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mercoledì 26 giugno 2019
A proposito di "Cristo che si fa pane"
In questi giorni si sono accese, nel mondo cosiddetto "tradizionalista", forti polemiche intorno alle parole pronunciate in predica da Papa Bergoglio nel corso della celebrazione del Corpus Domini dello scorso 23 giugno (liturgia svoltasi in modo contrario alla tradizione, perché effettuata di domenica e non di giovedì, oltreché in periferia e non nel centro dell'Urbe); egli avrebbe affermato che "Gesù si sarebbe fatto pane" e "Dio sarebbe racchiuso in un pezzetto di pane". Le critiche scagliatesi contro l'attuale vescovo di Roma mi paiono nondimeno eccessivamente accese ed esagerate rispetto alla questione trattata: questo non lo dico certo per difendere Papa Bergoglio, per cui non nutro la minima simpatia, né per sminuire un tema tanto fondamentale e centrale della Religione Cristiana quale il Sacramento dell'Eucaristia.
E' chiaro che per la teologia ortodossa sono il pane e il vino che, per effetto dell'anafora consecratoria, divengono realmente Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, quantunque gli occhi mortali continuino a vedere pane e vino, e non già Cristo che diventa pane. Non vedo però nelle parole pontificie la "riproposizione dell'errore di Lutero", come qualcuno ha sostenuto, anche perché l'eresia la si formula con appropriati termini teologici, e non come boutade. Ad alcune di queste critiche ha risposto don Alfredo Maria Morselli, di cui riporto di seguito il preciso intervento:
Si tratta a mio avviso di una esagerazione improvvida, in quanto qui il Papa non parla formaliter, ma in linguaggio popolare servendosi di analogie di proporzionalità metaforiche, usate nella pietà popolare e da Gesù stesso a proposito dell'Eucarestia. Faccio alcuni esempi di affermazioni popolari che di per sè sarebbero gravissime eresie ma che nessuno si sogna di contestare:
1) "Hai dato loro un pane disceso dal cielo"; "Gesù scende dal Cielo e si nasconde nell'Ostia".Se queste espressioni fossero pronunciate formaliter, sarebbero eretiche: infatti nella transustanziazione non c'è nessun moto locale. Ma si ammette tranquillamente l'analogia di proporzionalità metaforica.cf Summa Theologie IIIª q. 75 a. 2 co.;
"È chiaro però che il corpo di Cristo non incomincia ad essere presente in questo sacramento per un trasferimento locale. Primo, perché allora dovrebbe cessare di essere in cielo; infatti ciò che si sposta localmente, non giunge nel luogo successivo, se non lasciando il precedente. Secondo, perché ogni corpo mosso localmente attraversa tutti gli spazi intermedi: cosa che non si può afferrare nel nostro caso. Terzo, perché è impossibile che un unico movimento del medesimo corpo mosso localmente abbia per termine nello stesso tempo punti diversi: il corpo di Cristo invece si fa presente sotto questo sacramento contemporaneamente in più luoghi".IIIª q. 76 a. 6 co "È dunque evidente che Cristo in questo sacramento non è di per sé soggetto al moto."
2) "Tu degli Angeli il sospiro"
Gli Angeli non sospirano al pari dei beati la S Comunione perché vivono la perfetta unione con Dio e con la Chiesa che è la "res tantum" dell'Eucarestia stessa Cf IIIª q. 80 a. 2 ad 2."Alla società del corpo mistico appartengono gli uomini mediante la fede, e gli angeli mediante la visione immediata. Ora, i sacramenti si addicono alla fede, che offre la verità "di riflesso e nel mistero". Perciò, parlando con proprietà, non agli angeli ma agli uomini spetta cibarsi spiritualmente di questo sacramento."
Cf anche le espressioni popolari "Gesù nascosto" e lo stesso San Tommaso "Pane vivo e vitale", dove il pane non è formaliter vivo ma è Gesù che è vivo "sotto le specie eucaristiche" che sono segno della Sostanza e di per se non vivono.
