martedì 31 maggio 2022

17 maggio - Rogazioni minori a S. Erasmo

Lunedì 17 (30) maggio 2022, nell'occorrenza delle Rogazioni minori, sono state cantate le Litanie nell'isola di S. Erasmo per invocare la divina protezione sui campi, a cura del Circolo Traditio Marciana.

L'isola di S. Erasmo, situata nell'area nord-orientale della Laguna Veneta, è principalmente deputata alle attività agricole da secoli immemorabili (già F. Sansovino nel Cinquecento rammenta che l'isola forniva alla città "copia di herbaggi, e di frutti, in molta abbondanza e perfetti"), e particolarmente nota per la coltivazione delle castraure, primizie di carciofo violetto autoctono della Laguna.

La sacra officiatura è iniziata di buon mattino con il canto dell'Ora Nona nei pressi della Torre Massimiliana (massiccio fortificativo di età austriaca), quindi i fedeli si sono incamminati lungo il perimetro settentrionale dell'isola (via dei Forti), intonando le Litanie dei Santi, doppiate giusta rubriche, secondo l'uso della Ducale Basilica di S. Marco (ovverosia, con l'inclusione dei santi martiri e confessori particolarmente venerati nelle Venezie). Dopo esser proseguiti tagliando i campi per via de la Toreta, il sacro rito si è concluso nella parrocchiale dei Ss. Erasmo ed Ermete (ridedicata nel 1929 a Cristo Re; l'edificio attuale, in forme novecentesche, si situa sulla precedente ottocentesca dedicata ai due santi patroni dell'isola; la chiesa antica, risalente all'XI secolo e distrutta in età napoleonica, era situata al lembo settentrionale dell'isola: dell'arredo sopravvive l'antico battistero e alcuni quadri, tra cui un Tintoretto, conservati nell'attuale parrocchiale): ivi sono stati cantati il salmo 69 coi suoi versicoli e le 10 orazioni conclusive, alle quali sono state aggiunte le orazioni prescritte dal Rituale in tempo di guerra.

I fedeli convenuti hanno dipoi condiviso un momento di convivialità, culminato in un pranzo al sacco sulla banchina antistante la vicina isola del Lazzaretto Nuovo. Sulla via del ritorno in città, si è offerta una visita orante alla statua di S. Giovanni Nepomuceno, patrono del clero e della Città di Venezia, posta all'angolo tra il Rio di Cannaregio e il Canal Grande affianco alla chiesa di S. Geremia, essendosi entro l'ottava del santo ieromartire.




Le litanie secondo l'uso patriarchino

Le preghiere in tempo di guerra

domenica 8 maggio 2022

25 aprile - San Marco Evangelista

Sancte Marce, Evangelísta Dómini fidélis,
pátriæ nostræ decus et glória,
réspice de cœlis víneam istam,
et pérfice eam, quam plantávit déxtera tua,
ímpetrans nobis gáudium sempitérnum, allelúja.

O San Marco, fedele Evangelista del Signore,
della nostra patria gloria e splendore,
risguarda dal cielo questa tua vigna,
che la tua destra ha piantata, e rendila perfetta,
impetrando per noi la gioia sempiterna, alleluia.

(Antifona al Magnificat del I Vespro)


xxv. aprilis
In festo S. Marci Evangelistae
Patroni Principalis Dioecesis et Civitatis, nec non totius regionis olim subjectae Reipublicae nostrae

duplex I classis cum Octava


Jam nostra pronis áuribus,
Cœléstis Heros, éxcipe
Vota, et benígni Núminis
Fac ad tribúnal ófferas.

Heu, quot piáclis sórdidi,
Pejóra quei usque áddimus,
Iram, flagélla, intérminum
Ignem merémur tártari:

At tu tuórum réspice
Juges cliéntum lácrimas,
Et vim dolóris íntimam
Qui corda nostra cónterit.

Urbem, tui quæ córporis
Prædúlce pignus póssidet,
O Marce sancte, prótegas,
Nostrísque præsis fínibus.

Absint tumúltus pérfidi,
Et bella et enses hóstici,
Motus dolíque géntium,
Orbem quæ iníque súbruunt.

Pulsis procéllis, ínvidus
Quas rex avérni próvomit,
Stet firma et usque flóreat
Pax alma et alma cáritas.

Esto Parénti máximo,
Et Lúmini de Lúmine,
Et par coǽvo Flámini,
Laus esto, honórque et gloria. Amen.

 

Con orecchie attente, deh accogli,
o Eroe Celeste, i nostri voti
e fa’ che siano offerti
al tribunale del Buon Dio.

Ahinoi, che macchiati dalle nostre empietà,
aggiungiamo iniquità all’iniquità:
meritiamo l’ira, i flagelli,
il fuoco inestinguibile dell’inferno.

Ma tu volgi il tuo sguardo
alle molte lacrime dei tuoi protetti,
e alla forza del profondo dolore
che affligge i nostri cuori.

Proteggi, o santo Marco,
la Città che possiede il dolcissimo
pegno del tuo corpo,
e custodisci i nostri confini.

 Fuggano i perfidi tumulti,
le guerre e le spade dei nemici,
e gli empi moti dei barbari
che sovvertono iniquamente la terra.

Respinte le tempeste, che
l’invidioso re dell’inferno ha vomitato,
ferme prosperino e fioriscano
l’alma pace e l’alma carità.

Sia lode, onore e gloria
al sommo Genitore,
e alla Luce generata dalla Luce
e al parimente coeterno Spirito. Amen.

(Inno del I Vespro)