La vigilia dell'Ascensione, nella Ducale Basilica di San Marco, cantata more solito la Messa solenne della vigilia dopo Nona, alla presenza del Capitolo e del Primicerio si ostende e si venera una delle tre insigni Reliquie del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore che, portate di Costantinopoli, si custodiscono ora nel Tesoro della Basilica Marciana. La presenza di insigni e numerose reliquie legate alla Passione e più in generale alla vita di Nostro Signore, dagli stromenti del suo tormento al pozzo della Samaritana, era una caratteristica peculiare dell'Imperiale Basilica di Santa Sofia, la quale si proponeva a imitazione e sostituzione del Tempio Gerosolimitano (le stesse colonne di S. Sofia, ora pur esse a S. Marco, si dicono essere quelle del Tempio di Salomone), quale Tempio del Nuovo Testamento e legandosi più strettamente d'ogni altra Chiesa alla figura medesima di Nostro Signore; una tale identificazione fu portata avanti dalla Serenissima Repubblica, la Nuova Bisanzio, nella Ducale Basilica. Delle altre due reliquie del Prez.mo Sangue ivi mentovate, una (in realtà dei pezzi di terra imbevuti di Sangue) si ostende e si venera invece il terzo venerdì di marzo, l'altra il giorno dell'Invenzione della Santa Croce (3 maggio); di quest'ultima riportiamo il disegno del vasetto di cristallo ove le gocce del Sangue, congelate tra due strati di ghiaccio, si conservano.
Disegno tratto da: G.C. Vergaro, Racconto dell'Apparato, et Solennità, fatta nella Ducal Chiesa di San Marco di Venezia con l'occasione dell'Inventione, & espositione del Sangue Pretiosissimo, del Costato di Christo, del Latte della Beata Vergine, con altre santissime Reliquie, li 28. Maggio. 1617, in Venetia, appresso Antonio Pinelli, 1617, p. 14.
Riportiamo poi di seguito la Relazione che riporta la peculiare storia della miracolosa reliquia di Cristo che quest'oggi, vigilia dell'Ascensione, si venera.
"[Relazione del] Sangue Miracoloso che si mostra il Giovedì Santo e la Vigilia dell'Ascensione nella Ducal [Basilica] di S. Marco.
L'Anno di nostra salute 787, vivendo l'Imperator Costantino, e tenendo la Sede di S. Pietro il Santo Pontefice Silevstro, nella città di Berito, posta ne' confini di Tiro e Sidone, avvenne il seguente caso di tanta, e sì gran meraviglia.
Presso ad una Sinagoga di Giudei, ch'erano in quella città, numerosi in que' tempi, teneva in affitto un certo cristiano una casa, ed avea d'incontro al suo letto un'Immagine di G(esù) C(risto) quella medesima, ch'era stata formata da Nicodemo, e che da esso lasciata a Gamalielo era passata in mano a Giacobbe, e da quella a Simeone, indi a Zacheo, e così di mano in mano, da Gerusalemme fu trasportata in Berito, ed era pervenuta in potere del Cristiano medesimo, lasciatagli per successione da' suoi maggiori. Occorse che per divino volere, acciocché tutti venissero in cognizione della verità della nostra Fede, il suddetto Cristiano partitosi di quella casa, si scordò affatto di detta Immagine. Un Giudeo poco dopo mosso dalla comodità del luogo, la prese a sua magione, e per volere divino non s'avvide di detta Immagine per fino a tanto, ché invitato da lui a pranzar seco un'altro (sic) Giudeo, fu dal medesimo, veduta, onde rimproveratolo aspramente l'accusò a' più vecchi ed al Principe della Sinagoga. Il Giudeo si scusò dicendo che non era giammai per l'innanzi stata da lui veduta, e che doveva essere di quel Cristiano, che poco dopo fa s'era partito da quella casa. Ciò non ostante fu scacciato dalla Sinagoga come colpevole, e presa da essi l'immagine disse tra di loro, siccome i Padri nostri schernirono in realtà costui, facciamo ancor noi il simile alla sua figura, e così con diabolico furore, tutti incominciarono a sputtargli, dargli delle guanciate, fecero poi di mano in mano alla suddetta Immagine tutti quegli strazj, e scherni che li loro Padri fecero al Salvator Nostro Gesù Cristo.
