Come tutte le maggiori feste, anche la Pentecoste gode di un'Ottava privilegiata, che prolunga per una settimana il tono gioioso della festa. Ancorché le prime fonti certe della celebrazione di tale ottava risalgano all'VI secolo, se ne può trovare traccia nell'affermazione delle Costituzioni Apostoliche orientali, che dicono che "il gaudio della Pentecoste si continua per una settimana". Il Sinodo di Magonza (813) prescrive chiaramente di celebrare la domenica di Pentecoste ogni giorno dal dì medesimo sino al sabato successivo, durante la Messa. Contando come un solo giorno festivo, l'intera ottava era festa di precetto (così come per la Pasqua), e solo il Concilio di Costanza del 1094 ridusse il precetto festivo ai primi tre giorni della settimana (il martedì cessò d'essere onorato ben presto, il lunedì fu tenuto in maggior considerazione, tanto che, pur non costituendo più precetto, è tradizionalmente osservato il lunedì di Pasqua nei paesi romanzi e il lunedì di Pentecoste in quelli germanofoni).
A Roma l'Ottava fu introdotta sicuramente non prima del V secolo (il Sacramentario Gelasiano riporta delle orazioni "ad Vesperas infra Octavam Pentecostes"), e quando giunse nell'Urbe trovò il proprio tempo già occupato da un'altra pratica, prescritta da S. Leone Magno e confermata da S. Gregorio Magno, quella del jejunum aestivale (antenato delle Quattro Tempora d'estate, accennato nei Sacramentari antichi e confermato dal Sinodo Bavarese del 740). A partire dall'VIII secolo iniziò ad apparire sconveniente digiunare in un periodo così gioioso come l'Ottava di Pentecoste (basti pensare che i Greci, solitamente molto più rigorosi dei latini in materia di digiuno, in questa settimana sospendono anche l'ordinaria astinenza del mercoledì e del venerdì), e si prescrisse lo spostamento di quest'opera penitenziale alla III settimana dopo Pentecoste (cosa simile era accaduta per il digiuno delle Rogazioni, che non era bene cadesse in tempo Pasquale); fu però S. Gregorio VII (XI secolo, e proprio a questo periodo risalgono delle disquisizioni sull'Ottava di Pentecoste riportate da Bernone di Richenau) a ripristinare il digiuno delle Quattro Tempora, che ancor oggi si osserva il mercoledì, il venerdì e il sabato di questa settimana (le istruzioni tradizionali prescrivono digiuno di un pasto e astinenza da carne, uova e latticini; la lettera di Benedetto XV elimina l'obbligo di astenersi da uova e latticini il mercoledì e il sabato; il Codice di Diritto Canonico del 1917 prescrive solo l'astinenza dalle carni e il digiuno di un pasto; il diritto canonico della chiesa moderna non accenna alle Tempora).
Durante l'Ottava, l'Ufficio Divino è il medesimo della Domenica di Pentecoste, con minime variazioni (le letture a Mattutino, che dipendono dal Vangelo che è diverso ogni giorno, le antifone dei cantici evangelici, per lo stesso motivo, e le orazioni). Ogni Messa ha antifone, orazioni, epistola e Vangelo propri, ma utilizza il Grande Alleluia e la Sequenza della domenica.
Il Triduo di Pentecoste nel rito bizantino
Anticamente, giusta le Costituzioni Apostoliche e la Peregrinatio Silviae che ci parla degli usi gerosolimitani, la solennità della Pentecoste era considerata come un solo lungo giorno festivo che durava l'intera settimana.
Invece, la Festa della Pentecoste, nel rito bizantino odierno, ha uno speciale prolungamento per tre giorni: tale ampliamento ha probabilmente avuto luogo in seguito alle dispute anti-trinitarie che hanno scosso l'Oriente cristiano. E così, dopo la domenica della SS. Trinità, si festeggia il Lunedì del Santo Spirito (Δευτέρα τοῦ Ἁγίου Πνεύματος, durante il quale si fa particolare ricordo dell'episodio della discesa dello Spirito sugli Apostoli, mentre la domenica è tradizionalmente dedicata all'esaltazione del Santo Spirito come terza persona della Trinità); molte sono le tradizioni locali legate a questo giorno, tradizionalmente festivo in Oriente: nei Balcani si solgono compiere delle officiature per le anime dei defunti, mentre in Russia e Ucraina sono alquanto praticate delle processioni per i campi delle parrocchie, trovandoci all'inizio dell'estate (a cagion del clima diverso, un simile rito in ambiente latino s'era già praticato poco prima dell'Ascensione). Anche il martedì è festeggiato con particolare solennità (anche se non vi è una festa particolare, ma è solamente detto "Terzo giorno della Trinità"), con la Divina Liturgia celebrata non solo in monasteri e cattedrali, ma anche nelle parrocchie. In alcune zone dell'Oriente, il martedì è anche conosciuto come il giorno dell'Acqua. Tutta la settimana, pur non possedendo uffici liturgici ottavari (se non l'iterazione delle preghiere in ginocchio del Vespro di Pentecoste), resta comunque festiva, come si può intuire, ad esempio, dalla succitata sospensione del digiuno.
