sabato 16 febbraio 2019

Diario della preghiera di Teofane il Recluso - parte 2

Vedasi qui la prima parte, con l'introduzione e la contestualizzazione.

Mi è stato correttamente segnalato che le centurie esprimono in estrema sintesi pensieri spiritualmente molto intensi, e ciascuna di esse meriterebbe un'ampia trattazione analitica per metterne in luce tutti gl'importanti contenuti pneumatici. Si è scelto nondimeno di proporre il testo sine glossa, in modo che il lettore possa affrontare questo "diario della preghiera" proprio nel modo in cui il santo monaco lo scrisse. Alcuni aspetti più importanti potranno poi essere ripresi per delle opportune considerazioni, calandoli nel contesto attuale che ha quasi completamente dimenticato lo spirituale. Segnalo sin d'ora in particolar modo la centuria n. 81, da tenere in gran considerazione.

51) Le opere sono obblighi che non possono essere rimandati. Non si possono tralasciare, sono preziose. Su di esse bisogna, quindi, fondare la salvezza dell'anima. Ma questa non proviene da queste in quanto tali, è opera della grazia di Dio, della grazia che ci salva e della grazia che ci dà la forza di salvarsi.

52) Com'è una casa morta? È deserta, ammuffita, incomoda. Così è l'anima impenitente, che non conosce il timore di Dio.

53) Dio che ha creato il mondo, lo conserva e lo conduce all'ultimo fine. Ogni creatura è come un suo strumento. Le creature senza ragione sono strumenti pacifici, ma le creature libere resistono, rallentano il progresso del mondo verso la line. Ma siccome senza la loro debita collaborazione il fine non può essere raggiunto, allora tutta l'economia della salvezza divina si concentra sullo sforzo di mettere e tenere sul debito cammino le creature ragionevoli. Nel fondamento di questa cura sta l'economia incarnata. È ciò che disse Gesù: il mio Padre opera sempre e anch’io opero.

54) Il nemico fa dell'anima dell'impenitente un fosso di scarico dove egli getta ogni straccio.

55) Hai visto qualche volta un uomo circondato da un branco di cani? Quell'uomo disgraziato cerca di difendere se stesso e ciò che ha tra le mani. Ma soltanto se gli corre in aiuto qualcuno più forte, il branco viene scacciato. Lo stesso accade con quelli che si sono convertiti e camminano sulla retta strada. Il nemico talvolta incita contro di essi un branco di passioni che sono come cani staccati dalla catena e l'una dopo l'altra cominciano a lacerarlo. Allora solo l'aiuto dall'alto scaccia quel branco.

56) Quando osserviamo dentro di noi le tracce delle passioni e, nonostante ciò, non operiamo ciò che ci spingono a fare, non dobbiamo avere una buona opinione di noi stessi. Non realizziamo opere perché, forse, non troviamo l'occasione per eseguirle. Appena si presenta l'occasione, ti manifesterai più eccitabile di un turco, più cattivo di un bascibuzuco [1], più avaro di un ebreo.

57) All'inizio le opere di penitenza, anche se sono grandi, sembrano senza valore; ma più tardi, quando la coscienza si appaga con esse, possono apparire di grande valore. Bisogna arrivare a questa disposizione.

58) Il perdono sacramentale dei peccati avviene subito dopo la confessione, dopo l'assoluzione sacerdotale. Ma il perdono delle conseguenze che i peccati hanno lasciato nella natura avviene solo dopo le fatiche della penitenza. I defunti, che non sono riusciti ad arrivarci in questa vita, lo raggiungeranno nell'al di là, per mezzo delle preghiere della Chiesa.

59) Non è di buon senso lo spirito di un desiderio malinconico e di inquietudine che, dal basso, s'impossessa del cuore e lo tenta. Bisogna liberarsene. Questo desiderio è indeterminato; la buona tristezza ha sempre come oggetto determinato i propri peccati e la propria indegnità.