Poichè (sic) l'ebbero sputtacchiata, percossa, coronata, conficata (sic) in Croce, e abbeverata d'acero, presero finalmente un'acuta Lancia, trapassarono il Sacro Costato di detta benedetta Immagine, dalla cui ferita uscì questo Miracoloso Sangue, ed Acqua. Atterriti, ma però ancora ostinati, detti Giudei, voleva provare, se virtù alcuna tenesse in sè (sic) detto Sangue, e collo stesso sanarono molti infermi di varie infermità incurabili. Lo che veduto da loro, si convertirono a Cristo. Detto Miracoloso Sangue fu poscia da quel S. Vescovo Metropolitano compartito a diverse Provincie, e tra l'altre, ne inviò a Costantinopoli un vasetto, quale si conservò in detta Città per fino l'anno 1203 (1), nel qualle (sic) presa la suddetta Città dall'esercito della Lega tra la Serenss. Reppublica (sic) di Venezia, e Baldovino Co(nte) di Fiandra, ed altri, fra le altre spoglie, che toccarono alla Sereniss. Repubblica con altre Reliquie insigni, fu detto vaso, il quale si conserva nella Chiesa Ducale di S. Marco con somma riverenza, e si mostra solennemente al Popolo due volte all'anno, cioè la sera del Giovedì Santo e la vigilia dell'Ascensione.
La presente Relazione è stata cavata da un libretto di Sant'Atanasio prodotto nel Concilio Niceno (2)."
Tratto da: Relazione del prezioso sangue di nostro signor Gesu Cristo, che si mostra il terzo venerdi di marzo, ed il giorno della Ss. Croce nella chiesa ducal di S. Marco. Ed il miracoloso che si mostra il giovedi santo, e la vigilia dell'Ascensione parimente nella chiesa ducal di S. Marco. Ed il prezioso che si mostra la domenica di Lazaro nella chiesa de' rr. pp. de' Frari. Ed il prezioso che si mostra la domenica delle Palme nella chiesa di S. Simon Grande. Ed il miracoloso che si mostra il venerdi Santo nella chiesa di S. Maria Nova, in Venezia, da Simon Cordella, s.d. [1790-1830 giusta l'attività del tipografo], pp. 3-4. Ed. a cura di Nicolò Ghigi.
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NOTE
(1) Com'è noto, la maggior parte dei tesori furono portati da Costantinopoli dopo l'assedio conclusosi il 13 aprile 1204; l'opuscolo tuttavia riporta in tutti i luoghi l'anno precedente. Esso fa probabilmente, e credo sbagliando, riferimento al primo assedio di Costantinopoli, quello richiesto dall'imperatore detronizzato Isacco II Angelo contro l'usurpatore Alessio III, compiutosi il 17 luglio 1203; oppure segna erroneamente l'anno more veneto, quando però l'anno 1204 m.v. era iniziato il 1° marzo dello stesso.
(2) Si fa riferimento alla Notabile Historia del Miracoloso Sangue uscito d'una Santa Imagine di N. S. Giesu Christo, martirizata da Giudei, nella Città di Berito. Scritta da Santo Athanasio Vescovo Alessandrino, in Venetia, appresso Agostin Bindoni, 1627. Tale opera è un grossolano caso di pseudoepigrafia; il suo autore e falsario parte dalla coincidenza della data del miracolo (787) con quella del II Concilio Niceno, che ristabilì il culto delle Sacre Immagini contro l'eresia iconoclasta; e tuttavia confonde questo col I Concilio Niceno (325) al quale partecipò Sant'Atanasio di Alessandria. Non risultano, per inciso, vescovi di Alessandria, né ortodossi né monofisiti, vissuti al tempo del II Concilio Niceno e aventi nome Atanasio.