domenica 17 dicembre 2017

Veglia russo-ortodossa sulle reliquie di S. Barbara

Nostra traduzione da pravoslavie.it

L'altare con le reliquie di S. Barbara

Sabato 16 dicembre, a Venezia, la Grande Veglia di tutta la notte (1) della Domenica è stata officiata all'isola di Burano, nell'Oratorio di Santa Barbara, presso le reliquie della Santa che da più di un millennio riposano nelle isole della laguna veneziana.
Il rettore della parrocchia russa di Venezia, l'arciprete Alexey Yastrebov, ha espresso la sua gratitudine al rettore della parrocchia cattolica di S. Martino di Tours, don Vincenzo Piasentin, che ha gentilmente concesso l'opportunità di servire una Veglia davanti a questo grande santuario del mondo cristiano, ove i fedeli hanno venerato il capo della Santa Megalomartire e sono stati unti coll'olio consacrato.
Terminato il servizio divino, è stato cantato l'akathisto (2) a Santa Barbara.

Note di Traditio Marciana
(1) La Veglia di tutta la notte (in russo Всено́щное бде́ние) è un servizio liturgico previsto dal typikòn della Chiesa Russa, formato dalle officiature del Vespero, del Mattutino e dell'Ora Prima, che viene celebrato la sera prima delle grandi festività. Questo tipo di servizio non è presente nell'uso greco, ove le varie parti dell'Ufficio Divino sono officiate separatamente; nella pratica romana fino alla metà del XX secolo era normale che, nella recita privata, i sacerdoti dicessero il Mattutino alla sera prima, subito dopo Vespro e Compieta. Il nome "Veglia di tutta la notte" deriva dal fatto che, originariamente (e ancor oggi nei monasteri russi sul Monte Athos), essa durava tutta la notte, ed era subito seguita dalla Divina Liturgia, celebrata all'alba della festa; nell'uso parrocchiale, infatti, molte parti sono omesse o abbreviate (come il Sinassario, alcune odi del canone oppure i catismi del salterio), in modo che il servizio duri circa due ore. Nell'ortoprassi russa tradizionale, i fedeli che vogliono comunicarsi durante la liturgia domenicale e festiva dovrebbero ad assistere alla Grande Veglia la sera prima, durante la quale (durante il canto dei canoni poetici) hanno anche la possibilità di confessarsi. L'unzione di cui si parla nell'articolo fa riferimento a un uso tipicamente russo, quello di conferire l'unzione con olio consacrato (un sacramentale) durante il Mattutino, mentre i fedeli venerano con un bacio il Vangelo appena proclamato.
(2) L'akathistos (in greco ἀκάθιστος, in russo ака́фисто) è un inno liturgico della tradizione orientale in onore di un santo, della Beata Vergine Maria (cui è dedicato l'Inno Akathistos per eccellenza) o di Nostro Signore. Essi sono formati da un kondakio iniziale e 24 strofe (come le lettere dell'alfabeto greco: gli akathisti più antichi sono infatti acrostici), alternate tra 12 iki e 12 kondakia, che enarrano i miracoli, le imprese o le qualità del Santo in onore del quale si canta l'inno. I kondakia terminano tutti con l'esclamazione Alliluia, mentre al termine degli iki si aggiungono 12 salutazioni (introdotte dal greco Χαῖρε, in russo Ра́дуйся, che significa "Rallegrati") che si rivolgono al santo con titoli abbastanza simili quelli in uso nelle litanie cattoliche. Qui il testo dell'akathistos a S. Barbara.


Foto: Vera Golovina

2 commenti:

  1. Personalmente, gli scismatici orientali, erroneamente definiti "ortodossi", mi stanno meno simpatici che i protestanti. Almeno questi ultimi riconoscono di essere nati da un'eresia e da uno scisma dalla Chiesa cattolica. Invece gli "ortodossi" hanno un velo talmente spesso che acceca i loro occhi da non rendersi neppure conto di essere scismatici rispetto all'unica Chiesa che Cristo ha stabilito su questa terra, la cattolica, apostolica e romana. Per cui non c'è da essere felici nel vederli recitare i loro vacui salamelecchi nelle nostre chiese cattoliche, in quanto non sono graditi a Dio, perchè espressione del loro scisma e del loro rifiuto di aderire al Gregge stabilito da Cristo sulla Terra.

