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Buongiorno, prima delle feste natalizie il Sig. Marcello le aveva chiesto una spiegazione sulla differenza tra ciclo sacramentario gregoriano e anno liturgico. La domanda è ora stata spostata nell'archivio dell'anno precedente, ma mi permetto di ricordargliela perchè credo possa essere interessante anche per altri lettori. Mi scusi per il disturbo
Giusto, tra i mille impegni le cose passano di mente. Si chiedeva un articolo, se non erro, ma bastano poche righe.
L'anno liturgico bizantino inizia il 1° settembre, in corrispondenza dell'inizio dell'anno civile costantinopolitano, con una solenne liturgia per l'inizio dell'anno ecclesiastico ("indizione"). I calendari liturgici bizantini iniziano dunque da settembre e terminano ad agosto, e il mineo (proprio dei santi) numero 1 è quello di settembre. Fin qui siam tutti d'accordo.
Con quale mese inizia il calendario dei santi stampato all'inizio del Messale e del Breviario? Con gennaio, e termina con dicembre. Quindi l'inizio dell'anno ecclesiastico è il 1° gennaio (data di tradizione romana, seppur non corrispondente all'inizio dell'anno civile nella maggior parte dei paesi in cui pure il rito romano fu adottato).
Ma come mai il proprio del tempo inizia con l'Avvento? E anche il primo tomo (la parte invernale) del breviario? Perchè con questo inizia il sacramentario gregoriano sin dalla sua prima edizione per l'ordinamento dei canti del temporale. È infatti il modo più comodo di incastrarli, visto che il 1° gennaio si situa a metà di un tempo liturgico; ma è un fatto puramente pratico. Provate a fare un libro che inizi con un qualsiasi altro tempo liturgico, sarà impratico.
Nel rito bizantino, visto che domeniche prenatalizie e tempo di Natale stanno nel proprio dei santi (mineo) e non in un proprio del tempo, il primo libro proprio del tempo (il Τριώδιον νηστευτικόν) inizia con la domenica del fariseo e del pubblicano (ottuagesima): vuol dire che l'anno bizantino inizia lì? Nessuno si sognerebbe di dirlo.
La mania di augurare "buon anno liturgico" alla prima domenica di Avvento, in contrapposizione vera o presunta col capodanno civile, è perciò una moda sbagliata oltrechè inopportuna, frutto di certe leggende che trovano ampia diffusione nel mondo trad e che non hanno alcun senso storico. Alla prima d'Avvento si canta il tropo in onore di S. Gregorio Magno prima dell'introito per l'incipit del ciclo del sacramentario da lui ordinato, stop. L'anno ecclesiastico inizia il 1° gennaio. Il Te Deum si canta quando inizia l'anno civile secondo l'uso locale (1° marzo da noi), visto che non ha nulla a che fare con l'anno ecclesiastico.
Nel mondo latino si ritiene che l'anno liturgico inizia d'Avvento perché secondo la vulgata san Gregorio Magno, quando riformò il rituale, fece iniziare i libri liturgici con le commemorazioni avventizie. Da qui l'usanza di taluni di far principiare con l'Avvento l'anno liturgico occidentale. Io personalmente lo farei iniziare comunque da settembre.
Invito a leggere una critica all'aborrito motu proprio "Traditionis Custodes", con possibilità di aggiungere la propria firma: https://www.ecclesiadei.it/est-modus-in-rebus/
Ringrazio D. per i rilievi, che condivido, e che in parte contenevano alcune critiche che avevo già cursoriamente rilevato leggendo l'appello - pur condivisibile nel merito - che era stato qui segnalato.
Se gentilmente D. potesse esplicitare in maniera essoterica per noi poveri profani gli argomenti accennati nel suo intervento, credo che gli saremmo grati in molti. Grazie
Grazie al signor Alessandro per aver ribadito la mia domanda, e lei per la solita puntuale e precisa risposta. A seguito se può dare una spiegazione tecnica alla conosciutissima abbreviazione m.t.v. ossia mutatur terminatio versiculi che troviamo comunemente il alcuni giorni liturgici sul Breviario, grazie.
Per l'esattezza significa "mutatur tertius versus", e si riferisce precisamente all'inno "Iste confessor" del comune dei confessori, che al terzo verso recita "Hac die meruit beatas / scandere sedes (BR1570: Hodie meruit secreta / scandere coeli). Poiché questo verso si riferisce precisamente al transitus al cielo del santo (e non potrebbe essere diversamente, visto che originariamente era l'inno per il transito di S. Martino, 11 nov.), appare inadeguato cantarlo quando un confessore è celebrato in un giorno diverso da quello della sua morte: in tali circostanze, dunque, viene apposta la scritta MTV, talché il chierico s'avveda che al terzo verso è da cantare "Hac die meruit supremos / laudis honores", eliminando il riferimento al transitus.
In realtà, i problemi non finiscono, poiché, essendo l'inno originariamente composto per S. Martino, alla terza strofa si narrano i miracoli di guarigione operati dalla sua tomba, che non sempre sono adatti a ogni santo per cui è stato inopinatamente esteso quest'inno.
