giovedì 28 gennaio 2021

Pensieri sulla seconda festa di S. Agnese, le "Ottave semplici" e le "Ottavuncole"

Oggi ricorre quella che nel calendario tridentino è segnata come S. Agnetis secundo, cioè la festa di S. Agnese "per la seconda volta", che cade esattamente sette giorni dopo la prima. La coincidenza è troppo grande per non pensare al residuato di un antica ottava, e proprio così la intese dom Suitbert Bäumer nella sua Storia del Breviario, adducendo la tesi che a Roma anticamente le ottave consistessero solo dell'ottavo giorno, e non dei giorni infra octavam che sarebbero stati un'influenza francescana, eccettuate quelle più importanti del Signore, dell'Assunzione e di S. Pietro, fondandosi su un ambigua indicazione del Micrologus de Ecclesiasticis Observantiis di Beroldo di Costanza (1085). Tale interpretazione tuttavia stride con il quasi coevo Ordo Romanus XI, attribuito a un canonico di San Pietro di nome Benedetto vissuto nella prima metà dell'XII secolo, che descrive come celebrare i giorni infra octavam di S. Lorenzo e S. Giovanni Battista, tra gli altri. Simili dati, peraltro, ricorrono pure negli scritti di Papa Innocenzo III, che, coevo di Francesco, difficilmente si potrebbe dire influenzato dai francescani in materia liturgica. Nondimeno, la tesi di Bäumer ebbe piuttosto seguito all'epoca, e fu probabilmente alla base dell'introduzione delle "ottave semplici" nella riforma di Pio X, di cui parleremo poi.

L'ipotesi di Bäumer, però, non è nemmeno confermata dai testi liturgici più antichi. Né il lezionario di Wurzburg (700 c.a.), né il quasi coevo Sacramentario Gelasiano parlano di "ottava" nel caso di S. Agnese, riportandone invece semplicemente un duplice Natalis, mentre ne parlano per S. Lorenzo o i Ss. Pietro e Paolo. L'eucologia gelasiana sembra suggerire, così come la lettura agiografica del notturno del 28 gennaio, che il 21 abbiano inizio i suoi tormenti, mentre il 28 ella nasca al cielo e visiti in sogno la figlia dell'imperatore Costantino.

Tuttavia, la coincidente durata dell'intervallo con quello di un'ottava, ha certamente fatto sì che in molti luoghi si diffondesse la pratica di celebrare una vera e propria ottava di S. Agnese, in una forma tuttavia particolare; tra questi luoghi si può annoverare l'ambito d'influenza aquileiese, che iniziò successivamente a celebrare nella medesima forma pure l'ottava di un altro santo d'Occidente assai venerato, Martino di Tours. Tale forma di ottava si conserva intatta nel calendario della Ducale Basilica di S. Marco fino alla sua ultima edizione, nel 1805, prima della soppressione del rito proprio in seguito all'invasione napoleonica, con il nome di "Ottavuncola".

Le due ottave nel Missale Aquileyensis Ecclesiae del 1517 (Venetiis, Liechtenstein). La rubrica al folio corrispondente indica che una commemorazione dell'ottava è da farsi in tutti i giorni fra l'ottava, nisi festum duplex vel ix. lectionum occurrerit. Il giorno ottavo è trium lectionum.

Le due ottavuncole nel Kalendarium perpetuum ad usum cleri Sanctae Marcianae Basilicae Venetiarum servatis ordine coeremonialis, atque immemorabili ejusdem consuetudine, Venetiis, Nardini, 1805. A differenza della rubrica cinquecentesca, la commemorazione durante l'ottava è fatta pure nelle feste doppie e semidoppie che vi ricorrano.

Com'è noto, nel rito romano precedente la devastazione piana esistevano solo "ottave", in generale: ognuna poi aveva le sue particolarità, espletate nelle singole rubriche del Santorale o del Temporale, quanto a modalità, precedenze, etc. Il Breviario del 1913, invece, introduce una distinzione delle ottave in varie classi: privilegiate di I ordine (Pasqua e Pentecoste), di II ordine (Epifania, Corpus Domini), di III ordine (Natale, Ascensione), comuni (Giovanni Battista, Pietro e Paolo, Assunzione, Ognissanti, Imm. Concezione, santo patrono della chiesa e della diocesi, dedicazione della chiesa e della cattedrale diocesana), semplici (S. Lorenzo, Natività della Madonna, S. Stefano, S. Giovanni Apostolo, Ss. Innocenti). Nello specifico: le ottave privilegiate regolarizzano con una ostinata categorizzazione i già presenti privilegi delle ottave del Signore; l'unica a ricevere un ampliamento di privilegi è il Corpus Domini, per compensare la perdita contemporanea del precetto. Le ottave comuni restano sostanzialmente immutate (eccetto un cambio nella modalità di commemorazione al Vespro). Le ottave di tutte le feste doppie di II classe, che un tempo non differivano dalle doppie di I classe dei santi, sono ridotte a "semplici"; una maggior acribia fu riservata alle ottave locali che non fossero quelle dei patroni del luogo o della chiesa: specialmente per quelle di feste doppie di II classe, si operò la loro completa distruzione.