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    1. Anzitutto, definire gli scismatici orientali "Ortodossi" non è un errore, per due motivi. Anzitutto, perché è il nome con cui sono normalmente conosciuti (il loro nome ufficiale è Chiesa Cattolica Ortodossa, così come Cattolica e Ortodossa sono due appellativi della Chiesa Cattolica Romana; per evitare confusioni, si scelse nella lingua parlata di usare un titolo per l'una e l'altro per l'altra); secondariamente, perché in essi vi è l'ortodossia, cioè la dottrina degli apostoli. Ciò che gravemente manca è l'Unità.

      Dire che i protestanti riconoscono di essere nati da un'eresia è un controsenso, perché vorrebbe dire che i protestanti ammetterebbero che la loro religione è un errore. Dunque che bisogno ci sarebbe di professarla? Se i moderni protestanti fanno ciò, è perché hanno abbandonato il protestantesimo in favore dell'irreligione modernista. Non dimentichiamo che il vero protestantesimo, quello che divise l'Europa per quattro secoli, lottava ferocemente contro il Cattolicesimo, definendolo tradimento di Cristo. Posto che il velo sugli occhi la tradizione lo usa per riferirsi agli Ebrei che non vedono che colui che hanno ucciso è in realtà il Messia, sembra abbastanza logico (per quanto sicuramente sbagliato) che gli Ortodossi ritengano di essere loro nel giusto e considerino i Cattolici scismatici: se una religione si ritenesse sbagliata, che motivo avrebbe di esistere?

      Anzitutto noi riportiamo una notizia, senza esultare per ciò che fanno gli Ortodossi, ma piuttosto per biasimare i "moderni cattolici" e fornire qualche utile considerazione sui riti orientali che -ricordo-, anche se usati anche dalla maggioranza degli ortodossi, sono in sé riti cattolici. In secondo luogo, bisogna accordarsi sull'espressione "vacui salamelecchi" e "gradito a Dio": il culto ortodosso non è eretico né blasfemo in sé, e a differenza del culto protestante non sconsacra ipso facto le chiese in cui è celebrato; esso poi è perfettamente valido ex opere operato e non offende Dio; il difetto principale è nell'opus operantis, in quanto chi lo celebra non è nella Chiesa Cattolica, e dunque i loro "salamelecchi" (spiace sentir così definito un atto di culto che ex opere operato è valido) sono effettivamente vacui, cioè non producono le grazie che dovrebbero derivare dall'officiatura del culto.

      Questo sito ha particolarmente interesse a riportare notizie e informazioni sul mondo ortodosso principalmente per studio sui riti orientali, e - a differenza di altri siti - ha ben presente la situazione scismatica degli ortodossi, e non manca in ogni articolo a loro riguardo di precisare che, per quanto possa essere bello e devoto il loro culto, è inefficace, e che è importantissimo pregare perché gli Ortodossi ritornino all'Unità della Chiesa Cattolica (non farlo sarebbe una manchevolezza nella carità: l'ecumenismo, l' "ut unum sint", inteso in senso veramente cattolico, è proprio il pregare incessantemente perché le pecorelle disperse ritornino al Gregge ammettendo i propri errori. Una delle Messe votive più belle presenti nel Messale Tridentino sin dalla sua prima edizione, è quella "ad tollendum schisma", proprio per invocare il ritorno degli scismatici all'Unità.

      Le questioni di questo genere, estremamente delicate (uno scisma nato per motivi essenzialmente politici sta rovinando da dieci secoli una parte della Cristianità che sarebbe potuta essere tra le più floride, restando nella Chiesa Cattolica), dovrebbero essere affrontate con attenzione, senza scadere in un astio tipico di una certa parte tradizionalista, o riducendo questioni che riguardano la salute delle anime a semplici simpatie/antipatie.

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