60) Può accadere che la liturgia sia esteriormente ben ordinata, ma interiormente disordinata. Tale può essere anche lo stato di colui che la celebra: esternamente si comporta come si deve, ma internamente è come diviso.

61) Sembra che sarebbe meglio chiamare la vita spirituale vita interiore. E' più comprensibile, più raggiungibile, più preciso.

62) Non è peccato solo quello che chiamiamo carnale, ma ogni soddisfazione della carne, nel mangiare, nel bere, nel riposo, nella posizione del corpo, quando con questo si interrompe l'attività spirituale o s'indebolisce la forza della sua azione.

63) Non accedere alla preghiera con qualche preoccupazione, altrimenti la tua preghiera non sarà preghiera. Ognuno cerchi, per se stesso, l'arte di liberarsi delle preoccupazioni per mezzo della preghiera. Per mezzo della preoccupazione il nemico getta l'anima di qua e di là come il frumento nel passino.

64) L’anima senza preoccupazione è pronta alla preghiera e per il Signore. Con essa la preghiera non è completa e dopo la preghiera la preoccupazione torna integralmente.

65) Il furto spirituale appare in diversi modi e può essere causa dell'allontanamento della grazia ma è anche educativo. Da ciò proviene sterilità, dimenticanza, oscuramento, perdita dell'energia. Il mezzo che si deve usare contro questo difetto è quello di ricevere tutto come proveniente dalla mano di Dio, con riconoscenza, come dono; e poi offrendo se stessi a Dio, sperando tutto dall'alto.

66) I buoni pensieri che, all'improvviso, vengono a visitare l'anima, vengono dal Signore o dall'angelo custode. Mettono ordine in tutto ciò che abbiamo dentro, illuminano ciò che è dentro e fuori e creano un atteggiamento liturgico. I pensieri provenienti dal nemico, anche se non sono, in se stessi, cattivi, producono turbamento e oscuramento, accompagnati da compiacimento di sé; se poi sono cattivi portano con sé la tempesta degli impulsi passionali, più o meno forti e disturbanti.

67) La vita interiore, sia giusta sia sbagliata, ha le sue regole e le sue leggi, i suoi meriti e le sue punizioni, che non corrispondono a quelle esterne, ma vanno secondo un proprio ordine. L'atteggiamento esteriore è tutt'altra cosa da quello interiore.

68) Dopo la penitenza e la pratica della purificazione l'anima dà tempo al tempo e ricorda tutti i peccati della vita e li giudica. Questo giudizio è diverso dal precedente e dà molta pace. Ma il nemico talvolta si associa nel farci ricordare alcune opere che non sono buone secondo il giudizio umano, opere irragionevoli e superficiali, e non ci fa interessare di quelle con le quali Dio è stato offeso. Il giudizio della coscienza, si può dire, è benefico, vivifica la penitenza e la contrizione unitamente alla speranza, è aperto alla misericordia; il giudizio del nemico, invece, porta con sé un desiderio disperato e pesante.

69) Da che cosa l'anima si sente vuota? Perché ha abbandonato il Consolatore delle anime attraverso qualche sua colpa o anche per qualche indottrinamento. Può trattarsi anche di una certa pausa, l'inattività di tutte le forze, le quali, dato che appartengono alla realtà creata, non posso­no essere continuamente tese senza rilassamento e riposo.

70) Ecco gli stadi dell'allontanamento dall'unico necessario: 1) l'attaccamento a qualche opera, all'imparare qualche cosa, al fare qualche cosa di manuale o artistico, ma con qualche preoccupazione; 2) dopo viene la pigrizia nelle opere per la salvezza, nelle preghiere, nella vigilanza, nel digiuno, eccetera; 3) da ciò deriva un indebolimento dell'attenzione a se stesso e l'interna struttura si scompone; ciò dà al nemico l'accesso per seminare cattivi pensieri e suscitare movimenti passionali; 4) l'inclinazione non è più lontana dalla passione e, alla fine, dal peccato.

