sabato 2 maggio 2020

2 maggio - Ottava di S. Marco Evangelista

Continuiamo il nostro ottavario di preghiera pubblicando ogni giorno qualcosa per riflettere sui tesori della liturgia non ancora corrotta dalle riforme degli anni '50. Ieri abbiamo pubblicato un inno cantato anche popolarmente in Inghilterra: un inno che i 62isti fanno mentire, perché "to welcome the first of May" loro fanno ben altro che festeggiare i santi apostoli Filippo e Giacomo.

Oggi, a Venezia, ricorre l'Ottava del Santo Evangelista, Titolare della Ducale Basilica (oggi Patriarcale, Primaziale e Metropolitana), Patrono Principale della Città e del Patriarcato di Venezia, nonché "totius regionis olim subjectae reipublicae ejus" (così continuano a titolare gli Ordines veneziani al 25 aprile, fino agli anni '50). Pubblichiamo di seguito il terzo sermone che S. Pier Damiani tenne proprio a Venezia in onore del Santo Evangelista, magnificando la Chiesa Veneta che ne custodisce le spoglie, il quale sermone è letto al secondo notturno del Mattutino odierno.

Ça va sans dir, nel 1955 le ottave dei santi patroni sono state soppresse.


Gentile Bellini, S. Marco predica ad Alessandria, 1507


Evangelium Marci, Evangélium dícitur Petri: quoniam hoc fidélis intérpres simplíciter et immutabíliter scripsit, quod ex ore Magístri veráciter enarrántis audívit. Porro autem, cum Claviculárius iste cæli per tot terrárum regna discípulos destináverit, eísque per divérsas mundi províncias ecclesiárum régimen commíserit; quid est quod nulla eárum, præter solam dumtáxat Alexandríam, vel Petri sedes, vel apostólica ecclésia est appelláta? Antiochía plane, et ipsa sedes Petri dícitur, nimírum quod illic ipse per se tenuísse cáthedram perhibétur. Alexandríæ vero per se Petrus ipse non prǽfuit, sed eam per beátum Marcum, quem vidélicet hábuit et in doctrína discípulum et in baptísmate fílium, próprii nóminis título decorávit. Atque, quod mirabílius est, sicut Romána sedes excédit Alexandrínam singuláris excelléntiæ cúlmine, sic et Alexandrína superéminet Antiochíæ quadam privilégii dignitáte, ut supérior illa sit sedes, cui própriam cáthedram Petrus ipse præsédit. Cur ergo Spíritus Sanctus beatórum pontíficum méntibus, ut hoc statúerent, inspirávit, nisi quod Petrum et Marcum, mente et ánimo, fide et voluntáte, non duos quodámmodo, sed unum pótius esse cognóvit? Tanta scílicet idem Spíritus eos ínvicem caritáte constrínxerat, tanta mentis unanimitáte confláverat, ut et cor unum et mens esset una duórum. Unde factum est, ut, quæ sedes fuit Marci, fíeret indifferénter et Petri.              
