martedì 4 luglio 2017

Indossare il velo in chiesa

Quanto è spiacevole vedere che in Occidente è decaduto l'uso ammirevole che le donne entrino in Chiesa a capo velato! Questo venerabile costume, simbolo di purità e preziosità della natura femminile, e al contempo di castità e rispetto di fronte al tempio del Nostro Signore Domineiddio, che in Oriente continua a essere osservato con devozione ed è amato dalle donne fedeli (si entri in una chiesa russa: non si vedrà alcuna femmina, nemmeno fanciulla, che manchi di indossare gonna e velo; molte donne, soprattutto anziane, per rispettare alla lettera le indicazioni di s. Paolo indossano il velo anche fuori di chiesa; in Grecia purtroppo modernismo e massoneria stanno facendo anche lì il loro "dovere", e questo bel costume sta venendo abbandonato...). Quanto è spiacevole che anche tra le tradizionaliste molte ignorino o reputino di secondaria importanza, o addirittura abbiano in antipatia, l'uso del velo in chiesa.
Riportiamo due articoli, il primo tratto dal bollettino "Fides" del Priorato S. Pio X di Buenos Aires, e il secondo tolto dal sito di spiritualità cattolica "Cordialiter", che si concentrano sulla funzione mistica del velo, il quale contrariamente a ciò che insinuano i laicisti è invece segno di gran dignità, e non d'inferiorità, per il sesso femminile, come ben si spiega qua.
Confidando che possa essere un invito a tutte le donne cristiane a ritornare a questo prezioso gesto di spiritualità esteriore.

Da "Fides"

Per duemila anni le donne cattoliche hanno coperto il loro capo con un velo, prima di entrare in chiesa o sempre quando si trovavano in presenza del Santissimo Sacramento (come quando la Sacra Eucarestia è portata agli infermi). Il Codice di Diritto Canonico tradizionale – quello del 1917 – al canone 1262 obbligava le donne a coprirsi il capo “specialmente quando si accostano alla santa Messa”.


Durante il concilio Vaticano II, i giornalisti chiesero a Don Bugnini se le donne dovessero continuare a coprirsi il capo; e questi rispose che il tema non era stato discusso. I giornalisti interpretarono la sua risposta come un “no” e pubblicarono questa informazione erronea nei loro diversi giornali del mondo intero. Da allora, la maggioranza delle donne cattoliche abbandonarono la tradizione.

Dopo molti anni del rifiuto del velo, soprattutto da parte di molte donne, il Vaticano, non volendo sembrare antagonista o contrariare le femministe, finì col pretendere semplicemente che il tema non esistesse. Quando poi si compilò il Codice di Diritto Canonico del 1983, l’uso del velo non venne neanche menzionato.
Si noti che tale uso non venne abrogato, ma semplicemente non se ne parlò. Tuttavia, i canoni 20 e 21 del nuovo Codice del 1983 dicono chiaramente che una legge canonica posteriore abroga una legge canonica anteriore solo quando lo fa esplicitamente e, in caso di dubbio, la revoca della legge precedente non deve sussistere. Pertanto, secondo il Diritto Canonico e secondo un costume immemorabile, le donne hanno l’obbligo, anche oggi, di coprirsi il capo in presenza del Santissimo Sacramento.

L’uso del velo nel cristianesimo è sommamente importante, e non è un tema che riguarda “solo” il Diritto Canonico, bensì due millenni di Tradizione della Chiesa, arrivando fino al Vecchio Testamento e alle esortazioni del Nuovo Testamento.
A riguardo, San Paolo ha scritto (I Corinti, 11, 1-16):
«Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo. Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l’uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.»

Secondo l’insegnamento di San Paolo, le donne debbono usare il velo come segno che è la gloria di Dio e non la propria il centro del culto. Ed anche come segno esterno del riconoscimento della e della sottomissione all’autorità tanto di Dio quanto degli sposi (o dei padri a seconda del caso), nonché per rispetto della presenza dei Santi Angeli nella Divina Liturgia. Nell’uso del velo si riflette l’ordine divino invisibile e lo si rende visibile. San Paolo presenta questo chiaramente come un’ordinanza, tale che è la pratica di tutte le chiese.

Se si legge attentamente questo passo della Sacra Scrittura, si potrà notare che San Paolo mai si sentì intimidito nell’infrangere inutili tabù. E’ stato lui che sottolineò, più volte, che la circoncisione e la Legge mosaica nella sua interezza non fossero necessarie ...! e si rivolgeva a dei cristiani di origine ebraica!
La tradizione e l’ordinanza sull’uso del velo sono elementi per i quali San Paolo non era influenzato dalla sua cultura. Il velo è un simbolo così importante per le donne, come talare per il sacerdote e l’abito per la monaca.

Da notare anche che San Paolo non si comporta in alcun modo come un misogino (infastidito o avverso alle donne). Egli assicura che come la donna è fatta per la gloria dell’uomo, così l’uomo è fatto per la gloria di Dio:  “ nel Signore, né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio”.
Gli uomini hanno bisogno delle donne e le donne hanno bisogno degli uomini. Essi hanno ruoli diversi e pari dignità, e tutto per la gloria di Dio (e, naturalmente, con una assoluta parità di trattamento in materia di carità!).
Il velo è un segno di riconoscimento di queste differenze tra loro.

Il velo è anche un segno di modestia e di castità. Ai tempi del Vecchio Testamento, scoprire il capo di una donna era visto come un modo per umiliarla o per castigare le adultere e quelle che trasgredivano la Legge (Numeri, 5, 12-18; Isaia, 3, 16-17; Cantico, 5, 7). Una donna ebrea non si sarebbe mai sognata di entrare nel Tempio (e più tardi in sinagoga) senza coprirsi il capo. Molto semplicemente, questa pratica continuò nella Chiesa cattolica.