Cosa significa ottava semplice? Significa che di essa non si fa nulla durante i sei giorni che la seguono, ma si commemora solo e soltanto il giorno ottavo, con rito semplice. Lo "scandalo" di queste ottave è che di fatto non esistono, perché per sei giorni non succede nulla, e solo l'ottavo ci si ricorda di commemorarle; il senso delle ottave invece, come dei μεθεόρτια bizantini, è prolungare continuativamente per un certo numero di giorni la festa, non riassumerla ex nihilo sette giorni dopo: di fatto, quest'ultimo significa fare esattamente ciò che i sacramentari antichi ci propongono per S. Agnese, ma che abbiamo visto non essere affatto un'ottava in origine! Non ci sono precedenti storici per delle ottave "vuote" come quelle inventate da Pio X. A ciò si aggiunga, quale ulteriore bistrattamento, che l'ottava della Natività della Madonna esiste solo in teoria, perché la festa dei Sette Dolori (prima fissata alla terza domenica di settembre) viene messa in data fissa al 15 settembre, e impedisce con la sua concorrenza de eadem persona addirittura la memoria dell'ottava. L'ottava di S. Stefano in 4 anni su 7 è solo commemorata, perché impedita dalla festa d'idea del Nome di Gesù ivi piazzata; l'ottava di S. Lorenzo è oscurata dalla festa di S. Pasquale Baylonne, spostata dal 16 per far posto a sua volta a uno spostamento di S. Gioacchino, e la bella messa propria dell'ottava del diacono martire è presente nei messali piani solo per ricordo dei bei tempi andati.

Visto che siamo in tema, possiamo ricordare che la riforma piana scempiò pure le domeniche infra octavam (fatta eccezione per quelle infra le ottave privilegiate): se in precedenza esse assumevano il colore dei paramenti e il prefazio dell'ottava, oltre alla commemorazione della stessa, dal 1913 esse tengono i paramenti verdi e il prefazio trinitario. L'uso di impiegare i paramenti del colore della festa nelle domeniche fra le ottave è in uso pure nel rito bizantino (nel tipico slavo, dove l'uso dei colori è normato e non è consuetudinario o basato sulla semplice alternanza di chiari e scuri come nell'uso greco), e invece è scomparso nel rito romano nel XX secolo. Chiaramente la semplificazione piana delle ottave era prodromica alla loro quasi totale soppressione nel 1955, quando si mantengono solo quella Pasquale, quella di Pentecoste e quella di Natale, (ignorando che quella dell'Epifania era più antica e venerata di quella del Natale!), alle quali sarà sottratta l'ottava di Pentecoste nel 1969 (alla quale rimozione è legata la famosa leggenda della lacrymatio Pauli VI).

Ben diversa dall'ottava semplice è l'ottavuncola: essa infatti è una vera e propria ottava, quindi commemorata tutti i singoli giorni, ma appunto solo e soltanto commemorata e non di rito semidoppio come i giorni infra un'ottava comune (che scalzerebbero feste semplici e salterio feriale); il giorno ottavo è celebrato come semidoppio nel calendario della Ducale Basilica, mentre in quello aquileiese cinquecentesco è semplice: in ambo i casi meno ingombrante del doppio di un'ottava comune.

L'ottavuncola è dunque un ottimo sistema, dotato di precedenti storici insigni nelle nostre terre, per mantenere tutte le ottave, pure quelle locali, con il loro carattere proprio di ottava senza ingolfare il calendario liturgico. Nella proposta di calendario che curiamo settimanalmente, abbiamo adottato l'ottavuncola di S. Agnese, e intendiamo provare a usare l'ottavuncola per buona parte delle ottave "semplificate" sotto Pio X e alcune di quelle locali venete (Presentazione della Madonna, Redentore...), in modo da serbarne l'uso e la consistenza tradizionali, pur soddisfacendo alla necessità oggettiva di liberare il calendario (che perseguiamo pure attraverso la sana semplificazione di molte feste).

1 commento:

  1. Al netto dell'intasamento di ottave che avremo tra fine giugno e primi di luglio, possiamo ampliare il discorso in merito a come "riempire" i giorni che intercorrono tra una Festa e la sua Ottava, Tradizione Liturgica Romana alla mano, grazie.

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