§ Marcus, cæléstis tonítrui vehémens tuba, terribíliter íntonat, et, velut unus ex paradísi flumínibus raptim prófluens, univérsam mundi latitúdinem exuberántibus sancti Evangélii fluéntis inúndat. Felix quidem Alexandría, quam hic Christi bellátor invíctus triumphális martýrii sui sánguine purpurávit; sed præcípue tu felix es et nímium beáta, Venétia, quam ad hoc, ut pretiósum córporis sui thesáurum tibi commendáret, elégit. Plúrima quidem divitiárum cópia ex divérsis in te mundi pártibus cónfluit, sed hæc gemma cæléstis, quæ in médio tui pósita est, in excélsum te glória conspícuæ dignitátis attóllit. Incomparábilis enim iste thesáurus ómnia vibrántium metallórum supergréditur génera, cuncta gemmárum coruscántium súperat ornaménta. Sicut enim beátus Job de Sapiéntia dicit: Non adæquábitur ei aurum vel vitrum; non commutabúntur pro ea vasa excélsa et eminéntia; non adæquábitur ei aurum de Æthiópia, nec tinctúræ mundíssimæ componétur: et, ut ita lóquar, hæc est insígnis quædam spécies aromática, quæ sua virtúte mellíflua cinnamómum excéllit ac bálsamum, et ómnium súperat fragrántia pigmentórum.
§ Porro, si tantæ per eum dignitátis est Alexandría, quam glorióso martýrii sui cruóre perfúdit, ut sedes apostólica nuncupétur; quantæ putámus est excelléntiæ felix illa província, in qua nunc pretiósa córporis ejus gleba recónditur? Numquid non ejúsdem grátiæ et dignitátis esse credénda est, et si non vulgáto nómine, sed ipsa re, et arcána sacra mystérii veritáte? Illas dénique partes ingréssus est, dum adhuc jam in corruptíbili carne mortális exísteret; istas autem elégit, cum jam in ætérnum victúrus in regni cæléstis aula regnáret. Illos invísit, ut eos de ténebris infidelitátis ad id, quod ipse jam mente concéperat, veræ fídei lumen edúceret; ad istos autem transférri vóluit, ut illos ad eum, cum quo nunc est, ductórem lúminis revocáret. Gaude ígitur, et exsúltans in Dóminum, plaude, Venétia: quia per illud pretiósi thesáuri taléntum, quod in te constat esse recónditum, facta es supérni Regis ærárium; et, dum in tuo grémio virum apostólicæ grátiæ suscepísti, et ipsa quodámmodo sedes apostólica fíeri meruísti. Quam ob rem, sicut mater úrbium Roma super ómnia regna terrárum sublimátur in Petro, sic et tu, velut ejus insígnis fília, per Marcum gloriáris in Christo. Quem scílicet humíliter implorámus, ut, sicut beátum Petrum de mari vocávit et navi, deínde, ne lapsus in pélago obruerétur, erigéndo contínuit; sic remígium tuum inter discrímina marína custódiat, et te cum fíliis tuis ad portum quiétis ætérnæ subdúcat, qui vivit et regnat cum Deo Patre in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per omnia sǽcula sæculórum. Amen.

