martedì 10 luglio 2018

Perché amare la Russia

Scrivo queste righe dalla riva del fiume Fontanka, uno dei tanti fiumi minori di San Pietroburgo, dove mi trovo attualmente per motivi di studio: davanti a me ho le cupole azzurre dell'ottocentesca Cattedrale della Trinità. Non è la prima volta che visito questa grande Nazione, ma ogni volta di più mi convinco che per un Cristiano nel mondo odierno non vi sia paese da amare più della Russia. Come mi disse una signora pietroburghese, che aveva visto e conosciuto un po' del resto del mondo: "in questo mondo, la Russia è un paese magico".
In Russia, nonostante tutto quello che hanno passato queste terre, nonostante la violentissima dittatura comunista che per oltre settant'anni ha stretto nella morsa la nazione russa, ancora oggi, in una società ovunque secolarizzata e scristianizzata, è possibile vivere e vedere quello che era normale nei nostri paesi europei e cristiani nella società pre-giacobina, e che almeno a livello popolare rimase normale almeno fino al secolo scorso.

Ritorno alla cattedrale che ho davanti: spesso dopo lo studio mattutino entro per venerare le icone e dire un po' di Uffizio. Ebbene, non v'è mai stato momento di nessun giorno che non abbia visto continuamente entrare e uscire in questa chiesa (come in tutte le altre), uomini e donne, giovani e vecchi, spesso con bambini, fare una visita al tempio, accendere candele davanti alle icone e baciarle con devozione. Il triste senso di vuoto che si avverte nelle chiese europee durante il giorno, quando (se riesce di trovarne una aperta) le si vede deserte, non è una cosa che si può sentire in Russia.

Bisogna amare la Russia perché qui anche il turista diventa devoto. Ho più volte espresso le mie remore contro i turisti a Venezia che deturpano il patrimonio sacro della città, entrando nelle chiese con vestiti indecenti, mangiando e bevendo, comportandosi in modo animalesco e blasfemo nei confronti di quei sacri templi, che l'uomo moderno non ha più nozione nemmeno di perché fossero stati costruiti. Ma come stupirsi di questo comportamento? Non sono gli Occidentali forse i primi a non pregare più in chiesa, ad entrarvi solo per ammirare delle opere d'arte (ribadisco: bisogna prima capire PERCHE' siano state realizzate quelle opere d'arte!), a entrarvi spesso vestiti in modo indecente? Ebbene, in Russia vi è in massima parte turismo interno, e dunque non è da stupirvi che anche nelle più famose e "artistiche" chiese (trovandomi qui a Pietroburgo, posso citare la Cattedrale di S. Isacco o quella del Salvatore sul Sangue Versato) il russo, fedele e ortodosso, entri come pellegrino, prima che come turista, con rispetto e reverenza, le donne si velino il capo (ah, costume quanto malamente sparito nel nostro Occidente!), si segnino tre volte con i debiti inchini prima e dopo l'entrarvi, e appena ingressi non vadano subito in giro con fare curioso o a scattar foto, ma prima compiano i doverosi atti di venerazione delle immagini di Cristo, della Sua Genitrice e dei Santi. Quest'anno, complici i mondiali di Russia, si può trovare un'inusuale quantità di turisti stranieri: ma l'atteggiamento che assumono qui è completamente diverso da quello che assumono, per esempio, i turisti di Venezia: ma perché è tale il buon esempio dato dai Russi, che persino lo straniero non così devoto avrà un risveglio di quell'intimo bisogno di Dio che abbiamo, e non potrà fare a meno di assumere un atteggiamento quantomeno rispettoso nei confronti di quella Casa di Dio.

Interni della Cattedrale del Salvatore sul Sangue Versato (o della Risurrezione)

Bisogna amare la Russia perché solo qui di domenica mi capita di prendere un autobus, scendere alla fermata di un monastero (l'altroieri, per esempio, quello di Aleksandr Nevskij, dove ho sentito la Liturgia Pontificale celebrata dall'Abate), e vedere che pure tutti gli altri passeggeri stanno recandosi a quello stesso monastero, che le donne, con le loro pie gonne lunghe (mai viste una donna russa portare pantaloni in chiesa) iniziano a mettersi il velo, gli uomini si segnano varcando i cancelli della lavra e danno qualche rublo al povero che sta lì davanti, ma non tanto con la mano tesa, quanto piuttosto intenta a segnarsi in un'incessante preghiera (quanto mai questa pratica contraddistingue i pii mendicanti russi, e non gli accattoni fraudolenti e blasfemi che abbiamo dalle nostre parti...).