Buongiorno, avrei una domanda sulle ore del Breviario. In altre occasioni, è stato detto che nel Rito Romano, le ferie vanno da Mattutino a Compieta, le feste semplici da Vespro a Nona, e solo le feste dal semidoppio in su vanno da (primo) Vespro a (secondo)Vespro. Questo però mi ha fatto sorgere un dubbio. Se una festa semplice è seguita da una feria, il Vespro dopo la Nona della festa, a quale giorno liturgico appartiene? A logica direi alla feria, nel senso che la festa ormai è finita e si canta quindi un vespro "feriale", intendendo con ciò che è tratto unicamente dal temporale. Mi riferisco soprattutto alle rubriche del Breviario precedente a San Pio X, ma in generale anche alle rubriche successive. Grazie
Certamente trattasi del Vespro feriale, ma nell dinamica testè presentata vi è un errore: le ferie vanno da Mattutino a Nona, non fino a Compieta. E il Vespro feriale? Non è della feria precedente, nè di quella successiva, poichè nel rito romano il ciclo vesperale è a sè stante rispetto a quello notturnale (completato dalle ote minori). Alcune prove di questo: - Il ciclo del salterio non è progressivo (come nel rito bizantino, dove il catisma 1 è al vespro del sabato, 2 e 3 al mattutino domenicale e via così), ma ha una progressività tra mattutini (1-108) e una distinta tra vespri (109-147) che vanno di pari passo senza connettersi in alcun modo tra loro. Sono perciò due parti e serie di salterio nettamente distinte: e infatti nel breviario pre-piano troviamo prima tutti i mattutini, poi tutti i vespri, e non mattutini e vespri per ogni giorno. - Nelle ferie speciali (es. Quattro Tempora) seguite da altre ferie, l'orazione delle tempora si dice da mattutino a Nona, mentre a Vespro si dice l'orazione della settimana. - In Quaresima il ciclo delle orazioni vesperali è nettamente distinto da quelle mattutinali (che seguono in ciò la messa).
Aggiungo che può aiutare smettere di pensare alla feria come qualcosa di sussistente liturgicamente. Eccettuate le ferie con privilegio, la feria è semplicemente una circostanza in cui - non essendoci santi da festeggiare - tutto si prende dal temporale. Non è una ricorrenza liturgica, non ha sostanza; cosa ovviamente incomprensibile per chi è contagiato dalla mentalità del rito nuovo e della sua bozza del 1962, in cui le ferie sono classificate (iv classe) nella stessa struttura delle feste, cosa incomprensibile per il rito romano.
In tal senso, non è nemmeno corretto dire che "le ferie vanno da mattutino a nona". Le feste sono, e dunque vanno. Le ferie non sono, e dunque semplicemente se - a qualsiasi ora ci troviamo, sia vespro o mattutino - ci si avvede che una festa è finita e un'altra non ce n'è da cominciare, si prende tutto dal temporale ed ecco forgiata la feria.
Oggi, dialogando con un sacerdote, mi ha ripreso perchè ho detto "visto messa", e lui, alla messa si partecipa non si vede. Sono rimasto imbarazzato come se sotto la Croce "prima si è visto" e poi il resto, spero di essermi spiegato.
Ad 1. Il Santorale o il calendario stampato all'inizio? E' quest'ultimo che fa testo.
Ad 2. Poiché quest'anno vi sono solo 51 domeniche, mentre il messale ne prevede 52 che devono essere tutte celebrate, ergo una domenica dopo l'Epifania si anticipa al sabato avanti la Settuagesima (quanto all'ufficio, ma questo giorno non diventa domenica, semplicemente ne acquisisce i privilegi: le letture bibliche del primo notturno infatti, ad esempio, son del sabato).
Ad 3. La tradizione liturgica romana non conosce il rito di sepoltura dell'Alleluia, ma una sobria salutazione dell'Alleluia con il suo canto solenne due volte dopo il Benedicamus Domino del primo vespro di Settuagesima. Per il funerale, rivolgersi a tedeschi a inglesi. Altre tradizioni (come l'ambrosiana) hanno i loro costumi di addio all'alleluia.
Ad 4. Ho sempre trovato sterile il dibattito sul verbo reggente il c.ogg. "messa". Io preferisco "sentir messa" anche perché con l'iconostasi si vede poco.
Il Suo articolo del 14 febbraio ha fatto irruzione nella mia claudicante vita spirituale in un momento in cui ce ne era particolarmente bisogno. Pensi che da un paio di mesi avevo introdotto tra le mie preghiere giornaliere personali niente di meno che "le quindici orazioni di Santa Brigida", e che, ahimé, questo mio cattivo esempio aveva contagiato una delle persone con le quali cerco di avere scambi di "cose virtuose" (per usare la terminologia cara a San Francesco di Sales). Dovendo cercare di rimediare urgentemente a questa mia cantonata, Le chiedo conferma che la condanna alla quale Lei allude è quella contenuta nel monito in data 28.01.1954 pubblicato negli Acta Aposolicae Sedis di quell'anno. Se poi la cosa non Le costasse una gran perdita di tempo, La pregherei di darmi qualche informazione a proposito della “preghiera per liberare cinque anime dal Purgatorio del venerdì” e della condanna che ad essa si riferisce. Infatti, ho ritenuto opprtuno "condividere" l'intero Suo articolo con tutte le persone della mia "cerchia" e sono certo che l'informazione che Le chiedo potrà servirmi nelle discussioni che spero di avere sul tema importantissimo che Lei si è deciso ad affrontare all'inizio della settimana. La ringrazio per l'attenzione e, avendo or ora letto anche il Suo splendido intervento di qualche ora fa, desidero congratularmi con tutto il cuore per la gioia spirituale che è riuscito a donarmi.
Salve, Le rispondo io dal momento che ho scritto io l'articolo. Naturalmente quanto scritto non vuole danneggiare il cammino spirituale di nessuno, anzi: ciò che scriviamo vuole sempre essere di beneficio alle anime. Naturalmente Lei non ha colpa per aver consigliato, in buona fede, la recita di quelle orazioni e, nondimeno, è bene parlare di alcune condanne: in Acta Sanctae Sedis 31 (1898-1899), p. 739, troviamo citata la preghiera alla S. Croce per liberare le anime dal purgatorio: è annoverata nel gruppo di orazioni le cui indulgenze sono state dichiarate apocrife; dal momento che invece questa preghiera gira ancora molto con i nomi dei papi che avrebbero approvato quest’indulgenza (Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI) ci si potrebbe chiedere come mai non ci sia nessuna traccia di approvazione nei loro atti ma, invece, si ignori questa decisa condanna. Per quanto riguarda invece le orazioni di S. Brigida sono state condannate, come giustamente dice Lei, il 28 gennaio 1954 (cfr. Acta Apostolicae Sedis 46 p. 64): in nessuno scritto della Santa svedese, infatti, si fa riferimento a queste preci. Il motivo di queste dichiarazioni è che si riduce la preghiera a superstizione, dove l’esatta ripetizione di una formula avrebbe effetti prodigiosi o di dubbia ortodossia (ricordo che le orazioni brigidine prometterebbero di “abbeverarsi alla fonte della Deità”).
