sabato 18 agosto 2018

L'Ufficio Divino Bizantino - 2. La Piccola Compieta

Nelle Compiete, i salmi e le preghiere
di compunzione e confessione,
riguardanti il perdono e la richiesta di favore,
e il trascorrere in pace la notte, senza fantasmi,
senza macchie e turbamenti;
E l'alzarsi bene al momento della preghiera
del Mesonittico e del Mattutino,
con zelo e compunzione.
Ogni sera, poi, alcuni cantano pure
i canoni della Deipara e l'ufficio dell'Akathistos:
e chiunque si mostrerà zelante e operoso
avrà maggior ricompensa secondo il proprio sforzo.
(S. Simeone di Tessalonica)

La Compieta (in greco Ἀπόδειπνον, cioè letteralmente "dopo cena") è l'ora canonica che viene cantata prima del riposo. Tale ufficio è infatti dominato dalla comparazione tra la notte e la morte, illuminata tuttavia dalla luce della Risurrezione di Cristo. Ovviamente l'ufficio è caratterizzato pure da un tono penitenziale.


Anticamente questo ufficio si cantava nei monasteri verso le 19, ed era seguito da altre preghiere private del monaco nella propria cella (come l'ufficio delle prostrazioni), prima di coricarsi per qualche ora fino al canto dell'ufficio di mezzanotte. Sul Monte Athos vi era l'uso di venerare le Sacre Reliquie e di ricevere la benedizione individuale dall'igumeno subito dopo il termine dell'ufficiatura. Presso i Russi invece si è diffusa l'usanza di aggiungere alla Compieta una decina di preghiere di composizione ecclesiastica (le cosiddette "preghiere della sera" o "prima del sonno").

Esistono due versioni di questo ufficio, la Piccola (μικρὸν Α.) e la Grande Compieta (μέγα Α.). La seconda si canta durante la Grande Quaresima e in altri periodi penitenziali, mentre la prima si canta durante tutto l'anno; di questa particolarmente ci occupiamo in questa istanza.

Pare che quest'ufficio, così com'è concepito, non sia esistito originariamente nel monachesimo orientale, ma sia menzionato per la prima volta nella Regola di S. Benedetto.
Cionondimeno, P. Pargoire presenta le testimonianze di Callinico di S. Basilio il Grande (IV secolo), che attestano una preghiera liturgica celebrata tra il Vespero e l'ufficio di mezzanotte, ivi chiamata πρωθύπνια (prima del sonno). P. Vandepitte attribuisce l'invenzione di quest'ora proprio a S. Basilio di Cesarea. Dom Plaine, pur non prendendo posizione su chi sia l' "ideatore" di questo ufficio, afferma che se ne trovano riferimenti in Eusebio di Cesarea, Sant'Ambrogio e Giovanni Cassiano, facendolo dunque risalire anch'egli al IV secolo. Certo comunque vi erano precedentemente delle preghiere private prima del sonno, non strutturate in forma liturgica, che però sono state sicuramente una sorta di "anticipazione" dell'Ora canonica, e probabilmente ne hanno anche ispirato la struttura (in questo senso, sono fondamentali le attestazioni di S. Cipriano e S. Cirillo d'Alessandria). Pare invece da scartare la tesi di Dom Besse, ovverosia che la Compieta fosse da ricondursi al monachesimo egiziano e a S. Pacomio, cioè a prima del IV secolo.

L'ufficio è così strutturato:
  • Preghiere iniziali
  • Salmi 50, 69 e 142
  • Piccola Dossologia (Gloria in excelsis con i versetti feriali)
  • Simbolo Niceno-Costantinopolitano
  • Salutazioni della Deipara (1)
  • Ἄξιόν ἐστιν (2), Trisagio, Pater e kontakio della festa
  • Kyrie eleison (40 volte) e preghiera Ὁ ἐν παντὶ (3) con benedizione
  • Preghiera alla Santa Vergine di S. Paolo monaco
  • Preghiera a Nostro Signore di Antioco monaco
  • Preghiera all'Angelo custode
  • Preghiere conclusive e mutuo perdono (4)
___________________________
NOTE

(1) Il poema alla Beata Vergine detto Akàthistos (di cui abbiamo ampiamente parlato QUI e negli articoli successivi) si canta (o, più spesso, si legge) integralmente nelle sue ventiquattro strofe (ma senza i tropari e il Canone che fanno parte dell'ufficio quaresimale).
(2) Famosissima preghiera alla Vergine della tradizione bizantina: Ἄξιόν ἐστιν ὡς ἀληθῶς μακαρίζειν σε τὴν Θεοτόκον, τὴν ἀειμακάριστον καὶ παναμώμητον καὶ Μητέρα τοῦ Θεοῦ ἡμῶν. Τὴν τιμιωτέραν τῶν Χερουβεὶμ καὶ ἐνδοξοτέραν ἀσυγκρίτως τῶν Σεραφεὶμ, τὴν ἀδιαφθόρως Θεὸν Λόγον τεκοῦσαν, τὴν ὄντως Θεοτόκον, σὲ μεγαλύνομεν (E' veramente degno beatificare te, la Deipara, la sempre benedetta e tutta immacolata Madre del nostro Dio. Colei che è più onorevole dei Cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini, che generò senza macchia il Dio Verbo, la vera Madre di Dio, te magnifichiamo).
(3) Preghiera con cui si concludono tutte le ore liturgiche, seguita dal Kyrie, dal Pater e da una benedizione del celebrante. Con questa prece si chiude l'ora vera e propria, anche se la tradizione aggiunge poi delle preghiere di composizione ecclesiastica poi entrate nel Tipico.
(4) In alcune tradizioni si usa concludere sempre l'ufficio con una vicendevole richiesta di perdono, specialmente all'interno dei monasteri. Questo è in realtà più frequente al termine della Grande Compieta, piuttosto che della Piccola.

3 commenti:

  1. Si potrebbe avere un articolo che spieghi l'ufficio delle prostrazioni? Mi ricorda da lontano un atto devozionale compiuto da una nobildonna occidentale intorno al Mille, citato da padre Bunge in Vasi d'argilla, Qiqayon.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi può riportare la citazione? Comunque scriverò qualcosa su questo ufficio.

      Elimina
  2. Pag. 183 del testo citato: la pia contessa Ada (verso il 1090) ogni giorno recitava il saluto angelico (immagino la prima parte dell'Ave Maria, ndr) ogni giorno 60 volte: venti volte stesa a terra, venti volte con le ginocchia piegate e 20 volte in piedi. Interessante tutto il libro, per noi occidentali i cenni al primo millennio da pag. 177 a 183. C'è anche un cenno ai Novi modi di pregare di san Domenico, pubblicato per i tipi di Ancora nel 2005, con titolo "Pregare con il corpo" curatore P. Dyckhoff che ahimé integra il testo medievale con meditazioni moderniste di sapore panteistico. Dato che san Domenico era castigliano (in senso proprio) non mi sembra peregrino pensare che il suo stile corporeo fosse di origine mozarabica, ma mi rimetto alli superiori.

    RispondiElimina