di Natale Vadori
SAN GIOVANNI BOEMO, UN SANTO EREMITA VENERATO SIA DAI CATTOLICI CHE DAGLI ORTODOSSI MA CHE PER ALCUNI NON SAREBBE MAI ESISTITO
Lo scorso 6luglio si è svolto un pellegrinaggio, promosso dalla FSSP ceca, a San Giovanni sotto la Roccia, in onore di san Giovanni Boemo. La santa messa è stata celebrata dal rev. p. Josef Peňáznella chiesa ipogea dedicata alla Nascita della Beata Vergine Maria (Skalní kostel Narození Panny Marie), in slavo ecclesiastico, ovvero secondo il messale tradizionale romano ma utilizzando invece del latino lo slavo ecclesiastico, la lingua liturgica composta dai SS. Cirillo e Metodio, gli apostoli degli Slavi, la cui ricorrenza in Cechia e Slovacchia è celebrata proprio il cinque luglio (ed è anche festa civile in entrambi i Paesi), il sette luglio secondo il calendario latino tradizionale, ed il 14 febbraio invece secondo quello promulgato nel 1969; l'11 maggio nel calendario bizantino.
La messa era quella della Comune dei confessori non vescovi, Os justi e l’ordinarium Orbis Factor. Il canto finale è stato l’inno a S. Venceslao (Hymnus ke sv. Václavovi) [1].
San Giovanni sotto la Roccia (Svatý Jan pod Skalou) [2] è un borgo idilliaco, immerso nei boschi, ad una trentina di km a sud-ovest di Praga, presso la cittadina di Beroun [3]. È il più antico centro di pellegrinaggio boemo, legato alla figura di san Giovanni Boemo [4], il primo eremita ceco, vissuto nella prima metà del IX sec., che qui aveva stabilito il suo eremo, in una grotta con una sorgente di acqua curativa, tutt’ora attiva, sotto una roccia erta ed imponente.
L’autenticità storica di questo santo è dibattuta. Al giorno d’oggi il suo culto è permesso dalla Chiesa cattolica solo in questa località e non è più annoverato tra i protettori cechi [5]. A titolo esemplificativo della problematica, riporto qui in una mia traduzione, la scheda “La questione di san Ivan”, redatta da F. V. Mareš [6].
LA QUESTIONE DI SAN IVAN
Tra i protettori cechi era annoverato anche san Ivan; godeva di grande popolarità sopratutto nel periodo barocco. Era il primo eremita, figlio del duca polabo [7] Gestimulus (Gostomysl); nel suo eremo a San Giovanni sotto la Roccia (presso Beroun) lo scoprì il duca Borzivogio Premislide (Bořivoj Přemyslovec, seconda metà del IX sec, primo dinasta boemo e padre del duca san Venceslao). Nella chiesa di S. Giovanni sotto la Roccia sono conservate le sue reliquie; la loro autenticità è tuttavia dubbia e molto dibattuta, come più in generale la stessa esistenza del santo. Per questa ragione il suo culto è permesso dalla Chiesa solo in questo luogo (cioè a S. Giovanni sotto la Roccia, ricorrenza il 25 giugno [8]). Tra le più antiche ragioni dell’antichità del culto si riporta la leggenda veteroslava di san Giovanni, nota grazie ad alcune copie russe. Questa leggenda costituirebbe la principale prova dell’esistenza del santo. Mostra tuttavia che è piuttosto recente: giunse in ambienti russi in primis attraverso l’inaffidabile Cronaca Boema di Václav Hájkz Libočan (pubblicata nel 1541) e tramite la Cronaca del Mondo, redatta nella seconda metà del XVI sec. dal cronista polacco Martin Bielski. Sarebbe interessante ed importante condurre moderne ricerche antropologiche sui resti [9].
Così scrive il Mareš sul santo. Rimane in ogni caso il fatto che Borzivogio nella suddetta località vi fondò la cappella di S. Giovanni Battista e vi nominò due sacerdoti. Nel 1033 Bretislao I (Břetislav I) di Boemia consegnò la cappella al monastero benedettino di San Giovanni Battista in Insula (Klášter Stětí sv. Jana Křtitele na Ostrově) di Davle, una ventina di km a sudovest di Praga. I monaci vi stabilirono una canonica e dopo la distruzione del monastero di Insula nel 1517 anche l’abbazia. Il nobile Oldřich Zajíc di Hazmburk fece costruire qui una nuova chiesa, dedicata alla Nascita di s. Giovanni Battista (kostel Narození sv. Jana Křtitele). A cavallo tra il XVII e il XVIII secolo vi fu costruito dai noti architetti Carlo Lurago (1615-1684) e Kilian Ignaz Dienzenhofer (1689-1751) un nuovo complesso monastico barocco, tutt’ora esistente, anche se destinato da tempo ad altri usi.