Gentilissimo Ramphastos ( = tucano, o che cosa ?) , Le preannuncio a breve (spero) qualche mia "parola in libertà" in appoggio alla iniziativa di traditiomarciana (molto gradita da parte mia) di affrontare il tema della preghiera personale, ma mi occorre subito il Suo parere su di una idea che mi è venuta per correggere nel migliore dei modi la cantonata presa quando ho abboccato all'amo delle "15 orazioni di Santa Brigida". L'idea è quella di sostituirle con la attenta lettura quotidiana (invece che episodica) del testo che la montiniana Liturgia delle Ore del giorno 23 luglio propone come seconda lettura dell'Ufficio delle Letture. Vivendo in una plaga sperduta dell'Appennino centromeridionale, infatti, non ho alcuna possibilità di fare ricerche in ordine alla origine reale di questo testo ; per di più, devo fare i conti con la mia età anagrafica (sono venuto alla luce il 23:11:1942). Per il momento, mi sento abbastanza tranquillo, ma solo perché sarebbe paradossale che in un libro liturgico siano stati inseriti testi di origine incerta ; e sto utilizzando quello sopra ricordato intercalando tra le singole "elevazioni" la recita della preghiera resa famosa ovunque dai "Racconti di un pellegrino russo". Qualora sia inopportuna la pubblicazione di questo mio intervento, spero che avrà la bontà di rispondermi in privato. La ringrazio di vero cuore.
Buonasera, e grazie per tutte le pronte risposte. Venendo al tempo quaresimale latino, potreste dirci qualcosa di più su quanto avviene nei riti bon romani? Ottima la finestra sull'ambrosiano, ma sarei curioso di sapere come si comportavano anche nel rito mozarabico, in quello braghense, lugdunense, britannico... Concludo con la vexata quaestio: secondo voi è esistito un rito beneventano? Vi risultano fonti? Grazie
Per l'apertura della Quaresima, provvederemo a scrivere qualcosa su altri riti latini non romani. Più che di rito beneventano, parlerei di un uso in cui la lingua greca era notevolmente impiegata e in cui testi di tradizione bizantina confluivano nei propri.
Buongiorno, dopo vari tentennamenti sto iniziando ad approcciarmi seriamente al breviario di San Pio V, iniziando dalle ore minori che sto pian piano imparando a memoria. Ieri sera però, controllando su Divinum Officium.com mi ha spiazzato il fatto che la dossologia al termine del Te lucis ante terminum fosse diversa dal solito. Ho dedotto che questo fosse dovuto al fatto che si celebrava l'ufficio Sanctae Mariae Sabbato, è corretto? E riguardo a questo, potreste dare qualche informazione riguardo a questo Ufficio? Ho notato che non si celebra in tutti i Sabati, nemmeno quando non vi siano altre feste in quel giorno, mi sbaglio? Chiedo scusa se fosse già stato chiesto, e ringrazio come sempre per la disponibilità.
L'ufficio di S. Maria in sabato si celebra in tutti i sabati in cui non vi sia una festa almeno semidoppia, eccettuati i sabati di Avvento e Quaresima. Le rubriche che lo regolano sono descritte nel capo del breviario dedicatovi; è un ufficio molto particolare, con degli aspetti assai medievali, come le benedizioni speciali al notturno.
Circa la dossologia, bisogna notare che nelle feste della Madonna (iv'inclusa S. Maria in sabato che è un ibrido tra una festa e un ufficio votivo) e nelle loro ottave, la dossologia conclusiva degl'inni in tetrametri trocaici (tra cui tutte le ore minori) è speciale, "Jesu tibi sit gloria, qui natus es...". Similmente, le grandi feste del Signore e le loro ottave prevedono delle dossologie speciali per gl'inni a tutte le ore, come indicato nel Breviario alla festa corrispondente (generalmente dopo il I vespro).
In inglese abbiamo una vecchia espressione "Chips with everything", in altre parole nessun pasto è completo senza le vecchie patatine inglesi. (Spero che questa sia la parola giusta da non confondere con patatine fritte) Per quanto posso vedere, molti cattolici non possono concepire la vita senza "prendere" la Messa e ci deve essere messa con tutto. Mi preoccupa che la Messa sia diventata una cosa che viene servita in ogni occasione. Suppongo che sia un po' come la Comunione frequente e quotidiana - mi piacerebbe sentire cosa hai da dire a riguardo. In passato i Comunicanti Quotidiani erano considerati la crema dei cattolici. Forse potresti scrivere su questo.
Buongiorno, sapreste consigliare ai lettori qualche fonte che riporti alcune norme e canoni per l'iconografia tradizionale? Mi riferisco ad opere come per esempio il "manuale" di Dionisio da Furnà, ma sarebbe interessante anche avere qualche lavoro analogo riguardante la tradizione occidentale. Grazie
Chiedo scusa, ma col metro di giudizio del punto c) si dovrebbe porre in dubbio pure il battesimo dei bambini! Preciso che la consacrazione è stata voluta non dai tradizionalisti ma dal Papa o sedicente tale. Per quanto riguarda il muscolo cardiaco di Nostra Signora, suppongo si intenda la sede dell'amore, a mio modo di vedere corrisponde al modo di dire "ti porto sempre nel mio cuore". Giusto per chiarire, non intendo aprire un dibattito su Cuore Immacolato e Sacro Cuore. Gia che ci siamo, ricordo a unam sanctam la mia richiesta di una carrellata sulla quaresima nei riti occidentali extraitaliani, se possibile stante il tempo. Infine, che ne pensa la Chiesa ortodossa del sedicente metodo storico-critico nella lettura del Nuovo Testamento? Grazie
Buona sera, riflettendo sul fatto della consacrazione della Russia, il signor unam sanctam dice che non ha senso. Allora mi chiedo come fa la Santissima Vergine a chiedere una cosa che non avrebbe senso. Possibile? A meno che non si debba considerare l' ipotesi che a Fatima non si sia manifestata la Madre di Dio. Così come sembra insensato pensare (ricordando gli articoli pubblicati in questa sede) che la Madonna ad Amterdam possa avere chiesto che sia proclamato un nuovo dogma che la riguarda. Fu la Madonna a maniferstarsi? E se no, ammettendo come pura ipotesi, come fa la chiesa eventualmente non saper discernere se a parlare sia o no la vera Madre di Dio? Grazie per l' attenzione.
