mercoledì 13 ottobre 2021

Curiosità liturgiche sulla festa della Protezione della Madre di Dio

 La festa della Protezione della Madre di Dio, che ricorre oggi 1° (14) ottobre, è una delle più amate nel mondo slavo, tanto da essere informalmente considerata una delle Dodici Feste maggiori (che così diventerebbero tredici). Tuttavia, ci sono alcuni elementi liturgici che possono darci informazioni sul fatto che anticamente il grado di questa festa fosse inferiore.

La festa commemora l'apparizione della Madre di Dio alle Blacherne a Costantinopoli una domenica 1° ottobre del X secolo, alle 4 del mattino, allorché S. Andrea il Folle in Cristo vide la cupola della chiesa aprirsi e da lì entrare la Vergine Maria, circondata da angeli e da santi; ella ivi s'inginocchio e piangendo pregò per tutti i Cristiani, chiedendo al Suo figlio di accogliere le preghiere di quanti si rivolgono a Lui e cercano la di lei protezione. Dopodiché, sparse il suo manto su tutti i fedeli presenti in chiesa, segno della propria protezione. Questa immagine è quella raffigurata nell'iconografia della festa. Secondo San Nestore il Cronista, l'episodio s'inserisce all'interno di una richiesta fatta dagli abitanti della Città alla Madre di Dio di proteggerla da un attacco di slavi pagani, poi effettivamente sventato con una grande vittoria navale. La festa è anche detta "dell'Intercessione della Madre di Dio".

Si ignora il motivo per cui presso i popoli slavi la festa sia tenuta in così grande considerazione: alcuni sostengono che la ragione sia l'origine slava di S. Andrea, ma questo è poco significativo. Certo è che dal XVI secolo a questa festa è dedicata la più variopinta e famosa chiesa moscovita che troneggia la Piazza Rossa, meglio (ma impropriamente) conosciuta come Cattedrale di S. Basilio dal nome di S. Basilio il Benedetto, folle in Cristo, le cui spoglie ivi riposano, e così una quantità innumerevole di chiese in tutta la Rus'.

Veniamo alle questioni liturgiche. Sia presso i Greci, dove la festa sarebbe meno sentita, se non fosse che nella Repubblica Ellenica da circa 70 anni una funzione votiva alla Protezione della Madre di Dio è ri-celebrata il 28 ottobre in occasione della festa nazionale (Giorno del No), sia presso gli Slavi la festa è pressoché equiparata alle Dodici Grandi Feste, pur non rientrando formalmente nel ciclo. Da esse, in realtà, si distingue nettamente perché non ha una vigilia (προεορτία, предпраздство), né un'ottava (ἀπόδοσις, ѿданїе). E' sovente celebrata con il grado di "festa con veglia" (бдѣннаѧ слꙋжба), ma originariamente il suo grado doveva essere molto più basso. Proviamo a considerare alcuni punti.

Il mineo slavonico, all'apertura del mese di ottobre, scrive: "se è il titolo della chiesa, oppure lo vuole il rettore, si fa la veglia di tutta la notte, come segue", e riporta tutto l'ordine di una funzione con veglia, con paremie, litia, polieleo... Questa rubrica ci lascia intendere che la festa è con veglia ad libitum (un po' come i due semiduplex ad libitum presenti nel Breviario Romano), ma non ci dice con che grado si dovrebbe celebrare la funzione qualora il rettore non volesse fare la veglia. Viene in aiuto il Typikon, nella misura in cui lascia intendere (fornendo due istruzioni diverse) che se non si celebra la funzione della Protezione, si deve celebrare la funzione di S. Anania e di S. Romano il Melode, le cui feste lo stesso giorno, e hanno grado semplice. D'altro canto, l'ordo (Богослужебные указания) del Patriarcato di Mosca sub A dice chiaramente che "si celebra la funzione con veglia della festa della Protezione", considerando quindi imperativo quello che i libri liturgici testimoniano fosse un tempo facoltativo. Anche il rapporto con le citate feste di S. Anania e di S. Romano il Melode non è chiaro. Nell'Apostolo slavonico sono riportati due prochimeni (graduali) e due epistole, i primi per la Protezione e i secondi per S. Anania, secondo la combinazione ordinaria, indicando quindi che la commemorazione dovrebbe avvenire alla liturgia; il già citato Ordo però sub A dice di celebrare la funzione della Protezione senza commemorazioni, come se fosse una delle Dodici Feste; sub B dà le indicazioni per celebrare la funzione con la commemorazione (che nel rito bizantino di fatto è una "unione" di più funzioni) di S. Anania, ma essendo sub B si riferisce solo alle chiese e ai luoghi di cui il santo è patrono o in cui gode di particolare venerazione.

