Messa prelatizia di Pentecoste alla Santissima Trinità di Pordenone |
Durante il periodo della pentecoste noi dobbiamo:
1. pregare lo Spirito Santo affinché venga in noi e mantenga vivi in noi i suoi sette doni: la scienza, l’intelletto, il consiglio, la sapienza, la fortezza, la pietà, e il timor di Dio;
2. pregare lo Spirito Santo affinché formi in noi i suoi dodici frutti: l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la longanimità, la bontà, la benevolenza, la mitezza, la castità, la continenza, la modestia e la fedeltà;
Ho già cercato di fornire una spiegazione dei sette doni dello Spirito Santo: la scienza, l’intelletto – ossia i due doni che ci aiutano nella conoscenza e la comprensione dell’insegnamento e della legge di Cristo; e poi, il consiglio, la sapienza, la fortezza, la pietà, il timore di Dio – i cinque doni che ci aiutano ad osservare e mettere in pratica quello che Cristo ci ha insegnato - mettere in pratica la legge che Cristo ha prescritto.
Se i doni dello Spirito Santo conferiscono comprensione e virtù, i frutti dello Spirito Santo conferiscono le disposizioni che questa comprensione e queste virtù producono nell’anima. La presenza di questi frutti è un'indicazione che lo Spirito Santo dimora in noi e che noi stiamo cooperando con le grazie dello spirito Santo. Guardiamo questi dodici frutti uno per uno:
1. Carità (o amore)
La carità è l'amore di Dio e del prossimo, senza alcun pensiero di ricevere qualcosa in cambio. Tuttavia, non è una sensazione "calda e indistinta"; la carità si esprime in azioni concrete verso Dio e il prossimo – adorazione e obbedienza verso Dio – e il sostegno spirituale e corporale del nostro prossimo.
2. Gioia
La gioia che lo Spirito Santo fa crescere in noi è più che una gioia mondana transeunte, ed è più profonda di un'esperienza emotiva. È radicata in Dio e viene da lui, poiché non ha il mondo per propria origine ma, piuttosto, viene da Dio, è più serena e stabile della gioia mondana, che è semplicemente emotiva e dura solo per un certo tempo. Notiamo cosa dice San Paolo: “Possa il Dio della speranza riempirti di ogni gioia e pace mentre confidi in lui, in modo che tu possa traboccare dalla speranza con il potere dello Spirito Santo”.
3. Pace
La pace è più che un'assenza di conflitto: è un tipo di equilibrio che deriva dalla fiducia in Dio e dall'esperienza che tutto è nelle mani di Dio. A causa di questa esperienza, non cerchiamo ossessivamente di controllare le persone e le cose ed in questo senso, e dunque diventiamo più pacifici e sereni.
4. Pazienza
Questo frutto dello Spirito ci rende più disposti a soffrire le difficoltà della vita e delle altre persone: abbiamo meno bisogno di vendicare i torti e le offese e siamo più capaci di sopportare le imperfezioni delle persone e di questo mondo. Con questo frutto possiamo anticipare le croci, le miserie e le difficoltà della vita in questo mondo.
5. Benignità
La benignità è una disposizione grazie alla quale si ha la volontà di assistere e sostenere gli altri, in un modo che va oltre quello che è dovuto secondo giustizia.
6. Bontà
La bontà significa la disposizione di fare ciò che è giusto e il meglio per gli altri in ogni circostanza. A volte potrebbe includere rimproveri o richiami, altre volte incoraggiamenti o rassicurazioni. Il significato di tale parola è la motivazione a fare sempre ciò che è buono per la persona.
7. La longanimità
Questo dono è la pazienza sotto provocazione; essere longanimi significa sopportare silenziosamente gli attacchi degli altri.
8. Mitezza
Fondamentalmente, significa essere sottomessi a Dio e essere abbastanza umili da essere istruiti da Dio. Verso gli altri, significa essere mansueti: La persona mite non è mai superbo e prepotente.
9. Fedeltà
Vuol dire essere fedeli e affidabili. La connessione tra i due concetti di fede e fedeltà nasce dal fatto che siccome crediamo in Dio tendiamo ad essere più affidabili, perché la nostra fede infonde in noi il senso che Dio ci sta guardando, e come risultato siamo responsabili e siamo affidabili, in quanto la vera fede ci rende più inclini a rispettare gli impegni, soprattutto l’impegno di essere obbedienti verso Dio.
10. La modestia
La parola Modestia viene dal "modus" o dal mezzo. Quindi, per modestia, si osserva una posizione intermedia tra il vanto inappropriato delle proprie abilità e l'eccessiva mancanza di autostima. Essere modesti significa essere umili, riconoscendo che nessuno dei nostri successi, risultati, talenti o meriti sono veramente nostri, ma doni di Dio.
11. Continenza
Questa parola si riferisce all'autocontrollo generale, al controllo di sé. Questo frutto o virtù ci aiuta a regolare i nostri desideri. C'è un posto nella vita per i piaceri e i desideri: senza di loro moriremmo. Tuttavia, dalla caduta dell'uomo, i nostri desideri sono spesso smodati e i piaceri sregolati. C'è bisogno della virtù della temperanza, che li modera e li regola.
12. La castità
E' la sottomissione del desiderio fisico alla retta ragione, ossia la sottomissione degli impulsi fisici alla propria dimensione spirituale.
Quindi, complessivamente abbiamo 12 frutti dello Spirito Santo, secondo la tradizione cattolica. Come possiamo vedere, molti di loro ci spingono ad essere più zelanti, mentre altri fondano in noi una virtù radicata nella moderatezza.
Così, preghiamo con attenzione oggi l’ultima orazione della messa di oggi:
Fa’ o Signore, che l’infusione dello Spirito Santo purifichi i nostri cuori, e li fecondi coll’intima aspersione della sua grazia. Amen.
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