Lei intuisce la domanda giusta: "fu la Madonna a manifestarsi?". Non pare così ovvia la cosa. Suggerisco la lettura: http://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=32&id=163 (anni fa ne presentai un estratto più centrato su Medjugorie, ma qui c'è molto anche su Fatima).
Buona sera. Ho letto il denso articolo che ha proposto trovandolo indubbiamente interessante e con diversi stimoli alla riflessione. Devo confessare che non sono del tutto persuaso nel ritenere che le apparizioni mariane in occidente siano da considerarsi in tutto non autentiche o quantomeno sospette come sembra concludere l' autrice. Che il culto alla Vergine si sia sovrapposto ai culti pagani è cosa nota e mi sembra anche naturale che sia cosi'. Circa le visioni avute da veggenti piu' o meno credibili è storia antica, anche i santuari inglesi citati nell' articolo si originarono nel medioevo da manifestazioni mariane attraverso sogni o attraverso immagini miracolose. Per non parlare di quanto anche in oriente sia forte il culto alle icone miracolose, perché questo non farebbe problema all' autrice? Non comprendo poi perché sia da ritenere sospetto che la Vergine inviti a pregare e fare penitenza per placare la Divina Giustizia offesa dai peccati degli uomini: mi sembra che la dottrina sul Giudizio Universale esponga chiaramente che chi pecca gravemente e non si pente vada in inferno. Certamente poi la religiosità popolare tende al sentimentale e spesso tenda a esagerare nel manifestarsi, è cosa nota. Non so, è un argomento delicato e scivoloso perciò non sarei un censore troppo severo, sembra di capire leggendo, che la chiesa ortodossa sia uno specchio di purezza (cosa che non discuto, per carità) mentre la chiesa latina sia un albergo di distorsioni mistiche e dottrinali. Non so se la questione sia esattamente in questi termini. Grazie per le riflessioni.
Salute ! Limitatamente alle apparizioni di Fatima (e di Lourdes), nel mondo ortodosso circolano anche opinioni molto benevole, ed altrettanto interessanti, esposte in modo molto chiaro nel testo reperibile all'indirizzo : http://www.ortodossiatorino.net/pdfexport.php?cat_id=32&id=1489 Grazie per l'attenzione.
Grazie, leggerò anche questo. Capisco il punto di vista dell' articolo proposto dal sig. Unam Sanctam che è certamente da considerare perché è evidente che certi fenomeni mistici o presunti tali possano essere pericolosi per la fede. In questo l' esperienza delle chiese orientali può certamente dare un valido contributo alla riflessione. Di più non saprei. Grazie per l' attenzione.
Buongiorno, in occasione della Domenica delle Palme, che fino alle riforme del 1955 aveva mantenuto il rito della Missa sicca, mi permetto di ricordare che in un precedente articolo sul rapporto tra devozione privata e liturgia, si era accennato ad uno scritto futuro sulla Missa Sicca, non come funzione strettamente liturgica, bensì come atto di devozione in uso nel medioevo per sacerdoti e laici. Credo che tutti i lettori di questo sito sarebbero interessati ad una simile devozione, che arricchirebbe la vita spirituale in un senso realmente tradizionale, anche per chi ha difficoltà logistiche a partecipare a funzioni celebrate con riti precedenti al messale di San Paolo VI. Mi permetto quindi, sperando di non essere opportuno, di richiedere qualche parola su questo tema ai curatori del sito. Grazie mille
Presumo s'intendano i santini. Sì, esistono, come anche le icone con pezzettini di reliquia, soprattutto ex contactu. Vi è anche la prassi di santificare icone o santini posandoli sulle reliquie di qualche santo.
La ringrazio della risposta Continuo con una domanda forse un po' 'simoniaca': è possibile procurarsi qualcuno di questi santini o icone con reliquie di santi orientali?
In questi giorni durante una visita ad un museo la guida, di cui già avevo percepito l'avversione contro la Chiesa, dice un qualcosa di cui non ero a conoscenza, ossia la chiesa fino agli '50 non faceva funerali ai minatori riprendendo un motivetto di una famosa canzonetta popolare siciliana, il tutto chiaramente ripreso da un paio di siti anti clericali che si nutrono di fesserie, vorrei sapere se effettivamente esisteva un divieto, cosa a cui non credo. Allego link, grazie. https://laici.forumcommunity.net/?t=62751004
Buongiorno,
RispondiEliminaprima delle feste natalizie il Sig. Marcello le aveva chiesto una spiegazione sulla differenza tra ciclo sacramentario gregoriano e anno liturgico. La domanda è ora stata spostata nell'archivio dell'anno precedente, ma mi permetto di ricordargliela perchè credo possa essere interessante anche per altri lettori.
Mi scusi per il disturbo
Giusto, tra i mille impegni le cose passano di mente. Si chiedeva un articolo, se non erro, ma bastano poche righe.
EliminaL'anno liturgico bizantino inizia il 1° settembre, in corrispondenza dell'inizio dell'anno civile costantinopolitano, con una solenne liturgia per l'inizio dell'anno ecclesiastico ("indizione"). I calendari liturgici bizantini iniziano dunque da settembre e terminano ad agosto, e il mineo (proprio dei santi) numero 1 è quello di settembre. Fin qui siam tutti d'accordo.