Leggendo il typikòn greco, pare proprio che la festa non esista propriamente, se non indicata nel calendario al 1° ottobre. Le istruzioni infatti riportano di celebrare la funzione di S. Anania con grado semplice. Al 28 ottobre, in ragione della già citata festa nazionale, spiegano come celebrare la funzione votiva "secondo il Mineo della chiesa di Grecia", ma segnalano che normalmente in quel giorno si dovrebbe celebrare la funzione della feria. Andiamo pertanto a vedere il Mineo della Chiesa di Grecia, che al 1° ottobre riporta l'ufficiatura semplice di S. Anania e Romano il Melode, e al 28 l'ufficiatura feriale dei Ss. Terenzio e Neonilla martiri. Prima della funzione di S. Anania, è riportata un'officiatura a parte colla dizione Τῇ Α' τοῦ αὐτοῦ μηνὸς, ἀνάµνησιν ἐπιτελοῦµεν τῆς ἁγίας Σκέπης τῆς Ὑπεραγίας Δεσποίνης ἡµῶν Θεοτόκου καὶ Ἀειπαρθένου Μαρίας. E' interessante notare che sia chiamata ἀνάµνησις ("commemorazione"), e non μνήμη ("memoria") come ordinariamente son chiamate tutte le feste del mineo. Si tratta di un'ufficiatura completamente diversa da quella slavonica (salva qualche stichira), che fa parecchie menzioni del miracolo delle Blacherne (laddove quella slava parla in generale dell'intercessione della Madre di Dio), e ha dopo il Polieleo una particolarissima ἐκλογή ("spiegazione"), un poemetto in versi che inizia "Ἐν πόλει τοῦ Θεοῦ ἡμῶν, Ἀλληλούια - Nella città del nostro Dio, alleluia" e racconta l'episodio dell'apparizione, cosa che non trova paragoni in nessun'altra festa.



Le conclusioni che possiamo trarre sono che questa festa originariamente non aveva una propria celebrazione liturgica, tantomeno di grado alto, ed è stata introdotta come funzione votiva, con testi e modi che si sono sviluppati separatamente nella Rus' e nel mondo ellenofono. Benché amatissima dai fedeli e celebrata universalmente con grandissima solennità, resta nei libri liturgici una funzione votiva che un sacerdote, senza infrangere alcuna norma ma anzi seguendo i libri, potrebbe legittimamente tralasciare.

A tutti buona festa della Protezione!

Icona ucraina di tardo XVII / inizio XVIII secolo
Sotto il manto della Madonna, in secondo piano a destra, si riconosce il cosacco Bogdan Khmelnytskij

1 commento:

  1. Grazie per l' articolo. Non so se sbaglio ma io sapevo di un' altra origine o evento concomitante che diede origine a questa festività: lessi in qualche libro di iconografia che la festa si deve a un miracolo che avveniva settimanalmente nella chiesa delle Blacherne in Costantinopoli dove durante la liturgia si alzava miracolosamente il velo che celava l'icona della Vergine (non so se la famosa Odighitria o più probabilmente l' icona della Platytera) il quale velo restava alzato fino al termine della funzione per poi calarsi. Sembra che alcuni concludano che il velo che gli angeli sostengono sopra la Vergine Orante nella iconografia tradizionale, derivi da questo fatto oltre che al racconto da lei riportato che certamente ne costituisce l' origine storica.
    Forse il racconto del velo davanti all' icona è una leggenda tardiva.

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