mercoledì 29 settembre 2021

Digiuno e astinenza: un vademecum

Questo scritto non vuole essere la spiegazione del senso cristiano dell’astinenza e del digiuno, ma, più sinteticamente, costituire una guida, un vademecum, per i nostri lettori che volessero adeguarsi alla prassi occidentale tradizionale. Per compilare le regole seguenti, infatti, abbiamo pensato di tornare alla prassi più antica, risalente addirittura ai Padri della Chiesa per alcuni aspetti, eliminando quindi le concessioni e gli allargamenti che, soprattutto nel mondo latino, sono stati via via introdotti non tanto per le necessità della vita moderna ma per assecondare la pigrizia spirituale. Chiaramente, noi non siamo nessuno per poter dire cosa scegliere nella vita spirituale: vogliamo però fare una proposta, dove sia possibile fare esperienza della più autentica Tradizione anche in questa materia.

Tanto per cominciare, ribadiamo l’importanza di avere un padre spirituale con cui confrontarsi: sarà lui a concedere, se necessario, dispense o piccoli adattamenti della regola, agendo con acribia o economia.

Si ricorda inoltre che sono dispensati dal digiuno (e, in alcuni casi, dall’astinenza) coloro che svolgono lavori pesanti (e.g. muratori, minatori…), impieghi in cui è necessaria l’attenzione (e.g. chirurghi, studenti sotto esame, autisti di mezzi pubblici…) o persone malate e donne gravide.

Su tutto, deve prevalere il buon senso: non avrebbe alcun significato (se non di rispetto puramente formale della regola), per esempio, non mangiare neppure una fetta di carne in un giorno di astinenza ma gustare costose ostriche o satollarsi in un sushi all you can eat.

Nei giorni di astinenza sono proibiti gli alimenti di origine animale (carne, brodo, sugna, salumi, insaccati, uova, latticini), il vino e i superalcolici. Sul pesce i canonisti antichi sono molto divisi, anche complice l'ambigua classificazione aristotelica di questa specie; secondo la prassi a nostro avviso più coerente è ammesso il sabato e la domenica e nelle feste doppie di I classe feriate che cadano in Quaresima o in altri periodi di astinenza stretta. L'uso romano non considera l'astinenza dall'olio d'oliva. La tradizione monastica prevede anche la xirofagia, cioè l’astensione dai cibi cotti. Sono giorni di astinenza:

  • tutti i mercoledì e venerdì, eccettuati quelli in cui cade una festa doppia di I classe con precetto (festa feriata [1]), dal Natale alla vigilia dell’Epifania (esclusa), la settimana che precede la Settuagesima e l’Ottava di Pentecoste; se in essi occorre una festa doppia o semidoppia si può consumare il vino;
  • tutti i giorni nel tempo di Avvento (in senso largo, maggiore del tempo liturgico propriamente detto): dall’11 novembre (festa di S. Martino) alla vigilia di Natale, esclusi i mercoledì ed i venerdì (che sono di digiuno);
  • le settimane di Sessagesima e i tre giorni di Quinquagesima (sono escluse le carni, ma non i derivati animali);
  • le domeniche di Quaresima;
  • il giovedì santo (l’ultimo pasto va consumato prima delle Tenebrae, con cui inizia il venerdì);
  • il sabato santo (dopo la celebrazione vigiliare è concesso il vino);
  • tutti i giorni in preparazione alla festa dei Ss. Pietro e Paolo, dal lunedì successivo alla festa della SS. Trinità al 27 giugno compreso (in questo periodo il vino è generalmente concesso);
  • tutti i giorni in preparazione alla festa dell’Assunzione della BVM, dall’1 al 13 agosto;
  • le vigilie delle feste dei Ss. Apostoli (20 dicembre per S. Tommaso, 23 febbraio per S. Mattia, 24 luglio per S. Giacomo, 23 agosto per S. Bartolomeo, 20 settembre per S. Matteo, 27 ottobre per i Ss. Simone e Giuda, 29 novembre per S. Andrea).

Il digiuno, comprendendo anche l’astinenza (poiché la legge più stringente comprende sempre quella minore [2]), prevede che si consumi un solo pasto al giorno dopo il Vespro [3]. Le colazioni (“refezioncelle”) sono introduzioni più tarde, eventualmente da concordare con il padre spirituale.

