giovedì 21 giugno 2018

La Sacra Liturgia: sue divisioni

Pubblichiamo di seguito l'introduzione che il beato Cardinal Schuster, Abate e Arcivescovo di tutta Milano, fa alla sua grande opera sulla liturgia (Liber Sacramentorum), nella quale si propone di dare qualche nozione di studio comparato delle liturgie, suddividendole e per aspetto rituale (per quale scopo si compone una data liturgia) che per origine etnico-storica. Su quest'ultimo punto lo Schuster presenta sovente delle debolezze, caratteristiche per verità della quasi intera produzione di storia della liturgia degli ultimi due secoli, sia dovute a un certo romanocentrismo (in realtà assai meno presente nell'arcivescovo ambrosiano che in altri autori contemporanei), che a una generale ricostruzione (più fantasiosa che documentaria) delle origini della liturgia sulla base di aspetti spirituali e devozionali, piuttosto che storici e filologici (le pur ricche citazioni degli antichi testi liturgici sono sovente fraintese, non adeguatamente interpretate e contestualizzate). Cionondimeno, l'opera in sé resta comunque straordinaria per vastità e profondità; e finanche questa introduzione didattico-programmatica, pur con tutte le succitate problematiche, risulta una traccia assai utile per coloro che, volendo approcciarsi allo studio della Sacra Liturgia, bisognano di apprendere il metodo necessario all'analisi storica e filologica dei testi sacri.


La Sacra Liturgia: sue divisioni

L'ambito della liturgia non la cede in vastità a nessuna altra scienza, giacché abbraccia le prime origini dell'umanità, le sue relazioni essenziali col Creatore, la Redenzione, i Sacramenti, la Grazia, l'escatologia cristiana, quanto insomma v'ha di più sublime, di più esteticamente perfetto, di più necessario ed importante al mondo. Per ragione di metodo, questo vasto campo può tuttavia essere diviso e ripartito in varie sezioni, ognuna delle quali comprende un lato e un aspetto particolare e determinato della religiosità cattolica. Il prospetto potrebbe essere il seguente:


Come scienza, la sacra liturgia ha i suoi canoni, le sue leggi, le sue suddivisioni, al pari di tutte le altre scienze, e particolarmente della teologia positiva, cui è affine così per metodo che per scopo. Essa, infatti, si propone lo studio sistematico del culto cristiano, distinguendo e classificando le varie formole liturgiche giusta il tipo che distingue ciascuna famiglia, ordinandole secondo la diversa data di redazione, istituendo esami e confronti fra i vari tipi, affine di rintracciare in essi il loro comune schema d' origine. È soltanto così che si possono ricondurre a uno stipite comune, delle liturgie apparentemente irriducibili, come ad esempio la Romana, la Gallicana e l'Ispanica ; senza di che, non si riuscirebbe a comprendere come l'unità del Simbolo della Fede non avesse avuto come immediata
conseguenza la primitiva unità della sua espressione liturgica. Invece, studi recenti ed indagini minuziose e pazienti, hanno scoperto in tutte le liturgie, anche le più diverse fra di loro, un sustrato comune; talora un identico concetto viene espresso con formole rituali ed un linguaggio affatto differente, ma oramai non può dubitarsi più che le liturgie orientali ed occidentali derivano tutte da un
identico ceppo, assai antico, che forma come la base e il fulcro dell' unità cattolica nel culto ecclesiastico.

Tra le fonti per lo studio della sacra liturgia, altre sono dirette, altre indirette. Alla prima specie, appartengono le pubblicazioni antiche e recenti delle anafore orientali e dei vari sacramentari latini. Recentemente il principe Massimiliano di Sassonia ha intrapreso la pubblicazione a fascicoli dei vari testi delle messe orientali, Siro-Maronita, Caldaica, Greca, Armena, Siriaco-Antiochena, ma non mancano delle buone illustrazioni e dei commenti a quasi tutti i libri liturgici orientali finora editi Tra le fonti occidentali, una menzione speciale meritano i sacramentari Leoniano, Gelasiano, Gregoriano, gli Ordines Romani, il Missale Gothicum, quello Gallicano antico e i libri liturgici mozarabici. Le varie liturgie, tenendo conto del loro sviluppo cronologico e delle loro relazioni etnografiche, possono raggrupparsi approssimativamente nella maniera seguente:


Questo schema rappresenta esclusivamente le grandi linee di classificazione delle varie famiglie liturgiche, e talvolta i riavvicinamenti che propone hanno un valore puramente approssimativo, come nel caso di far dipendere da Roma tutte le altre liturgie latine.


Tratto da: Ildefonso Schuster, Liber Sacramentorum, vol. 1, cap. 1
Schemi digitalizzati dall'originale.

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