Ὠδὴ α ́. Ἦχος πλ. β'.
Πόθεν ἄρξομαι θρηνεῖν, τὰς τοῦ ἀθλίου μου βίου
πράξεις;
ποίαν ἀπαρχήν, ἐπιθήσω Χριστέ, τῇ νῦν θρηνωδίᾳ;
ἀλλ ̓ ὡς εὔσπλαγχνός μοι δός, παραπτωμάτων ἄφεσιν.
Δεῦρο τάλαινα ψυχή, σὺν τῇ σαρκί σου τῷ πάντων
Κτίστῃ,
ἐξομολογοῦ καὶ ἀπόσχου λοιπόν, τῆς πρὶν ἀλογίας,
καὶ προσάγαγε Θεῷ, ἐν μετανοίᾳ δάκρυα.
Ode I. Tono II plagale.
Donde incomincerò a compiangere le azioni della mia miserabile vita?
Quale iniziò darò, o Cristo, a questa lamentazione?
Ma tu, poiché sei misericordioso, concedimi la remissione dei peccati.
Orsù, anima infelice, insieme alla tua carne loda il Creator
d'ogni cosa; abbandona la pristina colpa,
e offri a Dio lacrime di compunzione.
Durante l'ufficio notturno (notte tra mercoledì e giovedì) si dice per intero il Grande Canone di Sant'Andrea di Creta (QUI).
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