Con quale mese inizia il calendario dei santi stampato all'inizio del Messale e del Breviario? Con gennaio, e termina con dicembre. Quindi l'inizio dell'anno ecclesiastico è il 1° gennaio (data di tradizione romana, seppur non corrispondente all'inizio dell'anno civile nella maggior parte dei paesi in cui pure il rito romano fu adottato).
Ma come mai il proprio del tempo inizia con l'Avvento? E anche il primo tomo (la parte invernale) del breviario? Perchè con questo inizia il sacramentario gregoriano sin dalla sua prima edizione per l'ordinamento dei canti del temporale. È infatti il modo più comodo di incastrarli, visto che il 1° gennaio si situa a metà di un tempo liturgico; ma è un fatto puramente pratico. Provate a fare un libro che inizi con un qualsiasi altro tempo liturgico, sarà impratico.
Nel rito bizantino, visto che domeniche prenatalizie e tempo di Natale stanno nel proprio dei santi (mineo) e non in un proprio del tempo, il primo libro proprio del tempo (il Τριώδιον νηστευτικόν) inizia con la domenica del fariseo e del pubblicano (ottuagesima): vuol dire che l'anno bizantino inizia lì? Nessuno si sognerebbe di dirlo.
La mania di augurare "buon anno liturgico" alla prima domenica di Avvento, in contrapposizione vera o presunta col capodanno civile, è perciò una moda sbagliata oltrechè inopportuna, frutto di certe leggende che trovano ampia diffusione nel mondo trad e che non hanno alcun senso storico. Alla prima d'Avvento si canta il tropo in onore di S. Gregorio Magno prima dell'introito per l'incipit del ciclo del sacramentario da lui ordinato, stop. L'anno ecclesiastico inizia il 1° gennaio. Il Te Deum si canta quando inizia l'anno civile secondo l'uso locale (1° marzo da noi), visto che non ha nulla a che fare con l'anno ecclesiastico.
Nel mondo latino si ritiene che l'anno liturgico inizia d'Avvento perché secondo la vulgata san Gregorio Magno, quando riformò il rituale, fece iniziare i libri liturgici con le commemorazioni avventizie. Da qui l'usanza di taluni di far principiare con l'Avvento l'anno liturgico occidentale. Io personalmente lo farei iniziare comunque da settembre.
EliminaInvito a leggere una critica all'aborrito motu proprio "Traditionis Custodes", con possibilità di aggiungere la propria firma: https://www.ecclesiadei.it/est-modus-in-rebus/
RispondiEliminaRingrazio D. per i rilievi, che condivido, e che in parte contenevano alcune critiche che avevo già cursoriamente rilevato leggendo l'appello - pur condivisibile nel merito - che era stato qui segnalato.
EliminaSe gentilmente D. potesse esplicitare in maniera essoterica per noi poveri profani gli argomenti accennati nel suo intervento, credo che gli saremmo grati in molti.
EliminaGrazie
Grazie al signor Alessandro per aver ribadito la mia domanda, e lei per la solita puntuale e precisa risposta. A seguito se può dare una spiegazione tecnica alla conosciutissima abbreviazione m.t.v. ossia mutatur terminatio versiculi che troviamo comunemente il alcuni giorni liturgici sul Breviario, grazie.
RispondiEliminaPer l'esattezza significa "mutatur tertius versus", e si riferisce precisamente all'inno "Iste confessor" del comune dei confessori, che al terzo verso recita "Hac die meruit beatas / scandere sedes (BR1570: Hodie meruit secreta / scandere coeli). Poiché questo verso si riferisce precisamente al transitus al cielo del santo (e non potrebbe essere diversamente, visto che originariamente era l'inno per il transito di S. Martino, 11 nov.), appare inadeguato cantarlo quando un confessore è celebrato in un giorno diverso da quello della sua morte: in tali circostanze, dunque, viene apposta la scritta MTV, talché il chierico s'avveda che al terzo verso è da cantare "Hac die meruit supremos / laudis honores", eliminando il riferimento al transitus.
EliminaIn realtà, i problemi non finiscono, poiché, essendo l'inno originariamente composto per S. Martino, alla terza strofa si narrano i miracoli di guarigione operati dalla sua tomba, che non sempre sono adatti a ogni santo per cui è stato inopinatamente esteso quest'inno.
Un sacerdote mi ha fatto presente che il il breviario 1970 inizia il santoriale il 30 novembre.
EliminaBuongiorno,
RispondiEliminaavrei una domanda sulle ore del Breviario.
In altre occasioni, è stato detto che nel Rito Romano, le ferie vanno da Mattutino a Compieta, le feste semplici da Vespro a Nona, e solo le feste dal semidoppio in su vanno da (primo) Vespro a (secondo)Vespro. Questo però mi ha fatto sorgere un dubbio.
Se una festa semplice è seguita da una feria, il Vespro dopo la Nona della festa, a quale giorno liturgico appartiene?
A logica direi alla feria, nel senso che la festa ormai è finita e si canta quindi un vespro "feriale", intendendo con ciò che è tratto unicamente dal temporale.
Mi riferisco soprattutto alle rubriche del Breviario precedente a San Pio X, ma in generale anche alle rubriche successive.
Grazie
Certamente trattasi del Vespro feriale, ma nell dinamica testè presentata vi è un errore: le ferie vanno da Mattutino a Nona, non fino a Compieta. E il Vespro feriale? Non è della feria precedente, nè di quella successiva, poichè nel rito romano il ciclo vesperale è a sè stante rispetto a quello notturnale (completato dalle ote minori). Alcune prove di questo:
Elimina- Il ciclo del salterio non è progressivo (come nel rito bizantino, dove il catisma 1 è al vespro del sabato, 2 e 3 al mattutino domenicale e via così), ma ha una progressività tra mattutini (1-108) e una distinta tra vespri (109-147) che vanno di pari passo senza connettersi in alcun modo tra loro. Sono perciò due parti e serie di salterio nettamente distinte: e infatti nel breviario pre-piano troviamo prima tutti i mattutini, poi tutti i vespri, e non mattutini e vespri per ogni giorno.