Bisogna amare alla Russia, perché alla suddetta liturgia pontificale (ovviamente partecipatissima), centinaia di persone, uomini e donne di ogni età, sono stati tre ore (o più, essendo arrivati già ben prima dell'inizio per poter venerare le icone) in piedi a seguire col cuore la celebrazione dei misteri dietro l'iconostasi, segnandosi, inginocchiandosi e prostrandosi (e qualcuno comunicandosi con profonda devozione), in un clima di raccoglimento mistico quasi impossibile da trovare in Occidente.
Sì, forse in qualche chiesa occidentale in cui si dice ancora la vera Messa cattolica si può vedere un gruppetto di cattolici superstiti in tale raccoglimento: ma lì si parla di un'oasi nel deserto ogni diocesi (se è tanto); qui in Russia questo si vede ogni giorno in ogni chiesa, e con centinaia e centinaia di cristiani.

Bisogna amare la Russia perché sono stato alla veglia (Primi Vespri e Mattutino) di una domenica qualsiasi di luglio nella cattedrale di S. Nicola dei marinai, e la Chiesa era piena come nemmeno lo è la Basilica di San Marco a Pasqua.
Bisogna amare la Russia, perché all'icona della Madonna di Kazan c'è in ogni momento una fila interminabile di pellegrini in attesa di baciare per qualche istante l'immagine miracolosa, mentre la Salus Populi Romani o la Mesopanditissa quasi nessuno se le fila.
Bisogna amare la Russia, perché, se si va a sentire un akafist alla Madonna in una qualsiasi chiesa, mentre il sacerdote sta davanti all'icona della Theotokos, rivestito dei suoi solenni paramenti, col turibolo fumigante per incensarla ad ogni strofa, il popolo numerosamente riunito canta con devozione le salutazioni alla Vergine, in una melodia antica e in una lingua che non è certo quella modena (l'antico slavo ecclesiastico, ndr).
Bisogna amare la Russia perché qui vige ancora l'eguaglianza русский = православный (russo = ortodosso), cosa che l'Occidente ha da troppo tempo dimenticato. Bisogna amare la Russia, perché trovarsi a San Pietroburgo è come essere a Roma nel Settecento, e avere Messe solenni e Vespri pontificali con decine di sacerdoti e cori di qualità eccelsa quasi ogni giorno e in ogni chiesa del centro. Solo che oramai tutto ciò non si trova da nessuna parte, tanto meno a Roma.

Bisogna amare la Russia, perché qui non è giunta la secolarizzazione della Chiesa e del popolo, perché qui si è preservata la Fede, e soprattutto la predominanza della Religione nella società. Furono molte le situazioni storiche in cui la Nazione pia e ortodossa degli Zar salvò l'Occidente dal baratro della modernità (io personalmente sono molto legato alla figura del Generalissimo Aleksandr Suvorov, che difese il Nord Italia dalla prima invasione giacobina nel 1799, reclutando un esercito di 10.000 volontari nelle terre venete e, quando si rese necessario, traversando -novello Annibale- le Alpi in pieno inverno... scriverò presto qualcosa su di lui). Ebbene, forse anche oggi sarà questa grande Nazione con la sua Fede a salvarci...

Да благословит Бог Святую Матерью Россию!
Dio benedica la Santa Madre Russia!

1 commento:

  1. Un grazie di cuore, perché le Sue parole sono riuscite a farmi immergere in un realtà che sta diventando anche per me l'unica speranza di riscatto per il mondo cristiano.
    Le suggerisco di chiedere all'editore Rubbettino il permesso di presentare ai lettori del blog alcune pagine del libro "Santi di tutti i giorni", che Lei sicuramente ha potuto leggere ed apprezzare.
    Cristo regni ! Per Maria !

    RispondiElimina