Rompiamo tuttavia minimamente questo lungo silenzio oggi, 25 gennaio (7 febbraio), nella festa della Conversione di S. Paolo, per fare un augurio e un ammonimento a tutti coloro che nella loro vita, mettendo a frutto l'esortazione del Battista, l'insegnamento di Cristo e l'esempio dell'Apostolo delle Genti, si sono dati alla metànoia spirituale continua, e sono approdati ai lidi della Vera Fede, alla professione dell'autentico Credo, alla vita in Cristo per la divinizzazione della propria anima.
Il caso di uno di questi nostri fratelli, il noto giornalista e scrittore Alessandro Gnocchi, è balzato all'onore delle cronache in seguito alla pubblicazione del "diario" del suo percorso interiore. Contro la sua persona, e contro la Vera Fede, conseguentemente, si sono levate l'armi e gli scudi, con florilegi di menzogne e la consueta aridità di certi cuori. D'altronde, oportet ut scandala eveniant.
Per lunghi giorni si è pensato di scrivere un breve pamphlet apologetico, in difesa non tanto e non solo dell'amico Gnocchi - la cui scelta religiosa era a noi nota da tempo - ma soprattutto dell'onorabilità della Chiesa di Cristo, contro le molte falsità profferitesi sul suo conto. Gli scritti sprizzanti d'odio, e finanche forse tradenti una certa paura, però, "si moltiplicavano senza fine", e non vale rompere il silenzio in cui i nostri maestri spirituali ci hanno posto per uno scritto, finito in pasto al web, avrebbe prodotto ben poco bene nei cuori dei ver'inquirenti di Dio rispetto al male che avrebbe suscitato nei suoi nemici - nolite jactare margaritas ante porcos, ed esperienze passate di "dispute" sul blog ne han dato esempio.
Perciò, più che tante confutazioni e dimostrazioni storiche, vagliano a noi e agli amici sullodati le sole parole di Cristo: Beati estis cum maledixerint vobis et persecuti vos fuerint et dixerint omne malum adversum vos, mentientes propter me: gaudete et exultate, quoniam merces vestra copiosa est in coelis.
Uno stimato lettore (D.) ha postato un commento nei toni a tratti indegno dello stile consueto dei suoi interventi. Inizialmente volevamo riportarlo in forma riassunta, ma qui lo presentiamo in integrità, con replica sotto:
RispondiEliminaLa Vera/Valida Fede...come passare nelle grinfie dei sovietici infiltrati senza accorgersene.
A questo vi siete ridotti, disprezzando la realtà? I foziani hanno i sacramenti compromessi, è ora di dirlo, come è ora di dire che i tradizionalisti pseudocattolici sono l'ala destra eretica dirimpettaia dei modernisti nell'occidente.
Se molti fra noi si abbeverano da voi a fonti che svelano il tesoro della Rivelazione di cui ormai siamo resi orfani, il vostro palesare di aver preferito questa puntualizzazione al compito che vi eravate proposti è peregrino. Se non valeva la pena scrivere, non dovate farlo proprio, e basta.
Gentile D.,
Eliminail Suo commento mi ha a dir poco lasciato stupito, per due problemi che presenta. Il primo è dar conto a voci che lasciano il tempo che trovano (i "sovietici infiltrati", come poi se la Fede fosse identificabile con i problemi umani di una singola giurisdizione che la professa). Il secondo è una concezione ecclesiologicamente anomala: se i "foziani" (che, per inciso, sono onorati di essere chiamati col nome di S. Fozio l'illuminatore, venerato peraltro pure dai greco-cattolici) avessero i "sacramenti compromessi" (cosa che, per ulteriore inciso, non risulta dalla dottrina cattolica né pre né post conciliare), e i tradizionalisti "pseudocattolici" sono speculari ai modernisti e con essi eretici, dov'è la Chiesa? Nel "piccolo resto"? Che si riduce a Lei e qualche dozzina di altri nostri lettori? Ne converrà che è un problema ecclesiologico enorme. Noi siamo sempre stati convinti assertori del fatto che i confini visibili della Chiesa non sempre coincidano con quelli invisibili, ma un criterio soteriologico deve accompagnarsi a una dimensione strutturale (non istituzionale) della Chiesa. Se ambo le strutture/istituzioni hanno "sacramenti compromessi", dov'è la salvezza?
Questo blog, tra un paio di mesi, compirà sei anni di vita. Per la maggioranza di essi, il suo caporedattore è stato (ed è) un cristiano ortodosso, senza che la cosa abbia posto particolari problemi a Lei e ad altri lettori, proprio perché abbiamo sempre lavorato sulle fonti e in modo scientifico. Se mai riprenderemo a scrivere, continueremo a fare così. Ma questo non ci esime dal difendere un amico da attacchi indegni, portati avanti con terminologie offensive e inesatte (le diffuse accuse di apostasia, per esempio), e finanche passibili di denunzia (penso a certe frasi dematteiane che un cristiano non dovrebbe mai rivolgere, nemmeno all'Islam o al paganesimo...).
Non mi stupisco più di nulla, men che meno dei commenti di presunti "cattolici" che insultano invece di spiegare il loro punto di vista. Mi riferisco proprio al "caso Gnocchi", se così posso dire. Alessandro è un amico di vecchia data col quale ci siamo incontrati e sentiti più volte. Contro di lui si sono levate voci inaccettabili e insulti, nonché giudizi, che non dovrebbero avere nulla a che fare con un cristiano. Mi sono trovato a doverlo difendere (premesso che non ha bisogno certo del sottoscritto per questo) su vari social dove ho letto cose che mai avrei immaginato. La mia "difesa" in favore di Alessandro mi è costata veri e propri scontri verbali nonché la cancellazione di molte "amicizie" virtuali. Non ho perso nulla, anzi, ho soltanto ridotto un pò e migliorato la cerchia dei conoscenti. Posso solo dire che la situazione nella Chiesa romana è caotica a dir poco e che la confusione regna sovrana anche tra i cosiddetti gruppi legati alla "tradizione". Non è facile procedere in questa situazione generale. Per me, al momento, l'idea di lasciare una strada che ho percorso per molti anni è decisamente impraticabile. Devo farne ancora moltissima prima di addivenire ad un'eventuale idea di cambiamento, però capisco molto bene chi è tornato alle origini. Già, le origini. Concludo e colgo l'occasione per fare un augurio per i sei anni di vita del blog: una fonte di conoscenza importante per tutti che deve continuare. Grazie.
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