Sabbato Sancto
Ἅγιον καὶ Μέγα Σάββατον
Ст҃аѧ и Великаѧ Сꙋббота
MMXXI
Ὡς βροτὸς μὲν θνῄσκεις, ἑκουσίως Σωτήρ,
ὡς Θεὸς δὲ τοὺς θνητοὺς ἐξανέστησας,
ἐκ μνημάτων καὶ βυθοῦ ἁμαρτιῶν.
Δακρυρρόους θρήνους, ἐπὶ σὲ ἡ Ἁγνή,
μητρικῶς ὦ Ἰησοῦ ἐπιρραίνουσα,
ἀνεβόα· Πῶς κηδεύσω σε Υἱὲ;
Ὥσπερ σίτου κόκκος, ὑποδὺς κόλπους γῆς,
τὸν πολύχουν ἀποδέδωκας ἄσταχυν,
ἀναστήσας τοὺς βροτοὺς τοὺς ἐξ Ἀδάμ.
Ὑπὸ γῆν ἐκρύβης, ὥσπερ ἥλιος νῦν,
καὶ νυκτὶ τῇ τοῦ θανάτου κεκάλυψαι,
ἀλλ' ἀνάτειλον φαιδρότερον Σωτήρ.
Come mortale muori volontariamente, o Salvatore,
come Dio invece fai risorgere i morti
dai sepolcri e dall'abisso dei peccati.
Su di te la Pura (Maria) spargendo con fare materno
lamenti funebri sgorganti lagrime, o Gesù,
gridò: Come potrò seppellirti, o Figlio?
Come il chicco di grano, ascoso nel seno della terra,
hai prodotto messe copiosa,
risollevando i mortali da Adamo.
Sotto terra ti nascondesti, come ora il sole
è nascosto dalla notte della morte,
ma deh risplendi più luminoso ancora, o Salvatore.
(Stichi degli Encomia)
Giovanni Bellini, Pietà Martinengo, 1505 c.a, Gallerie dell'Accademia, Venezia
Recéssit pastor noster, fons aquæ vivæ, ad cujus tránsitum sol obscurátus est: Nam et ille captus est, qui captívum tenébat primum hóminem: hódie portas mortis et seras páriter Salvátor noster disrúpit. Destrúxit quidem claustra inférni, et subvértit poténtias diáboli. Nam et ille captus est, qui captívum tenébat primum hóminem: hódie portas mortis et seras páriter Salvátor noster disrúpit.
Si è allontanato il nostro pastore, la fonte dell'acqua viva, alla cui morte il sole si è oscurato: infatti è stato fatto prigioniero Colui che teneva prigioniero il primo uomo: oggi il nostro Salvatore ha spezzato le porte e le spranghe della morte. Ha distrutto le catene dell'inferno, e ha ribaltato la potenza del diavolo. Infatti è stato fatto prigioniero Colui che teneva prigioniero il primo uomo: oggi il nostro Salvatore ha spezzato le porte e le spranghe della morte.
(IV Responsorio dell'Ufficio delle Tenebre del Sabato Santo)
Buon Sabato Santo giuliano. La prima citazione che ha fatto è dagli stinchi degli encomia: sarebbero quei canti commoventi che nel rito greco si fanno mentre il clero sta davanti all' icona del Cristo deposto messa davanti all' iconostasi su di.una struttura che credo simbolismi il Sepolcro del Signore? Ne ho sentiti in rete cantare nella cattedrale di Lungro e nella chiesa romana di sant' Atanasio dei greci, davvero inni sublimi.
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