- Nelle ferie speciali (es. Quattro Tempora) seguite da altre ferie, l'orazione delle tempora si dice da mattutino a Nona, mentre a Vespro si dice l'orazione della settimana.
- In Quaresima il ciclo delle orazioni vesperali è nettamente distinto da quelle mattutinali (che seguono in ciò la messa).
Aggiungo che può aiutare smettere di pensare alla feria come qualcosa di sussistente liturgicamente. Eccettuate le ferie con privilegio, la feria è semplicemente una circostanza in cui - non essendoci santi da festeggiare - tutto si prende dal temporale. Non è una ricorrenza liturgica, non ha sostanza; cosa ovviamente incomprensibile per chi è contagiato dalla mentalità del rito nuovo e della sua bozza del 1962, in cui le ferie sono classificate (iv classe) nella stessa struttura delle feste, cosa incomprensibile per il rito romano.
EliminaIn tal senso, non è nemmeno corretto dire che "le ferie vanno da mattutino a nona". Le feste sono, e dunque vanno. Le ferie non sono, e dunque semplicemente se - a qualsiasi ora ci troviamo, sia vespro o mattutino - ci si avvede che una festa è finita e un'altra non ce n'è da cominciare, si prende tutto dal temporale ed ecco forgiata la feria.
EliminaSera, domani la Tradizione Liturgica Romana dichiara essere Domenica invece che sabato, schematicamente ci spiega il perchè? Grazie.
RispondiEliminaGentilmente chiedevo notizie, tradizione liturgica romana alla mano, del rito di sepoltura dell'Alleluja
RispondiEliminaOggi, dialogando con un sacerdote, mi ha ripreso perchè ho detto "visto messa", e lui, alla messa si partecipa non si vede. Sono rimasto imbarazzato come se sotto la Croce "prima si è visto" e poi il resto, spero di essermi spiegato.
RispondiEliminaAd 1. Il Santorale o il calendario stampato all'inizio? E' quest'ultimo che fa testo.
RispondiEliminaAd 2. Poiché quest'anno vi sono solo 51 domeniche, mentre il messale ne prevede 52 che devono essere tutte celebrate, ergo una domenica dopo l'Epifania si anticipa al sabato avanti la Settuagesima (quanto all'ufficio, ma questo giorno non diventa domenica, semplicemente ne acquisisce i privilegi: le letture bibliche del primo notturno infatti, ad esempio, son del sabato).
Ad 3. La tradizione liturgica romana non conosce il rito di sepoltura dell'Alleluia, ma una sobria salutazione dell'Alleluia con il suo canto solenne due volte dopo il Benedicamus Domino del primo vespro di Settuagesima. Per il funerale, rivolgersi a tedeschi a inglesi. Altre tradizioni (come l'ambrosiana) hanno i loro costumi di addio all'alleluia.
Ad 4. Ho sempre trovato sterile il dibattito sul verbo reggente il c.ogg. "messa". Io preferisco "sentir messa" anche perché con l'iconostasi si vede poco.
Loro si fanno forza sul sartoriale.
RispondiEliminaIl Suo articolo del 14 febbraio ha fatto irruzione nella mia claudicante vita spirituale in un momento in cui ce ne era particolarmente bisogno. Pensi che da un paio di mesi avevo introdotto tra le mie preghiere giornaliere personali niente di meno che "le quindici orazioni di Santa Brigida", e che, ahimé, questo mio cattivo esempio aveva contagiato una delle persone con le quali cerco di avere scambi di "cose virtuose" (per usare la terminologia cara a San Francesco di Sales). Dovendo cercare di rimediare urgentemente a questa mia cantonata, Le chiedo conferma che la condanna alla quale Lei allude è quella contenuta nel monito in data 28.01.1954 pubblicato negli Acta Aposolicae Sedis di quell'anno. Se poi la cosa non Le costasse una gran perdita di tempo, La pregherei di darmi qualche informazione a proposito della “preghiera per liberare cinque anime dal Purgatorio del venerdì” e della condanna che ad essa si riferisce. Infatti, ho ritenuto opprtuno "condividere" l'intero Suo articolo con tutte le persone della mia "cerchia" e sono certo che l'informazione che Le chiedo potrà servirmi nelle discussioni che spero di avere sul tema importantissimo che Lei si è deciso ad affrontare all'inizio della settimana. La ringrazio per l'attenzione e, avendo or ora letto anche il Suo splendido intervento di qualche ora fa, desidero congratularmi con tutto il cuore per la gioia spirituale che è riuscito a donarmi.
RispondiEliminaSalve, Le rispondo io dal momento che ho scritto io l'articolo. Naturalmente quanto scritto non vuole danneggiare il cammino spirituale di nessuno, anzi: ciò che scriviamo vuole sempre essere di beneficio alle anime. Naturalmente Lei non ha colpa per aver consigliato, in buona fede, la recita di quelle orazioni e, nondimeno, è bene parlare di alcune condanne: in Acta Sanctae Sedis 31 (1898-1899), p. 739, troviamo citata la preghiera alla S. Croce per liberare le anime dal purgatorio: è annoverata nel gruppo di orazioni le cui indulgenze sono state dichiarate apocrife; dal momento che invece questa preghiera gira ancora molto con i nomi dei papi che avrebbero approvato quest’indulgenza (Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI) ci si potrebbe chiedere come mai non ci sia nessuna traccia di approvazione nei loro atti ma, invece, si ignori questa decisa condanna. Per quanto riguarda invece le orazioni di S. Brigida sono state condannate, come giustamente dice Lei, il 28 gennaio 1954 (cfr. Acta Apostolicae Sedis 46 p. 64): in nessuno scritto della Santa svedese, infatti, si fa riferimento a queste preci. Il motivo di queste dichiarazioni è che si riduce la preghiera a superstizione, dove l’esatta ripetizione di una formula avrebbe effetti prodigiosi o di dubbia ortodossia (ricordo che le orazioni brigidine prometterebbero di “abbeverarsi alla fonte della Deità”).
