martedì 20 agosto 2019

Il valoroso Metropolita greco Ambrogio di Kalavryta annuncia le sue dimissioni: ritratto di un vescovo coraggioso

Apprendiamo dal portale greco Romfea (QUI) che domenica scorsa, al termine della Divina Liturgia, Sua Eminenza il Metropolita Ambrogio di Kalavryta, della Chiesa Ortodossa di Grecia, conosciuto per le sue schiette critiche all'anarchia regnante nella Chiesa e nella società, ha annunciato le sue dimissioni. Esse sono state sottoposte al Santo Sinodo nella giornata di ieri, per iniziare il processo di nomina del successore. Egli ha spiegato in un'intervista il giorno successivo che il suo ritiro è dovuto all'avanzare dell'età e al venir meno delle forze, avendo egli ormai 81 anni.
Riprendiamo la notizia, servendoci anche del piccolo elogio di questo vescovo pubblicato dal portale russo Pravoslavie.ru (QUI), per offrire ai lettori il ritratto di un pastore coraggioso e saldo nella fede, una figura di vescovo purtroppo pressoché introvabile da decenni nel mondo cattolico.

S.E. Ambrogio nel 1978
Il Metropolita Ambrogio, difatti, non rinunciò mai a proclamare con forza la Verità. Egli ha spesso pubblicamente parlato e scritto dei danni che le autorità atee in Grecia hanno portato alla Chiesa e alla nazione. Egli scrisse poi una lettera a Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo circa i problemi dell'ecumenismo al Concilio di Creta del 2016, e non si è fatto problema a redarguire pubblicamente persino il primo ministro.

Egli si è pronunciato contro l'anti-canonica invasione del territorio della Chiesa Ortodossa Ucraina da parte del Patriarcato di Costantinopoli.

Nell'ottobre del 2017, il Metropolita Ambrogio ordinò che le campane di tutte le chiese della sua diocesi suonassero ogni giorno per una settimana a lutto, in segno di protesta contro la legge "sul riconoscimento legale dell'identità di genere", che ha semplificato il processo per il cambio legalizzato di sesso, permettendo a chiunque dai 15 anni in su (sic!) il cambio solo mediante notifica alle autorità competenti.

Sua Eminenza ha sofferto insulti e persecuzioni in questi anni, per via delle sue salde posizioni ortodosse. Egli fu portato in tribunale e condannato a 7 mesi di prigione per "discorsi d'odio e incitamento alla violenza" contro gli "omosessuali", a cagione di un articolo postato su un blog pubblico nel 2015 nel quale egli condannava tali comportamenti contro natura, proprio mentre il parlamento stava votando in favore delle unioni civili omosessuali.

Nella sua lettera di dimissioni, il Metropolita Ambrogio ha ringraziato Iddio dell'opportunità di aver subito persecuzione a cagione del Suo nome, secondo il motto evangelico: Beati qui persecutionem patiuntur propter justitiam, quoniam ipsorum est regnum coelorum. Beati estis cum maledixerint vobis et dixerint omne malum adversus vos propter nomen meum: gaudete et exultate, quoniam merces vestra copiosa est in coelis.

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