mercoledì 10 gennaio 2018

Contro il Modernismo

Poiché è imprescindibile conoscere il nemico per potergli resistere validamente in questi tempi di tenebra, presentiamo questa interessantissima e schietta analisi del modernismo teologico, la vera e terribile piaga che gravemente affligge il Cattolicesimo dal XX secolo in poi, forse la più rovinosa piaga dell'intera storia della Chiesa. Molto interessante e chiarificatrice, riguardo ai dubbi che sorgono di questi tempi, la sezione sul valore del Magistero.


Nel suo libro Athanasius, monsignor Rudolf Graber, vescovo di Ratisbona, spiega come il Demonio nel corso dei secoli attacca la santa Chiesa cattolica in modo sempre più raffinato, insidioso, ed intimo. Cominciava attaccando i fedeli con le persecuzioni, ma vedendo che esse conducevano piuttosto alla crescita della Fede, adottò un altro metodo: quello di attaccare la Fede stessa.

Con le eresie di Martin Lutero è riuscito a staccare un gran numero di fedeli dalla Chiesa cattolica; con le eresie e le dottrine eretizzanti e non-cattoliche che circolano allora riesce persino, attualmente, a contaminare la Fede di un gran numero di persone dentro la Chiesa stessa.

Questo grave pericolo alla Chiesa è stato esposto, profondamente analizzato, e condannato sotto il nome di ‘Modernismo’ di papa san Pio X nel sillabo Lamentabili Sane e nell’enciclica Pascendi Dominici Gregis, tutti e due dell’anno 1907. A quell’epoca le dottrine false si insinuavano nell’insegnamento non-ufficiale di vari membri della Chiesa. Oggi, invece, le stesse dottrine si sono insinuate nello stesso Magistero (come vedremo in seguito) e nella liturgia della Chiesa, cioè nel Novus Ordo Missae. Jacques Maritain nel suo libro Le Paysan de la Garonne (1966) constata: ‘Il Modernismo all’epoca di san Pio X era in confronto alla febbre moderna neomodernista solo un’innocua febbre da fieno’.

Cos’è il Modernismo? San Pio X lo descrive nella sua enciclica Pascendi come ‘L'insieme di tutte le eresie’. Abbiamo già citato la definizione dell’Eresia data nel codice di Diritto Canonico (CJC 751):‘Vien detta Eresia, l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il battesimo, di una qualche verità che si deve credere per Fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa …’ Ora, colle parole ‘una qualche verità che si deve credere per Fede divina e cattolica’ viene definito il dogma cattolico. Dunque il Modernismo consiste nella negazione ostinata del dogma.

E’ chiaro, comunque, che il Modernismo comprende più che la sola negazione dei dogmi: comprende anche l’oscurazione dei dogmi, come vedremo più avanti. Ma non si limita neanche ai dogmi, bensì si estende a tutte le dottrine cattoliche tradizionali. San Pio X scrive nella stessa enciclica Pascendi che i Modernisti: ‘…fanno pompa di un certo disprezzo delle dottrine cattoliche, dei Santi padri, dei sinodi ecumenici, del magistero ecclesiastico…’ Si può dire in sintesi che il Modernismo costituisce la negazione o oscurazione di tutte le dottrine cattoliche tradizionali, sia quelle che sono state definite come dogmi, sia quelle che non sono state ancora definite come tali (Queste dottrine si possono al massimo chiamare dogmi ‘virtuali’, dogmi ‘nella divina intenzione’, dogmi ‘di per se stessi’, dogmi ‘materiali’, in distinzione ai dogmi già definiti che sono dogmi ‘attuali’, ‘per noi’, e ‘formali'), in altre parole ha come bersaglio la Fede intera. La Fede infatti consiste delle verità sia definite sia non ancora definite. Il fedele presta ossequio a tutte e due, mentre il Modernista nega tutte e due. Nell’enciclica Tuas libenter del 1863 il Beato Pio IX richiama che l’ossequio da parte dei fedeli ‘non dovrebbe tuttavia limitarsi alle verità che furono espressamente definite dai Concili ecumenici, o da’ Romani Pontefici, o da questa Sede Apostolica; ma estendersi altresì a quell’altre, che come divinamente rivelate si propongono a credere dal magistero ordinario della Chiesa, diffusa per tutto l’universo, e che però da’ teologi si dicono, per universale e costante consenso, appartenere alla Fede’. Qualche riga dopo aggiunge: ‘…a’ sapienti cattolici non basta l’accettare e rispettare i predetti dogmi della Chiesa; ma egli è altresì mestieri che si assoggettino sia alla decisioni che appartengono alla dottrina e si pronunciano dalle Congregazioni Pontificie, sia a quell’altre parti della dottrina che per comune e costante consenso de’cattolici si ritengono come verità teologiche e conclusioni così certe, che le opinioni alle medesime contrarie, sebbene non si possano dire ereticali, meritano pertanto un’altra censura teologica’.