E anche Gesù che dice: "Io sono il pane vivo"; altre sono le cose da contestare, e purtroppo c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Come si vede, il testo è alquanto preciso ed erudito; nel condividerlo, voglio da parte mia segnalare che forse lo sbaglio di Papa Bergoglio (ch'effettivamente parlava in modo non formale, sibbene popolare, secondo uno stile che io non condivido ma che innegabilmente comporta l'uso di un linguaggio figurato), è stato quello di non aver usato al posto di "pane" la parola "nutrimento". Difatti, ei non voleva con le sue parole definire una verità di fede circa la transustanziazione, bensì segnalare (sbagliando parola, lo concedo) come l'Eucaristia sia una kenosis, uno "svuotamento" di Nostro Signore che umilia se medesimo insino a farsi nutrimento autentico e vivificante per l'uomo. E' questo è un concetto pienamente ortodosso, e non, come qualcuno ha avuto a dire, "una frase volgare e blasfema"!
Come dicevo, non intendo in tal modo appoggiare in modo alcuno Papa Bergoglio: come dice don Morselli, molti altri sono suoi gesti e parole contestabili; potrebbe anche darsi che, come alcuni sostengono citando a proposito il fatto ch'egli non genufletta mai avanti al Sagramento, egli non creda a qualche aspetto del dogma eucaristico; questo, nondimeno, NON appare dalle parole summenzionate, sul quale si è montato un polverone alquanto pretestuoso.
Nel consueto stile poi del blog italiano che maggiormente ha sponsorizzato tale polverone, dando il pomposo annunzio della professa eresia del Papa, e sul quale blog non ho voluto scrivere questo intervento perché conscio che sarebbe stato censurato senza facoltà d'appello, sono stati brutalmente aggrediti alcuni poveri commentatori hanno provato a esprimere con buonsenso che l'espressione "Cristo che si fa pane" è stata usata in vario modo da diversi Padri Ecclesiastici. Gli aggressori hanno con sicumera affermato che uno di questi poveri commentatori avrebbe parlato così perché traviato dalla frequentazione del Novus Ordo, dalla cui messa del Corpus Domini è stata tolta (rectius, resa facoltativa per la più parte) la sequenza Lauda Sion e sono stati eliminati i riferimenti alla gravissima colpa ch'è l'indegna sunzione del Corpo e del Sangue del Salvatore; posto che tale commentatore, con cui ho potuto scambiare in passato qualche idea, ha frequentato per anni la messa antica, bisognerebbe -per nota liturgica che giova, contro i soliti 62isti- anche dire che l'eliminazione di tali passi è stata graduale. Già nel 1955, con l'abolizione dell'Ottava del C.D., tali passi liturgici vengono letti una sola volta all'anno, contro le sette di prima.
Infine, converrebbe segnalare che in tutto il discorso, tanto nelle parole del Papa, quanto nella critica nei suoi confronti, un problema essenziale del Cristianesimo Occidentale è ben evidente. Al di là del fatto che sia stato tirato in ballo il sermo operatorius di ambrosiana memoria, facendo però riferimento chiaramente alle "parole della Consacrazione", secondo una trappola scolastica che non rende la fede dei Padri, per cui tutta l'anafora era consacratoria [si vedano i numerosi segni di croce fatti nel Canone Romano dal celebrate sulle oblate pur dopo la così detta "Consacrazione"], e il nostro senso umano non può identificare in modo preciso il momento [che è istantaneo, secondo Teodoro di Mopsuestia] in cui il pane e il vino si trasformano interamente e realmente in Corpo e Sangue di Cristo; al di là di ciò, in tutta la discussione si parla sempre solo di pane. Ma l'Eucaristia non è il solo pane, né dunque il solo Corpo! Il fatto che nel più piccolo frammento di ciascuna specie sia presente Christus totus in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, non deve in alcun modo farci dimenticare che Cristo ha dato agli Apostoli il Suo Corpo da mangiare e il Suo Sangue da bere, e cioè due species. La dimenticanza sistematica di una delle due (questo -ribadisco- non c'entra niente col fatto che ci si comunichi realmente a Cristo anche assumendone una sola) è preludio di numerosi e perniciosi errori che negli ultimi secoli si sono manifestati nella Chiesa latina...
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