71) Bisogna mescolare dentro di noi due sentimenti: quello di sentirsi un uomo perduto e quello di sentirsi uomo salvato.

72) Vi sono due modi per purificare il cuore: la pratica e la contemplazione. Si cominciano a praticare insieme; in colui che cammina rettamente vanno di pari passo ma, al principio, la pratica precede; in seguito viene vivificata dalla contemplazione che, alla fine, la sostituisce del tutto.

73) Nel periodo della purificazione Dio non solo ammette avversità e altre miserie, ma le consente come mezzi adatti alla stessa purificazione. Queste sono molto feconde, perché in seguito viene data all'anima anche una forza speciale per sopportarle. Un inesperto può sbagliare in ogni caso. Presta attenzione a questo!

74) Inizialmente le leggi e la voce della coscienza mostrano ciò che in noi è distorto, più tardi ciò ci viene mostrato dalla pacifica disposizione del cuore e, alla fine, l'occhio di Dio nel cuore.

75) Nell'economia della salvezza è fondamentale immergersi il più possibile nel profondo del cuore; e, alla base di questo vi deve essere qualche sentimento irremovibile: sentirsi cieco, nudo, lebbroso, debole.

76) Dio organizza gli incontri con gli uomini affinché noi comunichiamo l'uno all'altro i beni ricevuti da Lui e ci arricchiamo a vicenda. Il nemico ci spia e in tutti i modi si sforza di realizzare degli incontri inutili e anche nocivi. Capiscilo!

77) Il nemico, per tentarci, si uniforma al carattere degli uomini: con gli intellettuali agisce in un modo, con gli emotivi in modo diverso. E non suggerisce sempre una cosa cattiva, è contento quando riesce a occupare l'attenzione con delle sciocchezze. Gli importa solo di far distrarre l'attenzione dallo scopo principale, dall'unico necessario, facendo perdere tempo; tutto ciò è vantaggioso per lui.

78) Nel nostro intimo la concentrazione dei pensieri su quello che è lo scopo principale differisce secondo i diversi tempi, ma l'atteggiamento essenziale deve restare inamovibile, cioè: io sono peccatore, degno della condanna e della pena, ma rimango nella speranza della salvezza a causa della morte in croce del Signore Salvatore.

79) Quando hai iniziato la fatica della penitenza e non vedi successo, non scoraggiarti, ma cerca, sperando nelle promesse di Dio. Ti sei allontanato da una riva, e ancora non vedi l'altra per niente. Lavora più fortemente con i remi (con i mezzi della penitenza e dell'ascesi) e la riva apparirà. È già sufficiente accontentarsi con un solo aiuto sicuro - esso viene con l'apparizione della seconda riva. Ivi non avrà più posto la preoccupazione per l'esito della fatica, se non nel caso in cui diventi pigro. Ma chi potrebbe averne colpa, se non tu stesso?

80) Costruisci, presso la porta del tuo cuore, una sbarra e mettici una guardia severa. A chiunque viene - pensiero, sentimento, desiderio - chiedi: sei dei nostri o un estraneo? Scaccia gli estranei senza pietà e sii implacabile.

81) L'uomo psichico fa ciò che è piacevole, utile, necessario; ma l'uomo spirituale pneumatico si concentra su quello che è il suo dovere, sulla virtù, su ciò che piace a Dio. Anche nella vita spirituale vi sono cose piacevoli, utili e necessarie per l'anima, ma in questo caso esse sono sottomesse alle leggi della vita, nello spirito in Cristo Gesù.

82) La giustizia esteriore, senza essere giustificata internamente, sembra guarire le piaghe, ma resta l'infermità, dalla quale le piaghe scaturiscono; è come se la casa rimanesse putrescente, sporca, brutta.

