domenica 15 aprile 2018

Sant'Isidoro di Chio, martire

CALENDARIO DELLA SANTA, PATRIARCALE, PRIMAZIALE E METROPOLITANA ARCIDIOCESI DELLE VENEZIE

16 aprile
Sant'Isidoro di Chio,
martire
paramenti rossi - doppio - Messa "Protexisti"

Sant'Isidoro di Chio, icona di ambiente copto

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Ἀγωνισάμενος, κατὰ τοῦ ὄφεως, ἔστησας τρόπαιον, Μάρτυς Ἰσίδωρε· ἐκ τῆς Αἰγύπτου γὰρ φωστήρ, αὐγάζων τὴν ὑφήλιον, πᾶσιν ἐξανέτειλας, τὰς κινήσεις ποιούμενος, πρὸς τὸν ἀνατείλαντα, ἐκ Παρθένου θεόπαιδος, δι' ὃν σφαγιασθεὶς ἀθλοφόρε, θῦμα εὐῶδες γεγένησαι.

Avendo lottato contro il serpente, vi siete guadagnato il trofeo, o Martire Isidoro: illuminando tutta la terra dall'Egitto, o portatore di luce, e tutti sollevando, con le vostre forze, verso colui che nacque dalla Vergine Madre di Dio, a cagion del Quale foste immolato, o trionfatore, diventaste vittima soave!

(Kathisma di S. Isidoro di Chio)

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VITA DEL SANTO MARTIRE

Sant’Isidoro di Chio fu un martire assai popolare, invocato come protettore dei marinai sulle coste di tutto il Mediterraneo e considerato in particolare dalla Chiesa Copta al pari di San Giorgio quale intrepido cavaliere. Poche ma verosimili notizie ci sono state trasmesse sul suo conto grazie ad una Passio, redatta probabilmente in Chio nella prima metà del V secolo. Quando l’imperatore Decio ordinò un reclutamento di milizie, Isidoro si arruolò al servizio del comandante della flotta Numerio, ricevendo l’incarico di furiere per le piaghe ai militari. Ciò destò immediatamente l’invidia del centurione Lucio, che lo denunciò a Numerio perché cristiano. Arrestato e condotto in tribunale, subì un lungo interrogatorio durante il quale ebbe modo di proclamare fieramente la sua fede in Cristo. Numerio, ormai esasperato per l’eroica testimonianza dell’imputato, gli fece tagliare la lingua e lo condannò alla decapitazione. Isidoro conseguì dunque la palma del martirio il 4 maggio di un anno di un anno imprecisato, sotto l’imperio di Decio, probabilmente il 250 o il 251. Per mano del suo amico Ammonio ricevette degna sepoltura e proprio su questa tomba cominciarono a verificarsi non poche guarigioni miracolose. Al tempo di San Gregorio di Tours, dunque nel VI secolo, in tale luogo era possibile ammirare una grande basilica ed un pozzo nel quale, secondo la tradizione, in un primo tempo sarebbe stato gettato il corpo del santo. Pare che alcune sue reliquie giunsero a Costantinopoli, allora capitale imperiale, ed una seconda Passio fornisce una seconda versione circa l’avventura terrena del santo: Isidoro sarebbe stato in realtà originario di Alessandria d’Egitto, come testimonierebbe l’origine del suo nome simile a quello della dea Iside, e solo in seguito raggiunse l’Isola di Chio ove si consumò il suo martirio. Ma Sant’Isidoro resta comunque un personaggio non definibile storicamente con notizie certe, esistono infatti numerose altre sue passio, sue reliquie sono venerate in numerose località e parecchie chiese furono dedicate alla sua memoria. Nel 1125 le sue reliquie furono traslate a Venezia dal doge Domenico Michiel e su iniziativa del chierico Cerbano Cerbani (la vicenda è narrata dettagliatamente nella Translatio mirifici martyris Isidori a Chio insula in civitatem Venetam di quest'ultimo).
Il Calendario bizantino pone la sua memoria il 14 maggio; quello del Patriarcato di Venezia lo festeggia invece il 16 aprile.

La cappella della Basilica di S. Marco ove si custodisce il corpo del Santo

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