Si possono descrivere le dottrine moderniste come ‘ereticali’ quando negano un dogma; ‘eretizzanti’ quando oscurano un dogma; e semplicemente ‘non-cattoliche’ quando negano o oscurano una dottrina cattolica tradizionale.

Innanzitutto presenteremo due caratteristiche particolari del Modernismo: l’ubiquità e l'oscurantismo.
I Le Caratteristiche del Modernismo

1. L’Ubiquità 

L’ubiquità concerne l’estensione del Modernismo.

Nel passato la Chiesa sempre condannava le eresie e le dottrine eretizzanti, e coglieva questa occasione per formulare più profondamente e più chiaramente le sue dottrine. In conseguenza, il ramo marcio della Chiesa, quello eretico, fu tagliato dal tronco sano; e il tronco sano, nutrito da un nuovo influsso della luce di Verità, poteva ancor più gloriosamente fiorire.

Da cinquant'anni invece, tali dottrine non sono più condannate, o se lo sono, lo sono di rado, in modo fievole, e senza sanzioni. In conseguenza, quasi tutto l'albero della Chiesa è ormai stato infestato da errori.

Questa infestazione, come già accennato, prende il suo spunto dal Magistero stesso, dall'insegnamento della Chiesa: della Gerarchia e del Clero. Il detto insegnamento costituisce un uso illegittimo del munus docendi affidato alla Chiesa da Nostro Signore Gesù Cristo, illegittimo e dunque anche fuori competenza: extra vires.

Osserviamo a questo punto che intendiamo il termine ‘Magistero’ come l'organo o lo strumento del munus docendi della Chiesa e ne distinguiamo due sensi: un senso positivo che si riferisce al suo esercizio legittimo; ed un senso neutro che utilizziamo in questo capitolo, che si riferisce al suo esercizio simpliciter, senza specificare se sia legittimo oppure illegittimo. Che il Magistero può essere esercitato in modo illegittimo, verrà dimostrato dagli esempi infra dati. E’ evidente, e solo da un ideologo può essere negato.

Il Modernismo dentro la Chiesa è difficile da combattere per vari motivi:

a) è difficile discernere in quanto ubiquito, onnipresente - Jacques Maritain parla dell’‘Apostasia immanente’. Ciò significa che è divenuto parte della fabbrica propria della Chiesa, o, in un’altra immagine, è divenuto troppo grande persino da vedere;
b) è difficile comprendere, in quanto tipicamente oscuro, come esporremo nella sezione seguente;
c) è difficile valutare, perché per essere valutato richiede conoscenze teologiche che non sono più insegnate nei seminari, o nelle parrocchie, o non esclusivamente insegnate;
d) è difficile accettare, perché richiede onestà intellettuale, e coraggio per affrontare la devastazione dottrinale della Chiesa di oggi;
e) è difficile criticare, soprattutto per un chierico, perché un tale sarà etichettato non solo come ‘duro’, ma anche ‘empio’ o persino ‘scismatico’ (o ‘cripto-scismatico’) verso la Chiesa, il Papa, e il Magistero (inteso solo nel primo senso del termine), e avrà da affrontare des mauvais quarts d’heure presso il suo Superiore o Vescovo, e forse anche la perdita del suo apostolato. Ovviamente più si consolida il Modernismo nel Magistero, ribadendo le nuove dottrine del Concilio Vaticano II in encicliche ed altri documenti successivi , più sarà difficile criticare. 

2. L’Oscurantismo

L'oscurantismo concerne la comunicazione della dottrina falsa.

Abbiamo detto che il Modernismo costituisce la negazione e l’oscurazione della Fede. Nel primo caso la falsità è esplicita; nel secondo caso è implicita: è implicata, insinuata, suggerita, favorita, dall’Oscurantismo. Nel caso dei vescovi ci riferiamo al libro Curé… mais Catholique, dove l’Abbé Sulmont fa notare come molti vescovi moderni abbiano modellato i propri pastorali a forma del punto di domanda.

