Tuttavia, anche in queste fredde terre è brillata la luce della santità: tali figure, però, rischiavano di essere obliate dalla riforma luterana. È necessario comprendere bene: talora, in modo un po’ semplicistico (sovente nella prassi scolastica), si afferma che i protestanti rifiutano i Santi; in realtà, Lutero (non così Zwingli e Calvino) accetta la loro presenza come semplici testimoni da ricordare, a cui magari intitolare anche le chiese (e.g. S. Maria a Berlino, S. Tommaso a Lipsia…), ma se ne rifiuta la capacità di intercedere (principio del solus Christus).
Così, quando nel XVI secolo il protestantesimo giunse in Svezia, molte reliquie furono distrutte (ciò accadde anche nei Paesi Bassi, nella Francia ugonotta e in Norvegia, dove non vennero risparmiate neppure le spoglie del santo re Olaf II) con l’intento di sradicare il culto dei Santi. Per fare sì che tali figure non venissero dimenticate, si pensò che l’idea migliore fosse quella di istituire una festa liturgica in loro onore: entra qui in scena Sigismondo III Vasa.
Il sovrano, figlio di Giovanni III di Svezia e della cattolica Caterina Jagellona, fu eletto Re di Polonia nel 1587 e detenne il trono fino alla morte (1632). Affezionato ai Santi della sua terra, inviò a Papa Sisto V la richiesta di introdurre, in alcune diocesi polacche, la festa dei Santi Patroni della Svezia. Il pontefice, che già aveva favorito Sigismondo contro Massimiliano d’Austria nella successione al trono polacco, concesse la festa; le feste dei singoli santi svedesi furono parimenti adottate nei calendari locali delle diocesi della Pomerania e del nord della Polonia, regioni in stretto contatto con i paesi scandinavi.
Secondo la tradizione, questi erano i Santi patroni della terra svedese:
Sant’Ansgario: nacque nell’801 ad Amiens, fu monaco benedettino in Francia ed in Germania prima di essere inviato, nell’826, a evangelizzare anzitutto la Danimarca, poi la Norvegia e la Svezia. Nell’834 Papa Gregorio IV lo nominò primo Arcivescovo di Amburgo, nonché legato pontificio per la Svezia e la Danimarca. Nell’848 divenne anche Vescovo di Brema, dove morì nell’865. Le spoglie dell’Apostolo della Scandinavia si trovano ad Amburgo, in parte nella cattedrale e in parte in una parrocchia.
San Sigfrido di Växjö: nacque nel X secolo in Inghilterra, dove divenne monaco benedettino. Nonostante nel IX secolo Sant’Ansgario avesse portato il cristianesimo, le terre erano ricadute nel paganesimo. Fu pertanto inviato presso il Re di Norvegia Olaf I per poter iniziare la sua missione. In seguito giunse in Danimarca e in Svezia, dove fondò una chiesa coi suoi tre nipoti chierici (un sacerdote, un diacono e un suddiacono). Nel 1008 ebbe l’onore di battezzare, presso il lago Vänern, il re di Svezia Olof III. Fu Vescovo di Skara e anche di Växjö, dove fece costruire la prima cattedrale e dove morì nel 1045. Le sue reliquie furono poste proprio in quella cattedrale. La maggior parte di esse furono distrutte nel 1600 dal vescovo riformato Petrus Jonae Angermannus; porzioni minori si trovano a Copenaghen e Roskilde, rispettivamente capitale ed ex capitale della Danimarca.
Santi Eschilo e Davide: i due nacquero nell’XI secolo in luogo indefinito. Di origine anglosassone, furono inviati entrambi da S. Sigfrido nel Södermanland e nel Västmanland. S. Davide fu anche il primo vescovo di Munkathorp. Pur desideroso di morire martire, morì di vecchiaia nel 1082. Quando giunse il luteranesimo in Svezia, il suo sarcofago fu distrutto.