Sono giorni di digiuno:

  • tutti i mercoledì e venerdì compresi tra l’11 novembre ed il 24 dicembre;
  • il mercoledì, il venerdì ed il sabato delle Tempora d’inverno (dopo la III domenica di Avvento);
  • la vigilia di Natale (24 dicembre), che però è un jejunium gaudiosum in quanto all'unico pasto si possono consumare grandi quantità di cibo incluso il pesce
  • tutti i giorni di Quaresima, tranne le domeniche, fino al mercoledì santo incluso;
  • il mercoledì, il venerdì ed il sabato delle Tempora di primavera (dopo la I domenica di Quaresima);
  • la vigilia dei Ss. Pietro e Paolo (28 giugno);
  • la vigilia dell’Assunzione della BVM (14 agosto);
  • il mercoledì, il venerdì e il sabato delle Tempora d’autunno (dopo la festa dell’Esaltazione della S. Croce, 14 settembre);
  • La vigilia di Tutti Santi (31 ottobre);

Vi sono poi due giorni di "digiuno nero", ovverosia il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo, in cui secondo tradizione non è permesso mangiare né bere alcunché. 

La birra, nei giorni di digiuno ordinario, è sempre consentita: ottenendosi dal malto d’orzo, essa è considerata una sorta di pane liquido [4].

Il vino si può consumare nelle feste grandi che occorrono in Quaresima (e.g. Annunciazione) e nei mercoledì e venerdì in cui occorre una festa che abbia almeno il grado semidoppio.

Nel tempo di Pasqua è sempre consentito il vino e non vi sono mai periodi di digiuno.

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NOTE

1: nella concezione antica, non esisteva il precetto: le feste più importanti in settimana si riconoscevano dal fatto che in esse non si amministrava la giustizia ed erano sospesi i commerci.

2: per esempio, il divieto di fermata per strada comprende anche il divieto di sosta, come è chiaro che sia. Non si vede quindi per quali motivi la legge del digiuno non debba comprendere quella dell’astinenza. E' perciò poco sensato che esistano dei giorni di digiuno senza astinenza, come invece previsto dalla riforma della legge del digiuno col codice piano-benedettino del 1917.

3: per questo motivi taluni sono soliti, in Quaresima, cantare il Vespro prima di mezzogiorno.

4: Questo spiega perché molti monasteri, soprattutto in Belgio e in Germania, si sono fatti produttori di ottima birra, capace di nutrire senza violare la regola dell’astinenza.


5 commenti:

  1. Buongiorno, provo a riscrivere perché ho dei problemi con la visualizzazione dei messaggi e non so se il precedente è stato inviato.
    Innanzitutto chiedo: come mai nell'elenco non vedo la vigilia di Natale e le Tempora di Pentecoste?
    Nel caso in cui i giorni di vigilia coincidano con la domenica, il digiuno/astinenza è saltato o anticipato?
    Da qualche parte ho letto che anche i lunedì d'Avvento sono giorni di digiuno. Vi risulta?
    Il miele e annessi (propoli, polline e pappa reale) vengono considerati prodotti di origine animale?
    Infine: che cosa s'intende col termine "cotto"? Prodotto mediante cottura o scaldato? Ad esempio il pane, che si produce mediante cottura ma di solito è consumato freddo, viene consumato?

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    1. La vigilia di Natale era una nostra dimenticanza che è stata prontamente corretta. Le Tempora di Pentecoste sono tempora senza digiuno (e infatti sono pure senza genuflessioni agli oremus), nonostante questo sia stato introdotto in epoca successiva, venendosi a confondere col poi scomparso digiuno apostolico.
      Le vigilie che cadono in domenica si anticipano al sabato liturgicamente, ergo si anticipa pure il digiuno/astinenza.
      Circa i lunedì di Avvento, sicuramente hanno un carattere penitenziale marcato (c'è l'onus dell'ufficio dei morti, ad esempio), però non ricordo fonti che ne parlassero come di digiuno pieno, dovrei controllare.
      Il miele non è un prodotto di origine animale, come teoricamente non lo sarebbero nemmeno gli insetti stessi se qualcuno avesse voglia di mangiarli (personalmente no, checché ne dicano da certi palazzi brussellesi). E del resto non lo sono nemmeno molluschi e crostacei, non essendo animali stricto sensu.
      Il pane è effettivamente l'unica cosa cotta che si può consumare nei giorni di xirofagia, in cui altrimenti si usa mangiare unicamente verdura cruda, legumi, frutta.

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    2. E' da precisare che i giorni di xirofagia nella tradizione monastica non sono tutti quelli di astinenza, ma solamente una parte.

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  2. l'acqua si può bere nel 'digiuno nero'?

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    1. Propriamente no, anche se nella prassi sovente quella è concessa.

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