alla porta principale che pare riproduca il Santo Sepolcro: forse serviva per questi riti che sta descrivendo?

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