lunedì 10 giugno 2019

Solidarietà al "No grandi navi"

Conciossiaché siano molte le riserve che si possono e si debbono avere nei confronti della maggior parte delle manifestazioni di piazza, specialmente quando si giunga prossimi allo scontro con le forze dell'ordine (cosa che, grazie a Dio, non è avvenuta nel nostro caso), nonpertanto non possiamo astenerci dall'esprimere, a nome di tutto il Circolo, solidarietà al Comitato "No grandi navi", che ieri sabato 8 giugno ha fatto sentire la propria voce, rendendosi in tal modo latore delle istanze della quasi totalità della popolazione veneziana, per impetrare, specialmente in seguito al triste accadimento della scorsa domenica 2 giugno -fra l'Ottava dell'Ascensione-, l'allontanamento dei summenzionati "mostri" del mare dalla Laguna di Venezia.
Il rifiuto netto del transito di tali gigantesche imbarcazioni non è, come potrebbe pur apparire a chi si limitasse a leggere il nome delle associazioni e dei movimenti partecipanti al predetto Comitato, una battaglia politicamente schierata a sinistra, né una battaglia meramente ambientalista o comunque di stampo progressista, sibbene l'espressione di una volontà pressoché unanime della Città e dei suoi abitanti. I danni apportati dal passaggio delle "grandi navi" sono sotto gli occhi di tutti, innegabili e molteplici: al nocumento puramente ambientale (comunque consistente, dacché, come già accennammo e non ci stancheremo di ripetere, il cosmo è danneggiato non già dalla presenza antropica, in funzione della quale è stato disposto, sibbene dall'invadente peso della modernità, sotto il qual nome rientrano senz'ombra di dubbio anche tali mostruosi mezzi marittimi), si aggiunge per esempio il fatto ch'esse trasportano quotidianamente un'insostenibile quantità di turismo massificato e sovente incolto, principale fattore di degrado della Città, di svilimento e financo sacrilegio del suo patrimonio artistico, storico, culturale e religioso, ed eziandio concausa degl'innumerevoli disagi che colpiscono la popolazione lagunare; senza contare il danno, forse secondario ma comunque non indifferente, estetico, apportato da questi orrifici giganti della modernità che quotidianamente e più volte al giorno (peraltro in deroga al decreto Clini-Passera del 2012) offendono la bellezza dei monumenta historiae et gloriae di una Repubblica millenaria.
La Città le cui galee un tempo dominavano il Mediterraneo, regine del commercio e della guerra, è oggi violata dall'abominio di queste montagne di ferro (vedasi a latere la vignetta, ironica ma significativa, pubblicata dal gruppo "Feudalesimo e Libertà"): ma il popolo veneto non resta immobile dinanzi a questo scempio, e anzi si oppone con tutto l'antico vigore del Leone di San Marco. Ieri pomeriggio oltre diecimila persone, quasi un quinto della popolazione del cosiddetto (impropriamente) "centro storico", ha sfilato dalle Zattere alla Riva degli Schiavoni per opporre il fermo diniego che la cittadinanza tutta esprime nei confronti delle grandi navi. L'ingresso poi di mille manifestanti in Piazza San Marco, nonostante il divieto opposto dal prefetto Zappalorto -ovvero il rifiuto di derogare alla legge che vieta manifestazioni di carattere politico nella Piazza, varata in seguito all'ingloriosamente conclusosi putsch tentato dai difensori dell'indipendenza della Repubblica Veneta nel 1997-, quantunque si sia trattato di un atto di disobbedienza in sé non ammissibile, rappresenta in ogni caso quanto sia forte l'istanza che oggi tutta Venezia pone non già alla politica locale, purtroppo priva di autorità per intervenire in materia, sibbene a quella nazionale, acciocché trovi in fretta soluzione alla questione, e liberi una volta per tutte la Città di Venezia dalle grandi navi, contribuendo, in modo significativo benché limitato a una sola faccenda, a restituire alla fu Repubblica marinara l'onore che le è stato barbaramente sottratto in sessant'anni di turismo di massa e politiche scellerate.

San Marco Evangelista, la Beata Vergine Annunziata, San Lorenzo Giustiniani il protopatriarca, i Santi Teodoro d'Amasea e d'Eraclea megalomartiri, e tutti i numerosissimi santi patroni delle Venezie, intercedano presso il Signore Iddio per questa Città e per tutti i suoi abitanti, acciocché sian salvati d'ogni tribolazione, ira, pericolo e necessità. Kyrie eleison!

Domenica 9 giugno 2019, festa di Pentecoste

a nome del Circolo Traditio Marciana
Nicolò Ghigi, presidente

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