83) Dio Padre, con la sua benevolenza, chiama noi peccatori presso il suo Figlio Unigenito, per mezzo della grazia dello Spirito santo. Il Figlio di Dio lava con il suo sangue e lo Spirito santo colui che ha accettato questa chiamata, lo rigenera, lo veste in Cristo. Allora il Padre lo accetta nella sua vera e viva benevolenza, nel suo abbraccio.

84) La santa Chiesa sulla terra è come una fabbrica di mattoni. Il tempio di Dio, in modo definitivo, si costruisce nel ciclo, ma i mattoni e il resto vengono preparati sulla terra. L'argilla viene impastata, battuta, pestata, ma tace; così diviene mattone, adatto all'edificio. Cerca di applicare questa similitudine alla tua vita spirituale e apparirai adatto per il celeste tempio di Dio.

85) Quando un sacco, pieno d'acqua, viene stretto, l'acqua comincia a spingersi verso l'alto come da una fontana, fino a quando non trova o realizza una apertura. Stringi te stesso nel tempo della preghiera con il timore del giudizio e il tuo grido si alzerà dal cuore verso l'alto, come in una fontana, chiedendo misericordia.

86) Dio realizza la sua opera nel mondo. Tutte le forze celesti sono attente, sii attento anche tu. Tutto è un mezzo, il fine lo sa solo Dio. Tutto passa, solo Dio veramente esiste. Rimani con Lui. Egli è presente ovunque, con la sua sostanza e non soltanto con la sua scienza. Guardati dall'essere dannato come uno che si manifesta malizioso e pigro davanti al volto dell'imperatore.

87) Durante il battesimo dei bambini si fa obbligo ai padrini di fare ciò che i bambini stessi non sono ancora capaci di eseguire. Analogamente per quei morti che sono passati nell'altra vita prima ancora di aver iniziato la vera vita, non conducendola al termine; ciò che essi non hanno potuto eseguire viene svolto, per essi, dalla comunità dei fedeli fino a quando si purificano e diventano maturi. Dopo di ciò essi daranno la ricompensa ai fedeli con la loro preghiera. Questa è la circolazione delle forze in Cristo Gesù, nostro Signore.

88) Nel mondo interiore, dietro il velo, nessuno entra con opere esteriori; solo il Signore Salvatore vi è entrato. Ma vi entrano anche i cristiani, vi entrano con la mente, con il sentimento, con la contemplazione. E' uno stato, non un movimento, è frutto di tutta la struttura. Il velo significa che il Signore è invisibile.

89) Qualcuno ha detto che si può ritenere che nelle grandi festività, cioè nella luminosa risurrezione di Cristo, nella natività di Cristo, nella Pentecoste e nelle altre feste, oltre che nelle domeniche e nei giorni del ricordo per i defunti, a questi ultimi, nel periodo della purificazione [2], è data licenza di essere presenti là dove vivevano prima, specialmente presso coloro che pregano per loro; nel sogno rivelano loro il proprio stato chiedendo le preghiere e la consolazione.


90) Come si può contemplare Dio nel cuore senza diminuire la sua grandezza? Tieni a mente che egli rimane del tutto nascosto e non dare alcuna forma alla sua presenza.

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[1] I bashi-buzuki (lett. in turco "teste matte") erano la soldataglia irregolare dell'esercito ottomano, nota per la sua ferocia.
[2] Questa è una delle molteplici testimonianze che si potranno trovare, tanto nei testi liturgici che in quelli spirituali della tradizione bizantina, della purgazione delle anime defunte prima di giungere in Paradiso, concetto del tutto affine a quello latino di loci purgatorii giusta la definizione dommatica del 1439 (Concilio di Ferrara-Firenze). Contrariamente a quanto comunemente si pensa, infatti, anche la tradizione orientale conosce tale principio, discendente direttamente dalla Chiesa antica (e che del resto giustifica la pratica di preghiere in suffragio per i defunti), seppur lo concepisca in un modo diverso rispetto alla teologia scolastica (purgatorio come terzo regno, distinto e fisico). Questo aspetto meriterebbe ovviamente una trattazione approfondita.

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