sabato 6 ottobre 2018

La regola mariana di San Serafino di Sarov

In questo mese del Santo Rosario, sarà interessante riportare alcune informazioni su una simile pratica di preghiera nella Chiesa Orientale. Comunemente si dice che il Rosario mariano non faccia parte dell'ortoprassi orientale, e ciò in parte è vero, anche se vi sono forme consimili di preghiera iterata: le corde da preghiera, i cosiddetti κομποσκοίνια (komboskìnia), talora detti impropriamente "rosarii ortodossi", sono corde di 33, 50 o 100 grani sulle quali i fedeli orientali recitano la Preghiera del Cuore: Κύριε Ἰησοῦ Χριστέ, Υἱέ τοῦ Θεοῦ, ἐλέησόν με τόν ἁμαρτωλόν! (Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!). Questa preghiera, com'è ben noto, ha un ruolo fondamentale nella pratica dell'esicasmo, la "via unitiva" dell'ascesi e della mistica orientale, e non a caso in alcuni monasteri dell'Athos i monaci sono tenuti a recitare quattro o cinque di seguito di questi "rosari" da 100 grani ogni giorno.
Il Rosario mariano infatti, almeno storicamente, si sviluppa nel XIII secolo, per la predicazione dei domenicani e particolarmente di San Pietro da Verona, fondatore della prima Confraternita del Santo Rosario, e viene universalmente diffuso e raccomandato solo nel 1479 con la bolla di Sisto IV Ea quae ex fidelium. Dunque, è una prassi latina posteriore al Grande Scisma, e pertanto naturalmente non compare nella pratica orante della chiesa greca.


Tuttavia, fatto meno noto, nel XIX secolo, in Russia, si diffuse una regola di preghiera estremamente simile, pressoché identica, al Rosario mariano latino. Alcuni sostengono che ciò possa essere avvenuto per una contaminazione latina (del resto già altre devozioni tipiche del Medioevo occidentale, come quella ai Sette Dolori della Vergine, erano entrate nella pratica dell'Ortodossia Russa): pur mantenendo i caratteri tipici di una preghiera orientale, l'idea di fondo è infatti la medesima del Rosario mariano domenicano.

Suddetta regola fu scritta dal santo monaco Serafino di Sarov (1759-1833), come regola quotidiana per le monache del monastero di Divejevo, ma divenne presto popolare presso tutti i fedeli ortodossi slavi. Essa, proprio come il Rosario latino, si propone di essere un "salterio dei poveri", e cioè ai 150 salmi del salterio che i monaci e i sacerdoti recitano settimanalmente nell'Ufficio Divino, appone la ripetizione di 150 preghiere alla Vergine (Ave Maria), suddivise in 15 decine, ciascuna delle quali legata a un mistero della vita di Cristo e della Sua Santissima Madre.

La regola, in una traduzione italiana un po' libera, si può visualizzare QUI. L' "Ave Maria" in Oriente suona così, leggermente diversa dalla versione latina:

Θεοτόκε Παρθένε, χαῖρε Κεχαριτωμένη Μαρία
ὁ Κύριος μετά σοῦ.
Εὐλογημένη σύ ἐν γυναιξί
καί εὐλογημένος ὁ καρπός τῆς κοιλίας σου,
ὃτι σωτῆρα ἒτεκες τῶν ψυχῶν ἡμῶν.

Vergine Deipara, ave o Maria piena di grazia,
il Signore è teco.
Benedetta sei tu fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo ventre,
poiché hai generato il Salvatore delle nostre anime.

La struttura della preghiera, come si vedrà, è sostanzialmente identica, fatta salva l'omissione della dossologia e del Pater a ogni decina, e l'inserimento invece di alcuni icastici brevi tropari. Ogni mistero, poi, viene "meditato" attraverso la recita del tropario della festa corrispondente.
Di seguito propongo una semplice comparazione tra i 15 misteri del Rosario latino e i 15 della regola di San Serafino; si tenga conto, tra le altre cose, che nella devozione occidentale medievale gli eventi che accompagnano la Passione di Cristo (flagellazione, coronazione, etc.) hanno un posto estremamente importante (c.d. dolorismo), con una conseguente ipertrofia del momento della Passione nella distribuzione dei misteri, rappresentando così la maggior differenza rispetto alla serie orientale, che per compenso aggiunge una serie di misteri dell'infanzia della Vergine. In rosso sono segnati i misteri differenti tra le due regole; il 15° mistero di ambo le regole, pur essendo leggermente diverso, ha sostanzialmente lo stesso impianto concettuale.

Rosario latino
Regola di S. Serafino
1.      Annunciazione della Beata Vergine
2.      Visitazione della Beata Vergine
3.      Natività di Nostro Signore
4.      Purificazione della Beata Vergine (Presentazione di Cristo al Tempio)
5.      Invenzione di Cristo nel Tempio
6.      Agonia nell’orto degli ulivi
7.      Flagellazione di Cristo
8.      Coronazione di spine
9.      Salita al Calvario
10.  Crocifissione e morte di Cristo
11.  Risurrezione di Cristo
12.  Ascensione di Cristo
13.  Effusione del Santo Spirito (Pentecoste)
14.  Assunzione della Beata Vergine
15.  Coronazione della Beata Vergine (Gloria della Vergine e i Santi nel Paradiso)
1.      La Santissima Deipara *
2.      Natività della Beata Vergine
3.      Presentazione della Vergine al Tempio
4.      Annunciazione della Beata Vergine
5.      Visitazione della Beata Vergine
6.      Natività di Nostro Signore
7.      Purificazione della Beata Vergine (Presentazione di Cristo al Tempio)
8.      Invenzione di Cristo nel Tempio
9.      Il miracolo in Cana di Galilea
10.  Crocifissione e morte di Cristo
11.  Risurrezione di Cristo
12.  Ascensione di Cristo
13.  Effusione del Santo Spirito (Pentecoste)
14.  Dormizione della Beata Vergine
15.  Protezione della Santa Vergine sui Cristiani

* Il primo tropario non si riferisce propriamente a un mistero o festa della Vergine, ma è il tropario della Madre di Dio che comunemente si canta nella liturgia quando non ricorrono festività con tropario proprio. Dunque si dice che commemori la Deipara in sé.

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