Esempi della negazione di dottrine cattoliche abbiamo visti recentemente nei campi del matrimonio, per esempio sul ‘matrimonio’ contro natura e sull’aborto. In tali casi i prelati negano non solo la Fede ma anche la Ragione (nella forma della legge naturale). Ciò rappresenta un novum per la Chiesa cattolica ed una penetrazione intima dello spirito della menzogna, dello spirito diabolico, nel suo seno. Oppure, nel campo della mariologia, da parte di certi prelati tra cui anche cardinali: Così il cardinale diviene una contraddizione vivente, una delle glorie del Modernismo: il suo abito rosso proclama la Fede per cui deve essere pronto a versare il sangue, mentre la sua lingua la nega. Nella sezione presente invece, ci proponiamo di concentrare sull’ oscurazione della Fede, perché è questo il modo in cui il Modernismo contemporaneo preferisce operare, cercando di disseminare la zizzania della falsità mediante il Magistero stesso.

Questo Oscurantismo opera secondo due metodi principali: il tacere e l'equivoco. Col tacere, una determinata dottrina non viene più insegnata; coll’equivoco, viene espressa in modo eretizzante o non-cattolico.

Guarderemo ciascun metodo alla sua volta.

a) Il Tacere

Abbiamo notato che molte dottrine vengono taciute, ossia quelle considerate come ‘negative’: sull'esistenza dell'Inferno per esempio, sul Peccato mortale, e sulla santa Comunione sacrilega. Guardiamo la santa un esempio è quella sulle finalità del matrimonio di cui tratteremo infra. Comunione sacrilega. Questa dottrina non viene quasi mai più insegnata né predicata. Di fatti, il passo di san Paolo che lo condanna, che compare nel Rito romano antico sulla Festa del Corpus Domini e sul Giovedì Santo, è stato soppresso su tutte e due Feste nel Nuovo rito (Si tratta del brano I. Cor.11, 23-29 nel Rito antico, di cui i versetti 27-29 sono stati omessi nel Nuovo).

Chiaramente questo tacere, come qualsiasi altro tacere di dottrina, non è solo qualche cosa di neutro: la mancanza di compiere un atto; bensì qualche cosa di positivo: un vero atto, un atto di negazione. Perché se a qualcuno viene affidata una dottrina come principio morale da predicare, e poi non la predica, l'unica spiegazione possibile è che lui non la ritiene necessaria per la morale, e dunque, per tutti gli effetti possibili, la nega.

Se un operaio avverte il preside di una scuola che c'è un cavo elettrico scoperto in una certa stanza, ed ammonisce lo stesso di non far entrare gli alunni in questa stanza per il rischio di elettrocuzione, ma il preside tace nell'avvertimento, il suo tacere, per tutti gli effetti possibili, eguaglia ad una negazione del fatto in questione.

Al tacere delle dottrine cattoliche da parte dei modernisti, possiamo applicare la dichiarazione di papa Felice III sul Patriarca Acacio nel VI secolo: ‘Error cui non resistitur approbatur, et veritas quae minime defensatur, opprimitur: l'errore a cui non ci si oppone, deve considerarsi approvato, e la verità che viene difesa in modo minimale è oppressa’.

b) L'Equivoco

Il secondo metodo di oscurare una dottrina è l'equivoco o ambiguità. Mettiamo l’equivoco nel suo contesto.

Quanto alla testimonianza alla Fede, il cattolico assente a ciò che dichiara una dottrina e nega ciò che nega: dice sì al sì e no al no, come il Signore stesso ci insegna (Mt. 5,37): ‘Il vostro parlare sia sì, sì - no, no, ciò che è in più viene dal maligno’. L’eretico del passato, in vece, dice sì al no e no al sì; mentre l’eretico moderno, mediante l’equivoco, dice sì e no al sì, e sì e no al no.

