mercoledì 25 aprile 2018

Festa di San Marco

25 aprilis
IN FESTO S. MARCI EVANGELISTAE
Patroni principalis Venetiarum
et totius regionis olim subjectae rei publicae nostrae


duplex I classis

Il Santo Evangelista nacque secondo alcune fonti in Palestina, secondo altre a Cipro, attorno al 20 d.C., ebreo di stirpe levita, e cugino di S. Barnaba (cfr. Col IV,10). Non si sa se avesse fatto parte del numero dei discepoli di Gesù, ma sicuramente ne aveva sentito parlare, venne presto in contatto con gli Apostoli dopo la Risurrezione e divenne discepolo personale di S. Pietro. Una suggestiva interpretazione vede in Marco il giovinetto che fugge via nudo mentre Gesù vien catturato, citato solo nel di lui Vangelo (cfr. Mc XIV). Scrisse il suo Vangelo quando si trovava a Roma, ove era stato battezzato, e possedeva un'abitazione al Campidoglio, sulle cui spoglie ora sorge la Basilica romana a lui titolata, durante il regno di Claudio Imperatore (cfr. Eusebio di Cesarea,Historia Ecclesiastica), in compagnia proprio di Pietro, il quale, testimone oculare e uditore, è la fonte da cui trae ogni informazione per la stesura, non mancando però di criticare duramente il maestro quando necessario (Gueranger nota come il Vangelo di Marco sia quello che più duramente rimprovera Pietro per il rinnegamento). Il suo scritto fu particolarmente apprezzato dai Cristiani di Roma per la brevità, semplicità, concisione e al contempo completezza e precisione che sono caratteristiche del suo Vangelo, il più breve ma non per questo il meno ricco o importante.

Dagli Atti degli Apostoli, sappiamo che Marco seguì dapprima Paolo, da cui poi si separò, per recarsi (attorno al 50 d.C.) a Cipro, insieme al cugino Barnaba. Dopo la morte di Paolo, iniziò la sua predicazione autonoma, che la Tradizione vuole egli abbia effettuato in Egitto, fondando l'episcopato di Alessandria che egli stesso ricoprì, e fornendo ai Cristiani d'Africa, proprio nella terra che era stata tanto fonte d'errori e sventure, una salda fonte di dottrina petrina, dopo Roma ed Antiochia (Alessandria viene definita la "terza cattedra di Pietro").

G. Bellini, Predicazione di S. Marco ad Alessandria

Contestualmente, attorno al 66 d.C., inizia ad avere i primi contatti con l'Italia ,quando vi si trova in aiuto a Paolo (cfr. II Thim IV, 9-11), e, prima di partire all'evangelizzazione dell'Alessandria,, procede verso l'Italia settentrionale, precisamente ad Aquileia, dove fu inviato probabilmente da Pietro, nominandone il primo vescovo, Ermagora, che lui stesso aveva convertito. Nella città sono facilmente riscontrabili testimonianze del passaggio dell'Evangelista: nella cripta della Basilica di Aquileia, interamente affrescata con i cicli della predicazione dell'apostolo, vi si trova "Vangelo di San Marco", oggetto di ampia venerazione, scritto attribuito direttamente alla mano dell'Evangelista, oggi separato in pezzi e custodito in tre diversi luoghi, tra cui la Biblioteca Marciana.

Partendo verso Alessandria, fu tuttavia sorpreso da una tempesta presso le isole Realtine (nucleo della futura città di Venezia) .Qui, secondo la tradizione, un angelo gli apparve insogno, salutandolo con la famosa formula "Pax tibi Marce, evangelista meus!", diventata poi quasi un motto del Santo, e dando origine al profondo vincolo legante l'apostolo ed evangelista Marco alla città di Venezia.

Secondo gli apocrifi Acta S. Marci, che danno informazioni riscontrabili anche nella Leggenda Aurea, S. Marco subì il martirio nel 68 ad Alessandria d'Egitto, incarcerato ed immolato da degli idolatri durante la festa pagana di Serapide. Secondo questi racconti, egli in carcere fu visitato dallo stesso nostro Signore Gesù Cristo risorto, il quale lo salutò ancora: "Pax tibi Marce, evangelista meus!", suscitando grande commozione nel Santo, che ebbe nella visione del suo Maestro il coronamento di tutta la sua missione e della sua devozione alla causa Cristiana. Il giorno dopo, affrontando terribili tormenti, nacque al Cielo, andando ad occupare il seggio glorioso che gli spettava. ad acquistare la sua veste candidata nel sangue che ha versato, che, da martire immagine del Cristo patente, è il sangue stesso dell'Agnello.

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