Approfittiamo di questo quanto mai congeniale frangente per comunicare una scelta redazionale: dopo diversi anni in cui, nella pubblicazione degli articoli di approfondimento, si è seguito pressoché interamente il calendario gregoriano - benché non fosse quello personalmente seguito dalla maggior parte degli autori - per venire incontro ai nostri lettori che si presume in maggioranza lo seguano, si è deciso alfine di optare definitivamente per seguire il Paschalio giuliano, rispettando così anche in questa sede le prescrizioni del settimo canone del Concilio di Nicea sulla data della Pasqua.
Per il momento, il calendario seguito per le feste fisse resta quello gregoriano: di fatto, seguiremo il cosiddetto calendario "giuliano riformato", in uso da circa un secolo nelle chiese di Grecia, Cipro, Romania e Bulgaria, nonché nei Patriarcati di Costantinopoli, Alessandria e Antiochia, pur essendo consci che si tratta di un miscuglio di compromesso e con molti problemi. L'idea è quella di giungere, attraverso un periodo di transizione, a usare interamente il calendario giuliano pur qui.
Nella sezione "Calendario liturgico" del blog, da esattamente un anno non aggiornata, cercheremo di inserire da domenica prossima una proposta di calendario liturgico settimanale in questo modo, seguendo l'eortologio "neo-giuliano", le rubriche tridentine e un calendario romano-veneto, ripulito di molti appesantimenti post-tridentini, di nostra elaborazione.
Quest'anno la pasqua giuliana e quella gregoriana sono piuttosto distanti: quest'ultima cadrà il 4 aprile, mentre la prima il 19 aprile giuliano, cioè il 2 maggio del nostro calendario. Di seguito riportiamo l'annunzio della Pasqua con le date del "giuliano riformato", e sotto - per confronto - il medesimo con le date interamente giuliane.
Dies decima septima Martii dies Cinerum, et initium jejunii sacratissimæ Quadragesimæ.
Secunda Maji sanctum Pascha Domini nostri Jesu Christi cum gaudio celebrabimus.
Die decima Junii erit Ascensio Domini nostri Jesu Christi.
Die vigesima ejusdem Festum Pentecostes.
Prima Julii Festum sanctissimi Corporis Christi.
Die vigesima octava Novembris Dominica prima Adventus Domini nostri Jesu Christi, cui est honor et gloria, in sæcula sæculorum. Amen.
Die decima quinta Febuarii erit Dominica in Septuagesima.
Decima nona Aprilis sanctum Pascha Domini nostri Jesu Christi cum gaudio celebrabimus.
Die vigesima octava Maji erit Ascensio Domini nostri Jesu Christi.
Die septima Junii Festum Pentecostes.
Decima octava ejusdem Festum sanctissimi Corporis Christi.
Die vigesima nona Novembris Dominica prima Adventus Domini nostri Jesu Christi, cui est honor et gloria, in sæcula sæculorum. Amen.
Allora, astronomicamente né il calendario gregoriano né quello giuliano sono affidabili, tant'è vero che il calendario in uso agli astronomi è diverso e, all'atto pratico, inutilizzabile perché non è costante nel tempo, tendendo la rotazione terrestre a rallentare. Peraltro diverse società astronomiche, ancora nella prima metà del Novecento, ritenevano che tra i due d'uso il calendario giuliano fosse più conveniente per un uso convenzionale rispetto al gregoriano.
RispondiEliminaI problemi dei singoli calendari sono i seguenti, sostanzialmente:
1. Giuliano: 3 giorni di ritardo accumulati ogni 4 secoli, un numero tutto sommato trascurabile in considerazione che non si verificano variazioni cosmologiche così significative per la simbologia nel giro di pochi giorni. La famosa "Pasqua in estate" con cui si attacca di solito questo calendario, sarebbe realtà solo nell'8100... un problema forse trascurabile per ora.
2. Giuliano riformato: non c'è corrispondenza tra il santorale e il temporale, con il risultato che la Quaresima e la Pasqua sono sfasate rispetto ad altre feste, come S. Marco o S. Giorgio, che il tipico prevede possano cadere solo nel tempo pasquale e quest'anno invece cadranno in Quaresima. Si creano inoltre delle settimane dopo l'Epifania che non esistono nel tipico.
3. Gregoriano: non è rispettata la terza condizione per il calcolo della Pasqua fissata dal canone niceno, ovvero che cada dopo la festa giudaica. L'anno scorso, per esempio, Pasqua gregoriana e giudaica sono cadute lo stesso giorno (12 apr. NS / 31 marzo OS), la Pasqua giuliana è pertanto slittata alla settimana dopo (19 apr. NS / 6 apr. OS). Quest'anno la Pasqua gregoriana cadrà il 4 aprile (21 marzo OS), la festa giudaica sabato 1° maggio (18 apr. OS), e dunque la Pasqua giuliana la domenica immediatamente successiva, 2 maggio NS / 19 apr. OS.
Da qui si vede peraltro che la pasqua in maggio, non prevista dal tipico, è inevitabile col giuliano riformato. Però il canone niceno è sicuramente più obbligante rispetto al tipico: il calendario giuliano puro invece rispetta entrambi. La realizzazione di un nuovo calendario si scontra con il problema del paschalio: non è forse escludibile che si possa "correggere" il giuliano correggendo pure il paschalio e rispettando al contempo i tre canoni niceni, ma non saprei come si possa trovare.
Faremo nei prossimi tempi un post sulla questione del calendario.
RispondiEliminaMolto simpaticamente oggi, un paio di giorni dopo la pubblicazione delle mie riflessioni sul calendario in questi commenti, ascolto la predica del p. Serafim tenuta nello stesso giorno (poche ore prima credo), e dice le stesse identiche cose.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=es8KXOZmkw4
Che il giuliano abbia problemi è indubbio. Che il gregoriano sia il calendario migliore che si possa realizzare è invece molto dubbio.
RispondiEliminaChe la riparazione del gregoriano allo scarto dei giorni sia matematicamente e astronomicamente giusto non lo si toglie, anzi. Il problema sorge però con la data della Pasqua, ed è un problema non piccolo.