Quanto all’epistemologia, bisogna dire che se un punto di forza della dottrina cattolica è la sua chiarezza, un punto di forza del Modernismo è la sua confusione. La chiarezza illumina la mente per accettare la verità, mentre la confusione confonde la mente per accettare la falsità.

i) Le finalità del Matrimonio: Fino a qualche tempo fa, la santa Chiesa cattolica insegnava in modo costante che la finalità primaria del Matrimonio è la procreazione, e la finalità secondaria l'assistenza reciproca, o amore, degli sposi. Mentre nel Concilio Vaticano II, nel nuovo codice di Diritto Canonico, e in varie encicliche successive, si mette adesso l'amore al primo posto, e la procreazione al secondo (senza però esplicitamente definire l’amore come ‘finalità primaria’, né la procreazione come ‘finalità secondaria’). Chiediamoci: La dottrina del passato era vera e la dottrina del presente è falsa? Oppure la dottrina del passato era falsa e la dottrina del presente è vera? Oppure la dottrina del passato era vera allora ma adesso è falsa? Oppure la dottrina del passato era vera in un senso e la dottrina del presente è vera in un altro senso? E in questo caso perché la dottrina del presente ha precedenza su quella del passato? And answer comes there none.

ii) La Santa Messa: Nella versione definitiva dell'Art.7 dell'Istitutio Generalis, l'introduzione ufficiale al Novus Ordo Missae, la Santa Messa viene presentata in questi termini: ‘Missa seu Cena dominica....memoriale Domini seu sacrificium eucharisticum: la Messa o la Cena del Signore…. la Commemorazione del Signore o il sacrificio eucaristico’. In altre parole la Santa Messa viene identificata con la Cena del Signore nel primo caso e con la Commemorazione del Signore nel secondo. Questo però è un equivoco. La Santa Messa è la Cena del Signore e la Commemorazione del Signore (cioè del Calvario) in un certo senso (non-essenziale), ma presentandola così simpliciter, suggerisce che lo sia essenzialmente: ciò che è una posizione protestante (Secondo Martin Lutero la santa Messa è la ‘Cena del Signore’ ed una mera commemorazione del Calvario, in contraddizione alla dottrina cattolica che insegna che la santa Messa è essenzialmente il sacrificio del Calvario). In altre parole, presentare la Santa Messa in termini carichi di senso protestante è presentarla in senso protestante.
iii) Il Papato: Il professor Romano Amerio, nel suo contributo al ‘Congresso teologico sì sì no no’ Anno XXII. Numero 7, 30 aprile 1996 ‘La Dislocazione della funzione magisteriale’, cita una considerazione di papa Giovanni Paolo II nell’enciclica ‘Ut unum sint s.95: ‘di trovare una forma di esercizio del primato che, pur non rinunziando in alcun modo all’essenziale della sua missione, si apra ad una situazione nuova’, e commenta: ‘Che è come dire: E’ irrenunciabile, ma non è irrenunciabile. E’ un principio assoluto, ma non è un principio assoluto. L’infallibilità del papa è una rupe immota ‘però’… e quando dici ‘però’ hai già operato il cedimento’.

c) La Natura dell’Oscurantismo

In sintesi, abbiamo dato qualche esempio per mostrare come il Modernismo oscura la dottrina cattolica: oscura la dottrina cattolica sulla santa Comunione sacrilega; sull’ordine delle finalità del matrimonio; sulla natura sacrificale della santa Messa; e sul primato di Pietro.

Ma non solo oscura queste dottrine, bensì le oscura in favore dell’eresia e della falsità, perché tacere il sacrilegio eguaglia a negarlo; il rovescio nell’elencare le finalità del matrimonio insinua un rovescio nella loro valutazione; presentare la santa Messa in termini protestanti favorisce la teologia eucaristica protestante; e qualificare ciò che è assoluto lo relativizza.

Questo Oscurantismo può essere considerato come una specie di eclisse parziale o piena della Fede. E’ parziale quando si tratta di un equivoco che non ammonta ad una contraddizione formale; è piena quando si tratta di tacere completamente la dottrina cattolica, o quando la dottrina viene espressa in termini contraddittori: perché chi nega il principio di non-contraddizione in riguardo ad un determinato dogma nega la possibilità stessa della sua verità. Il risultato di tale negazione è una Fede senza verità: una Fede determinata solo da sentimenti e da atteggiamenti soggettivi, che non è più una Fede affatto.

II Le Conseguenze del Modernismo

Se l'Eresia del passato agisce come ‘un colpo di pugnale’ nelle parole dell’Abbé Dulac, l'Eresia modernista agisce come un veleno lento: così che si può andare a letto un giorno con la Fede e alzarsi all’indomani senza la Fede.