Ciò che si copre col velo è sacro

Si noti che San Paolo dice: « è una gloria per la donna lasciarseli crescere [i capelli] La chioma le è stata data a guisa di velo.» Le donne non usano il velo per un certo senso “primordiale” di vergogna femminile, ciò che coprono è la loro gloria, così che sia Egli ad essere glorificato. Si coprono col velo perché sono sacre e perché la bellezza femminile è incredibilmente potente. E perché questo si intenda meglio, si noti come l’immagine della donna venga usata per vendere qualunque cosa: dallo shampoo alle auto nuove o usate. Le donne devono comprendere e ordinare il potere della femminilità ed agire in conformità ad esso, seguendo le regole della modestia nel vestire, compreso l’uso del velo.

Mediate la rinuncia alla loro gloria in favore dell’autorità di Dio e dei loro mariti, le donne si subordinano ad essi allo stesso modo in cui la Vergine Santissima si sottomise allo Spirito Santo - «Sia di me secondo la tua parola» -; il velo è un segno così potente e dolce come lo è quello dell’uomo che si mette in ginocchio per chiedere alla sua fidanzata di sposarlo.

A questo punto, si consideri che nel Vecchio Testamento c’era un’altra cosa che veniva coperta col velo: il Santo dei Santi.

«Certo, anche la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario terreno. Fu costruita infatti una Tenda: la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell’offerta: essa veniva chiamata il Santo. Dietro il secondo velo poi c’era una Tenda, detta Santo dei Santi, con l’altare d’oro per i profumi e l'arca dell'alleanza tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovavano un'urna d'oro contenente la manna, la verga di Aronne che aveva fiorito e le tavole dell’alleanza. E sopra l'arca stavano i cherubini della gloria, che facevano ombra al luogo dell’espiazione. […] Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrarvi il culto; nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo. Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era ancora aperta la via del santuario, finché sussisteva la prima Tenda.» (Ebrei 9, 1.8).

L’arca dell’alleanza era conservata dietro il velo del Santo dei Santi. E nella Messa, cos’è che si conserva coperto con un velo fino all’Offertorio? Il Calice, il recipiente che conterrà il Preziosissimo Sangue. E nella Messa, cos’è che è presente coperto con un velo? La Pisside nel Tabernacolo, il recipiente che contiene lo stesso Corpo di Cristo. Questi recipienti di Vita sono coperti con un velo perché sono sacri.

E chi è sempre coperta con un velo? Chi è la Santissima, l’Arca della Nuova Alleanza, il Vaso della Vera Vita? La Madonna, la Santissima Vergine Maria.
Usando il velo, le donne la imitano e si confermano come donne, e cioè come vasi di Vita.



Pubblico un breve messaggio che tempo fa mi ha inviato "Teodolinda", una gentile collaboratrice del blog.

Carissimo D.,

                          mentre a Roma si svolgeva il pellegrinaggio Summorum Pontificum ho deciso di portare il velo durante la Santa Messa. (...) Ricordo che una mia conoscente lo portava in Chiesa e anche quando recitava il Rosario in casa. Sono andata in un negozio di stoffe e ho chiesto il velo per una sciarpina che poi ho preparato con le mie mani, ho scelto il colore nero perché ho i capelli scuri. Credo che le donne non accettino il velo perché pensano che sia un segno di sottomissione e inferiorità all'uomo ma io credo che il velo cristiano con ciò non c'entri nulla, che S. Paolo volesse così perché il velo è semplicemente il segno che la donna dopo il peccato di Eva riconosce il suo sbaglio e la sua disubbidienza e ritorna ad accettare la guida di Dio simboleggiato dal velo sul capo. Devo dire che mi sentivo all'inizio un po' in imbarazzo perché sono di natura un po' timida e temevo di essere osservata ma nello stesso tempo sentivo una grande gioia dentro e che quella fosse una cosa giusta che mi aiutava nell'essere me stessa. Il mio modo di vestire è quello normale della nostra società, in Chiesa non mi distinguevo per altro rispetto alle altre persone. Così sono tre le cose diverse che che faccio in Chiesa adesso: porto il velo, mi inginocchio per pregare, come per altro ho fatto sempre, e ricevo la comunione in bocca. Nessuna donna porta più il velo dalle mie parti, rarissime sono le persone che ricevono la comunione in bocca e si inginocchiano. Continuo a credere nella rinascita della fede e nell'evidenza della Verità anche adesso che nella mia regione molte vecchie Chiese sono state o distrutte o chiuse per il terremoto. Io spero che il terremoto che ha portato via molte case e cose all'interno della mia regione si porti via anche le abitudini sbagliate che da queste parti si sono diffuse negli ultimi tre decenni, una fede superficiale e le abitudini che offendono lo stato matrimoniale. Che Dio apra i cuori degli uomini e delle donne della nostra terra! Spero che qualche altra donna provi a fare qualcosa di vero e diverso per il Signore.

Un saluto,

Teodolinda


Cara sorella in Cristo,

                                     anche se le leggi ecclesiastiche non obbligano più a portare il velo in chiesa, tuttavia rimane una pia pratica. Si tratta di un bel gesto di modestia. Ciò che a me dà maggiormente fastidio è il fatto che nei mesi più caldi molte donne profanano i luoghi di culto entrando nelle chiese svestite in maniera indecente. I modernisti sono sempre in prima fila quando si tratta di parlare della fame nel mondo, dell’inquinamento, e di altre questioni che hanno una rilevanza sociale, ma poi si “dimenticano” di denunciare i peccati della lussuria, che secondo i santi sono quelli che conducono più anime all’inferno.

In Corde Matris,

Cordialiter

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