EliminaGentilissimo Ramphastos ( = tucano, o che cosa ?) ,
EliminaLe preannuncio a breve (spero) qualche mia "parola in libertà" in appoggio alla iniziativa di traditiomarciana (molto gradita da parte mia) di affrontare il tema della preghiera personale, ma mi occorre subito il Suo parere su di una idea che mi è venuta per correggere nel migliore dei modi la cantonata presa quando ho abboccato all'amo delle "15 orazioni di Santa Brigida". L'idea è quella di sostituirle con la attenta lettura quotidiana (invece che episodica) del testo che la montiniana Liturgia delle Ore del giorno 23 luglio propone come seconda lettura dell'Ufficio delle Letture. Vivendo in una plaga sperduta dell'Appennino centromeridionale, infatti, non ho alcuna possibilità di fare ricerche in ordine alla origine reale di questo testo ; per di più, devo fare i conti con la mia età anagrafica (sono venuto alla luce il 23:11:1942). Per il momento, mi sento abbastanza tranquillo, ma solo perché sarebbe paradossale che in un libro liturgico siano stati inseriti testi di origine incerta ; e sto utilizzando quello sopra ricordato intercalando tra le singole "elevazioni" la recita della preghiera resa famosa ovunque dai "Racconti di un pellegrino russo". Qualora sia inopportuna la pubblicazione di questo mio intervento, spero che avrà la bontà di rispondermi in privato. La ringrazio di vero cuore.
Buonasera, e grazie per tutte le pronte risposte.
RispondiEliminaVenendo al tempo quaresimale latino, potreste dirci qualcosa di più su quanto avviene nei riti bon romani?
Ottima la finestra sull'ambrosiano, ma sarei curioso di sapere come si comportavano anche nel rito mozarabico, in quello braghense, lugdunense, britannico...
Concludo con la vexata quaestio: secondo voi è esistito un rito beneventano? Vi risultano fonti?
Grazie
Per l'apertura della Quaresima, provvederemo a scrivere qualcosa su altri riti latini non romani.
EliminaPiù che di rito beneventano, parlerei di un uso in cui la lingua greca era notevolmente impiegata e in cui testi di tradizione bizantina confluivano nei propri.
Buongiorno,
RispondiEliminadopo vari tentennamenti sto iniziando ad approcciarmi seriamente al breviario di San Pio V, iniziando dalle ore minori che sto pian piano imparando a memoria.
Ieri sera però, controllando su Divinum Officium.com mi ha spiazzato il fatto che la dossologia al termine del Te lucis ante terminum fosse diversa dal solito. Ho dedotto che questo fosse dovuto al fatto che si celebrava l'ufficio Sanctae Mariae Sabbato, è corretto?
E riguardo a questo, potreste dare qualche informazione riguardo a questo Ufficio? Ho notato che non si celebra in tutti i Sabati, nemmeno quando non vi siano altre feste in quel giorno, mi sbaglio?
Chiedo scusa se fosse già stato chiesto, e ringrazio come sempre per la disponibilità.
L'ufficio di S. Maria in sabato si celebra in tutti i sabati in cui non vi sia una festa almeno semidoppia, eccettuati i sabati di Avvento e Quaresima. Le rubriche che lo regolano sono descritte nel capo del breviario dedicatovi; è un ufficio molto particolare, con degli aspetti assai medievali, come le benedizioni speciali al notturno.
EliminaCirca la dossologia, bisogna notare che nelle feste della Madonna (iv'inclusa S. Maria in sabato che è un ibrido tra una festa e un ufficio votivo) e nelle loro ottave, la dossologia conclusiva degl'inni in tetrametri trocaici (tra cui tutte le ore minori) è speciale, "Jesu tibi sit gloria, qui natus es...". Similmente, le grandi feste del Signore e le loro ottave prevedono delle dossologie speciali per gl'inni a tutte le ore, come indicato nel Breviario alla festa corrispondente (generalmente dopo il I vespro).
In inglese abbiamo una vecchia espressione "Chips with everything", in altre parole nessun pasto è completo senza le vecchie patatine inglesi. (Spero che questa sia la parola giusta da non confondere con patatine fritte) Per quanto posso vedere, molti cattolici non possono concepire la vita senza "prendere" la Messa e ci deve essere messa con tutto. Mi preoccupa che la Messa sia diventata una cosa che viene servita in ogni occasione. Suppongo che sia un po' come la Comunione frequente e quotidiana - mi piacerebbe sentire cosa hai da dire a riguardo. In passato i Comunicanti Quotidiani erano considerati la crema dei cattolici. Forse potresti scrivere su questo.
RispondiEliminaBuongiorno,
RispondiEliminasapreste consigliare ai lettori qualche fonte che riporti alcune norme e canoni per l'iconografia tradizionale?
Mi riferisco ad opere come per esempio il "manuale" di Dionisio da Furnà, ma sarebbe interessante anche avere qualche lavoro analogo riguardante la tradizione occidentale.
Grazie
No.
RispondiEliminaTanto meno consacrarlo a del tessuto muscolare miocardico, seppur della donna più santa che abbia mai vissuto su questa terra.
Chiedo scusa, ma col metro di giudizio del punto c) si dovrebbe porre in dubbio pure il battesimo dei bambini!
RispondiEliminaPreciso che la consacrazione è stata voluta non dai tradizionalisti ma dal Papa o sedicente tale.