Il Modernismo agisce come un veleno lento in quanto, oscurando una dottrina della Fede, indebolisce la virtù della Fede: cioè indebolisce l’aderenza della volontà alla Verità rivelata. In questo modo il Modernismo fa dubitare su tutti i dogmi della Fede.

In conseguenza, i dogmi vengono additati come ‘problemi’: ‘il problema della Risurrezione’, ‘il problema del Peccato Originale’, ‘il problema dell'Inferno’, eccetera. I dogmi della Fede non sono problemi, però: sono verità sovrannaturali: sono problemi solo per coloro che negano la Fede. Alcune sono anche misteri, ma non sono problemi: sono insondabili alla ragione, ma difendibili con essa.

La Fede diviene un ‘problema’, dunque, e viene relegata ad un posto vicino alle credenze di altre religioni, o viene trattata come una tematica tra una varietà di altre tematiche. Così la Fede viene sostituita da ‘favole’: ‘Rifiuteranno di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole: a veritate quidem auditum avertent, ad fabulas autem convertentur’ (2. Tim.4.4).

I membri della Gerarchia e del Clero, quindi, in un esercizio illegittimo del loro munus docendi, mettono in valore altre confessioni cristiane o altre religioni, oppure abbandonano in grande misura l’insegnamento della vera Fede in favore di tematiche come l’antropologia, la sociologia, la psicologia, o la politica. Rinunciando a definizioni ed anatemi, ricorrono nelle loro dichiarazioni ufficiali a cascate di parole intellettualizzanti ed impenetrabili26 , e nelle loro prediche a racconti e barzellette.

Il vuoto di questo insegnamento, una volta spogliato della sua sofisticazione, si manifesta chiaramente nella catechesi dei bambini. Quali visioni di verità e di santità vengono date a loro nei giorni puri della loro fanciullezza per radicarli nella Fede, nella vita dei sacramenti e delle virtù? O per richiamarli nelle loro ultime ore di vita all’abbraccio della Divina Misericordia? (Meriti del Catechismo di san Pio X, che espone con semplicità e chiarezza esemplari le dottrine centrali della Fede, e che fu imparato a memoria da innumerevoli cattolici solo due generazioni fa. Nei tempi di oggi, ancora più pericolosi di prima per la salvezza delle loro anime, i bambini vengono privati di qualsiasi mezzo adatto per assicurarsene. L’autore chiese recentemente a un figlio di amici suoi cosa avesse imparato nel catechismo la settimana scorsa. ‘Il cubo’ fu la risposta. ‘Cos’è il cubo?’ replicai. ‘Bu?’ Più tardi passai per la chiesa e addirittura vidi davanti all’altare (- tavola) un grande cubo sinistro di colore grigio. Ne guardai due lati: uno mostrava due bambini che si abbracciavano, l’altro un pallone. Bu?)

Oscurare un dogma, particolarmente negando il principio di noncontraddizione, ha un effetto ulteriore, però, e ancor più notevole, come abbiamo accennato alla fine della sezione antecedente, cioè non solo oscura la Fede intera, ma anche la nozione stessa della Verità. Poiché le dottrine cattoliche sono verità, ossia verità oggettive: anzi sono verità assolute e più certe delle verità dei sensi; e pretendere che allo stesso tempo e nello stesso modo possano essere e vere e false, è negare la possibilità stessa della Verità.

Fin quanto si allontana dalla concezione della verità e della realtà oggettive, si avvicina a quella della verità e realtà soggettive. Così facendo, però, si è sulla strada che conduce alla pazzia, perché la pazzia è niente altro che l’abbracciare la realtà soggettiva.

L'ordine del Vero cede all'ordine del Bene. La verità non viene più considerata come guida del comportamento, bensì ‘l'amore’: un amore però che non è più specificato dalla realtà. Questo amore, in quanto razionale, si manifesta nell'umanesimo, un umanesimo leggermente colorito dal cristianesimo con una tendenza verso l'attivismo; in quanto emozionale, si manifesta nel sentimentalismo e nella preoccupazione eccessiva per le sensibilità altrui.

L’oggettivo cede al soggettivo, e il fiume del Modernismo riaffluisce in quel vasto oceano di soggettivismo dal quale è provenuto.



Tratto dal Libro "La fede e l'eresia" di un Sacerdote cattolico

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