Il Vangelo di Marco è definito il Vangelo di Pietro: poiché egli, quale fedele interprete, scrisse semplicemente e immutabilmente ciò che ascoltò narrare con verità dalla bocca del Maestro. Inoltre, avendo il Custode delle chiavi del cielo destinato i suoi discepoli per tutti i re-gni della terra, e avendo loro affidato la guida delle chiese nelle varie provincie del mondo, perché nessuna di queste, eccetto la sola Alessandria, è chiamata sede di Pietro, o chiesa apostolica? Antiochia certamente è pur essa detta sede di Pietro, soprattutto perché si attesta ch’egli stesso abbia personalmente tenuto quella cattedra. Ma ad Alessandria Pietro non fu personalmente a capo, ma per mezzo del beato Marco, che ebbe infatti per discepolo nella dottrina e per figlio nel battesimo, la illustrò con il decoro del proprio nome. E, cosa ancor più straordinaria, come la sede Romana supera quella Alessandrina per la perfezione di tal singolare eccezionalità, così anche quella di Alessandria supera quella di Antiochia per una certa dignità di privilegio, talché è superiore di quella sede in cui Pietro stesso governò la propria cattedra. Perché dunque lo Spirito Santo ispirò le menti dei santi vescovi a stabilire ciò, se non perché riconobbero essere Pietro e Marco, per animo e mente, per fede e volontà, non già due, bensì piuttosto uno? Con tanto grande amore fraterno li aveva infatti stretti in uno la carità, con tanta concordia di pensiero li aveva infiammati, che di due una sola mente e un sol cuore vi fossero. Laonde avvenne che la sede che fu di Marco, parimenti fosse anche di Pietro.
§ Marco, forte tromba del tuono celeste, risuona terribilmente, e come uno dei fiumi del paradiso che scorre rapido, inonda tutto il mondo con i flutti traboccanti del santo Vangelo. Felice dunque Alessandria, che questo soldato invitto di Cristo arrossò col sangue del suo trionfale martirio; ma soprattutto sei tu felice e davvero beata, o Venezia, che egli scelse allo scopo di custodire il prezioso tesoro del suo corpo. Grandissima abbondanza di ricchezze infatti da diverse parti del mondo in te s’adunò, ma questa gemma celeste, che è posta in mezzo a te, ti eleva negli eccelsi per l’onore di tanto grande dignità. Questo incomparabile tesoro infatti supera ogni tipo di metallo vibrante, ogni ornamento di gemme lucenti. Come infatti dice il beato Giobbe riguardo la sapienza: Pari a lei non stimerai oro né vetro; non si scambieranno per essa vasi eccelsi e preziosi; non sarà stimata uguale a lei qualsiasi bell’aroma, poiché con la sua virtù sovrasta la cannella e supera le fragranze di tutti i fiori.
§ Inoltre, se per mezzo di lui di tanto onore gode Alessandria, che inondò con il glorioso sangue del suo martirio, da essere chiamata sede apostolica; di quanta eccellenza stimiamo felice quella terra in cui ora le preziose spoglie del suo corpo stanno nascoste? Forse non è da credersi che goda della medesima grazia e dignità, e, se  non per la fama tramandata, almeno per il fatto stesso, e per l’arcana e santa verità del mistero? Egli giunse in quei territori mentre ancora viveva nella sua carne mortale; questi poi scelse, quando già regnava vittorioso in eterno nel regno dei cieli. Quelli visitò, per condurli dalle tenebre della miscredenza al lume della vera fede, ch’egli già aveva accolto nella sua mente; a questi poi volle essere portato, per richiamare a sé, guida verso la luce, questi coi quali ora si trova. Rallegrati dunque, ed esultante nel signore festeggia, o Venezia: poiché per quel talento del tesoro prezioso che in te risulta esser nascosto, sei divenuta cassaforte del Re del cielo; e accogliendo nel tuo grembo un uomo di grazia apostolica, tu stessa in un certo qual modo meritasti di essere sede apostolica. Pertanto, come la madre di tutte le città, Roma, è insignita in grazia di Pietro in tutti i regni della terra, così pure tu, come sua insigne figlia, per mezzo di Marco hai gloria in Cristo. E noi con umiltà lo supplichiamo, acciocché, come chiamò il beato Pietro dal mare e dalla nave, e poi, perché non affogasse caduto in mare, proseguì sollevandolo; così custodisca il tuo remo tra le calamità del mare, e conduca te  i tuoi figli al porto della pace eterna, colui che vive e regna con Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo, Iddio, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

2 commenti:

  1. Vale la pena di notare anche con quali parole e motivazione è illustrato il primato di Roma sulle altre sedi apostoliche, e quali paragoni compie il santo tra la città di Roma, quella di Alessandria e quella di Venezia, per avere un'idea molto chiara dell'idea che poteva averne un uomo dell'XI secolo.

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  2. Bellissima l' omelia di san Pier Damiani, scalda il cuore sentire tali espressioni rivolte alla nostra capitale. Interessante come il fatto di custodire le reliquie di San Marco conferisca alla nostra Venezia una dignità equiparabile alle antiche sedi apostoliche di Alessandria e Antiochia. Il Santo dottore non sembra ritenere di menzionare Aquileia la quale pure nella sua tradizione (storica o leggendaria non saprei) vantava una origine in qualche modo apostolica: ricordo un pittura nella cripta della basilica aquileiese dove Sant' Ermagora viene designato vescovo da San Pietro per tramite di San Marco. Dunque gli stessi protagonisti. Grazie ancora di permetterci di imparare molte cose preziose sulla nostra tradizione.
    Giordano dalla provincia Treviso.

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