Per quanto riguarda il muscolo cardiaco di Nostra Signora, suppongo si intenda la sede dell'amore, a mio modo di vedere corrisponde al modo di dire "ti porto sempre nel mio cuore". Giusto per chiarire, non intendo aprire un dibattito su Cuore Immacolato e Sacro Cuore.
Gia che ci siamo, ricordo a unam sanctam la mia richiesta di una carrellata sulla quaresima nei riti occidentali extraitaliani, se possibile stante il tempo.
Infine, che ne pensa la Chiesa ortodossa del sedicente metodo storico-critico nella lettura del Nuovo Testamento?
Grazie
Buona sera, riflettendo sul fatto della consacrazione della Russia, il signor unam sanctam dice che non ha senso. Allora mi chiedo come fa la Santissima Vergine a chiedere una cosa che non avrebbe senso. Possibile? A meno che non si debba considerare l' ipotesi che a Fatima non si sia manifestata la Madre di Dio. Così come sembra insensato pensare (ricordando gli articoli pubblicati in questa sede) che la Madonna ad Amterdam possa avere chiesto che sia proclamato un nuovo dogma che la riguarda. Fu la Madonna a maniferstarsi? E se no, ammettendo come pura ipotesi, come fa la chiesa eventualmente non saper discernere se a parlare sia o no la vera Madre di Dio?
RispondiEliminaGrazie per l' attenzione.
Lei intuisce la domanda giusta: "fu la Madonna a manifestarsi?". Non pare così ovvia la cosa. Suggerisco la lettura: http://www.ortodossiatorino.net/DocumentiSezDoc.php?cat_id=32&id=163 (anni fa ne presentai un estratto più centrato su Medjugorie, ma qui c'è molto anche su Fatima).
EliminaBuona sera. Ho letto il denso articolo che ha proposto trovandolo indubbiamente interessante e con diversi stimoli alla riflessione. Devo confessare che non sono del tutto persuaso nel ritenere che le apparizioni mariane in occidente siano da considerarsi in tutto non autentiche o quantomeno sospette come sembra concludere l' autrice.
EliminaChe il culto alla Vergine si sia sovrapposto ai culti pagani è cosa nota e mi sembra anche naturale che sia cosi'. Circa le visioni avute da veggenti piu' o meno credibili è storia antica, anche i santuari inglesi citati nell' articolo si originarono nel medioevo da manifestazioni mariane attraverso sogni o attraverso immagini miracolose. Per non parlare di quanto anche in oriente sia forte il culto alle icone miracolose, perché questo non farebbe problema all' autrice?
Non comprendo poi perché sia da ritenere sospetto che la Vergine inviti a pregare e fare penitenza per placare la Divina Giustizia offesa dai peccati degli uomini: mi sembra che la dottrina sul Giudizio Universale esponga chiaramente che chi pecca gravemente e non si pente vada in inferno.
Certamente poi la religiosità popolare tende al sentimentale e spesso tenda a esagerare nel manifestarsi, è cosa nota.
Non so, è un argomento delicato e scivoloso perciò non sarei un censore troppo severo, sembra di capire leggendo, che la chiesa ortodossa sia uno specchio di purezza (cosa che non discuto, per carità) mentre la chiesa latina sia un albergo di distorsioni mistiche e dottrinali.
Non so se la questione sia esattamente in questi termini.
Grazie per le riflessioni.
Salute ! Limitatamente alle apparizioni di Fatima (e di Lourdes), nel mondo ortodosso circolano anche opinioni molto benevole, ed altrettanto interessanti, esposte in modo molto chiaro nel testo reperibile all'indirizzo :
RispondiEliminahttp://www.ortodossiatorino.net/pdfexport.php?cat_id=32&id=1489
Grazie per l'attenzione.
Grazie, leggerò anche questo. Capisco il punto di vista dell' articolo proposto dal sig. Unam Sanctam che è certamente da considerare perché è evidente che certi fenomeni mistici o presunti tali possano essere pericolosi per la fede. In questo l' esperienza delle chiese orientali può certamente dare un valido contributo alla riflessione. Di più non saprei.
RispondiEliminaGrazie per l' attenzione.
Buongiorno,
RispondiEliminain occasione della Domenica delle Palme, che fino alle riforme del 1955 aveva mantenuto il rito della Missa sicca, mi permetto di ricordare che in un precedente articolo sul rapporto tra devozione privata e liturgia, si era accennato ad uno scritto futuro sulla Missa Sicca, non come funzione strettamente liturgica, bensì come atto di devozione in uso nel medioevo per sacerdoti e laici.
Credo che tutti i lettori di questo sito sarebbero interessati ad una simile devozione, che arricchirebbe la vita spirituale in un senso realmente tradizionale, anche per chi ha difficoltà logistiche a partecipare a funzioni celebrate con riti precedenti al messale di San Paolo VI.
Mi permetto quindi, sperando di non essere opportuno, di richiedere qualche parola su questo tema ai curatori del sito.
Grazie mille
Domanda forse un po' fuori luogo: i santi con reliquia sono un fenomeno solamente cattolico od esistono anche nel mondo ortodosso?
RispondiEliminaPresumo s'intendano i santini. Sì, esistono, come anche le icone con pezzettini di reliquia, soprattutto ex contactu. Vi è anche la prassi di santificare icone o santini posandoli sulle reliquie di qualche santo.
EliminaLa ringrazio della risposta
EliminaContinuo con una domanda forse un po' 'simoniaca': è possibile procurarsi qualcuno di questi santini o icone con reliquie di santi orientali?
In questi giorni durante una visita ad un museo la guida, di cui già avevo percepito l'avversione contro la Chiesa, dice un qualcosa di cui non ero a conoscenza, ossia la chiesa fino agli '50 non faceva funerali ai minatori riprendendo un motivetto di una famosa canzonetta popolare siciliana, il tutto chiaramente ripreso da un paio di siti anti clericali che si nutrono di fesserie, vorrei sapere se effettivamente esisteva un divieto, cosa a cui non credo. Allego link, grazie. https://laici.forumcommunity.net/?t=62751004
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