martedì 28 dicembre 2021

Chi ci salverà?


originariamente pubblicato su Ecclesia Dei il 10 luglio 2020*

 Questo racconto di natura distopica ci ricorda la eccessiva stigmatizzazione dei principi teoretici e pratici che fanno dell'igiene un idolo e attendono, quasi come se fosse la parusia, l'arrivo del vaccino contro il virus che ha paralizzato il mondo e la mente dell'uomo. Ma chi salva davvero? Cristo o la scienza? Il corpo di Cristo o una soluzione creata in laboratorio?




Finalmente era arrivato.

Lo si aspettava, lo si desiderava, lo si bramava ardentemente e finalmente eccolo. Era arrivato il vaccino contro il Covid!

In una società in cui il nuovo peccato è il contagio, l'igiene il nuovo dio, non poteva che essere attesa la venuta del Salvatore, il Messia: il vaccino. Per tornare alla vita di grazia, pardon, alla vita di tutti i giorni, era necessario risorgere. La venuta del Salvatore segnava una cesura nella storia del mondo. Essendo di una così enorme importanza, i fedeli, ehm, i pazienti, venivano collocati in un ampio spazio. Il pontefice della nuova alleanza anticovid, il medico, avanzava rivestito di quei sacri paramenti che gli conferivano autorità, anzi, infallibilità: camice, mascherina, guanti. Nulla era lasciato al caso: il rito di vaccinazione era un rito solenne.

Dopo la lettura delle disposizioni del Comitato Tecnico Scientifico e dell'OMS si tenne il sermone dell'Arcimedico, nel quale si esaltava l'Uomo che era arrivato all'apice della propria esistenza con questa scoperta. Giunsero quindi in processione le sante dosi, al passaggio delle quali tutti erano tenuti a genuflettere (davanti al vaccino non esistono scuse per non farlo! Del resto, si sta in piedi quando passa il proprio dio?). L'arcimedico le incensò e le baciò per poi elevarle al cielo declamando "Venite, adoremus!". Gli astanti si avvicinarono e, devotamente, si inginocchiarono, denudarono il braccio porgendolo alla vaccinazione, accompagnata dalle parole di rito "Sanguis Domini Nostri Vaccini custodiat corpus tuum in vitam æternam, amen". In fondo, la vecchia signora Elena era perplessa: aveva ormai 91 anni e non riteneva il vaccino un problema, ma le venne un dubbio: "Ma questi gesti non erano per Dio? Non quello in fiala, ma Quello che è morto sulla Croce." E tutti risero, perché loro avevano atteso e trovato un nuovo dio.

*si noti che il raccontino fu scritto mesi prima dell'arrivo dei vaccini: tante previsioni si sono avverate.

N.B. L'autore non vuole esprimere qui considerazioni scientifiche in merito al preparato ma stigmatizzare il culto che si è creato attorno ad esso.

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