Nel 1732 l’arcivescovo praghese Ferdinand conte Khünburg (1651-1731), originario di Mossa di Gorizia, costituì la Congregazione degli Ivaniti (Congregatio fratrum eremitarum divi Ivani); congregazione che univa laici ma anche religiosi eremiti e cenobiti che vivevano secondo il modello di san Ivan, specialmente nei dintorni di Praga (oltre a S. Giovanni sotto la Roccia, anche nella Valle di Procopio [Prokopské Údolí] e a Vyšehrad [10]) ma pure in altre località boeme, come Křemešník, importante centro di pellegrinaggi presso Pelhřimov, sulle Alture Cecomorave [11]. Spesso gli ivaniti svolgevano le funzioni di sagrestano, campanaro, necroforo. Già nel 1782 l’imperatrice Maria Teresa ne proibì però nuove affiliazioni. Suo figlio e successore, l’anticattolico Giuseppe II, li soppresse, come tutti gli ordini contemplativi. Nel 1785 il convento divenne una residenza privata, nel 1925 una scuola, durante il comunismo prima una prigione e poi una scuola per la polizia politica. Ora è una scuola superiore pedagogica.
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È certamente verosimile ed anzi plausibile che nei secoli si siano inseriti elementi leggendari, mi pare difficile però ritenere che tutto sia frutto di fantasia, vista l’antichità e la continuità del culto, tuttora e continuativamente praticato dalla Chiesa Ortodossa delle Terre Ceche, nonostante le numerose avversità storiche. La grotta e poi il monastero già nel Medioevo erano divenuti un importante centro di pellegrinaggio, anzi, il primo in Boemia. Passato il burrascoso periodo hussita del XV-XVI sec., con la sua feroce distruzione di ogni presenza cattolica, i pellegrinaggi ripresero nel XVII sec. con la ricattolicizzazione della Boemia e conobbero con la Controriforma il loro periodo aureo. Di nuovo scomparsi per gli effetti della politica anticattolica giuseppina, ripresero nella seconda metà del XIX sec. anche come manifestazione patriottica ceca. Ovviamente proibiti nel periodo comunista, negli ultimi anni sono ripresi per iniziativa della FSSP che qui, come altrove, riscopre e rivitalizza antiche devozioni religiose.
L’umile Ivan, che rifiutò gli onori del mondo per ritirarsi a vita contemplativa nei boschi, affascinò da subito i contemporanei, ed ancora oggi costituisce un modello da conoscere e su cui riflettere per molti fedeli. Ivan ha anche dato il nome ceco (Kavyl Ivanův) alla Stipa Pennata, una specie di pianta spermatofita monocotiledone della famiglia delle Poaceæ; conosciuta in italiano anche come Lino delle fate piumoso.
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NOTE
[1] Inno del XII sec., in cui s’invoca san Venceslao, padre della Patria, e tutti i protettori cechi. È tutt’ora molto popolare.
[2] Ecco un breve video illustrativo della zona: https://youtu.be/q1tJrElXtdw. Si segnalano inoltre due pubblicazioni locali: Jeskyně sv. Ivana ve Svatém Janě pod Skalou, 2008, Svatojánská společnost; Svatý Jan pod Skalou, 2010, Svatojánská společnost.
[3] Posta alla confluenza del Berounka e del Litavka, a 30 km a SW di Praga, nel Medioevo era il più importante guado sulla strada tra Praga e Pilsen, nel Sud. I primi coloni erano Tedeschi ma curiosamente il toponimo “Beroun” è una corruzione tedesca di “Verona”.
[4] Ivan Český in ceco, quando il corrispondente ceco di “Giovanni” sarebbe invece Jan; indizio questo dell’origine non ceca ma polaba di Ivan.
[5] Ecco il link a tutti i protettori cechi: http://www.abcsvatych.com/rozdeleni/cestisvati.htm
[6] F. V. Mareš, Otázka svatoivanská v “Bohemia Sancta-Životopisy Českých Světců a Přátel Božích”, Praha, 1989.
[7] Si intende come Polabia un insieme di territori tra il basso Oder e la bassa Elba, nel Medioevo abitati da Slavi Polabi, definitivamente germanizzati nel XVIII sec. Il polabo, lingua slava occidentale, è quindi da tempo estinto.
[8] Secondo il calendario giuliano; 8 luglio secondo quello gregoriano. Il pellegrinaggio il 6 luglio si spiega perché in Cechia è festa civile.
[9] Le analisi sulle ossa vennero poi effettuate nel 2005, ed i risultati le attribuirono proprio al IX-X sec.: https://www.katyd.cz/prilohy/svaty-ivan---prvni-cesky-zalesak.html
[10] Rocca praghese a strapiombo sulla riva destra della Moldava, antica residenza reale; dal 1070 vi è eretta la Collegiata Reale del Capitolo dei SS. Pietro e Paolo di Vyšehrad, dal 2003 Basilica Minor.
[11] Alture che separano la Boemia dalla Moravia. Per una panoramica geografica del territorio ceco: https://bohemiaromana.altervista.org/geografia-boemia-moravia/
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