S. Eschilo fu invece il primo vescovo della diocesi delle terre del lago Mälaren, oggi Strängnäs. La maggior parte delle sue reliquie si trovavano nel monastero di Eskilstuna, oggi perdute; altri frammenti minori si trovano sparsi tra la Svezia e la Danimarca.
S. Botvido: nacque nell’XI secolo in Svezia. Secondo la tradizione, conobbe il cristianesimo in Inghilterra, si convertì e tornò in patria con dei monaci per evangelizzarla. Fu molto attivo nella predicazione, pur rimanendo semplice laico. Fu anche intenzionato a portare la fede in Finlandia, ma la sua guida, uno schiavo che il santo aveva riscattato, lo uccise nel Södermanland nel 1120. Fu sepolto nella chiesa di Botkyrka, che a lui fu intitolata.
S. Erik IX: nacque in Svezia, probabilmente nel 1120. Nel 1150 fu eletto re dell’Uppland, mentre era ancora in carica, sul trono nazionale, Sverker I. Quando costui venne assassinato, nel 1156, Erik poté divenire ufficialmente Re di Svezia. Durante il suo regno portò a completamento la cattedrale di Uppsala vecchia e incentivò la cristianizzazione della Finlandia, combattendo contro i pagani del luogo. Sposatosi con la nobile danese Cristina Bjørnsdatter, ebbe cinque figli. Secondo la leggenda, vide il sole trasformarsi in croce nel cielo limpido: da questo nacque l’immagine della bandiera svedese. Il giorno dell’Ascensione del 1160 o 1161 fu assassinato fuori dalla cattedrale, da lui completata in cui fu sepolto. Nel 1273 le reliquie furono traslate nella nuova cattedrale di Uppsala.
S. Elena di Skövde: nacque a Skövde, forse nel 1101. Era una donna aristocratica, si sposò ma rimase presto vedova. Quando il genero fu assassinato, i parenti l’accusarono di essere coinvolta nell’omicidio. Elena andò per quattro anni in Terra Santa, dove visse di elemosine e in grande orazione. Mentre si reca a Götene fu assalita e uccisa nel 1160; fu poi sepolta nella chiesa di Skövde. Nel luogo in cui venne sorpresa a tradimento sgorgò una fonte d’acqua miracolosa, fatta interrare nel 1569 dal vescovo luterano Abraham Andersson.
S. Irene di Kiev: nacque in Svezia nel 1001 da Re Olof III e da Estrid degli Obotriti. Il suo nome originario era Ingigerd. Inizialmente fu fatta fidanzare con Olaf II di Norvegia, ma poi, nel 1019, fu unita in nozze a Jaroslav I di Kiev. Giunta nel principato, cambiò il proprio nome in Irene e fu coinvolta nella vita politica e militare dal marito. Gestì le relazioni tra i paesi scandinavi e i territori russi. Mise al mondo nove figli e gestì un monastero femminile a Kiev intitolato a S. Irene. Grazie a lei furono avviati i lavori per la costruzione della cattedrale di S. Sofia a Novgorod, dove fu sepolta. Secondo una tradizione morì nel 1050, secondo un’altra spirò nel 1056 dopo essere divenuta vedova ed essere entrata in monastero.
Ant. ad Magn.: Recordare, Domine, gloriosae Matris tuae Mariae, et dilectorum servorum tuorum Joannis Baptistae, Laurentii, Ansgarii, Sigfridi, Aeschili, Davidis, Henrici, Erici, Botvidi, Helenae, Irenis et aliorum sanctorum Patronorum terrae Sueciae, et ne auferas misericordiam tuam a nobis.
Oratio. Infirmitatem nostram, quaesumus, Domine, propitius respice: et mala omnia, quae pro peccatis nostris juste meremur, sanctorum tuorum terrae Sueciae Patronorum intercessione clementer averte. Per Dominum.
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