UFFICIO DEL VESPRO QUOTIDIANO DELL'OTTAVA DI PENTECOSTE NEL RITO ROMANO
Su richiesta, alleghiamo il testo del Vespro dell'Ottava di Pentecoste, giusta il rito romano. Si tenga conto che quotidianamente cambiano l'antifona del Magnificat e l'Orazione. Nei prossimi giorni si caricherà sul nostro canale youtube un video del Vespro di Pentecoste celebrato nella Chiesa di S. Simeon Piccolo a Venezia (purtroppo incompleto, arriva solo fino all'Inno, mancando della parte più suggestiva che è rappresentata dal Magnificat, al quale si accompagna la grande incensazione).
Pater
Noster et Ave Maria dicuntur secreto.
INCIPIT
Tonus sollemnior
V. Deus + in adjutórium meum inténde.
R. Dómine, ad adjuvándum me
festína.
V. Glória Patri, et Fílio, * et
Spirítui Sancto.
R. Sicut erat in princípio, et nunc,
et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
Allelúja.
I
Antiphona: Cum
compleréntur * dies Pentecostes, erant omnes páriter in eodem loco, allelúja.
Psalmus CIX
Tonus III
Dixit Dóminus
Dómino meo: * Sede a dextris meis:
Donec ponam
inimícos tuos, * scabéllum pedum tuórum.
Virgam virtútis
tuæ emíttet Dóminus ex Sion: * domináre in médio inimicórum tuórum.
Tecum princípium
in die virtútis tuæ in splendóribus sanctórum: * ex útero ante lucíferum génui
te.
Jurávit Dóminus,
et non pœnitébit eum: * Tu es sacérdos in ætérnum secúndum órdinem Melchísedech.
Dóminus a dextris
tuis, * confrégit in die iræ suæ reges.
Judicábit in
natiónibus, implébit ruínas: * conquassábit cápita in terra multórum.
De torrénte
in via bibet: * proptérea exaltábit caput.
Glória
Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat
in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
Et
repetitur Antiphona I
II
Antiphona: Spíritus
Dómini * replevit orbem terrárum, allelúja.
Psalmus CX
Tonus VIII
Confitebor tibi, Dómine, in toto corde meo: * in consílio
iustórum, et congregatióne.
Magna ópera Dómini: * exquisíta in omnes voluntátes eius.
Conféssio et magnificéntia opus eius: * et iustítia eius
manet in sǽculum sǽculi.
Memóriam fecit mirabílium suórum, miséricors et miserátor
Dóminus: * escam dedit timéntibus se.
Memor erit in sǽculum testaménti sui: * virtútem óperum
suórum annuntiábit pópulo suo:
Ut det illis hereditátem géntium: * ópera mánuum eius véritas,
et iudícium.
Fidélia ómnia mandáta eius: confirmáta in sǽculum sǽculi, *
facta in veritáte et æquitáte.
Redemptiónem misit pópulo suo: * mandávit in ætérnum
testaméntum suum.
(fit reverentia) Sanctum, et
terríbile nomen eius: * inítium sapiéntiæ timor Dómini.
Intelléctus bonus ómnibus faciéntibus eum: * laudátio eius
manet in sǽculum sǽculi.
Glória
Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat
in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
Et
repetitur Antiphona II
III
Antiphona: Repléti sunt
omnes * Spíritu Sancto, et cœpérunt loqui, allelúja, allelúja.
Psalmus CXI
Tonus VIII
Beátus vir,
qui timet Dóminum: * in mandátis eius volet nimis.
Potens in
terra erit semen eius: * generátio rectórum benedicétur.
Glória, et
divítiæ in domo eius: * et iustítia eius manet in sǽculum sǽculi.
Exórtum est
in ténebris lumen rectis: * miséricors, et miserátor, et iustus.
Iucúndus
homo qui miserétur et cómmodat, dispónet sermónes suos in iudício: * quia in
ætérnum non commovébitur.
In memória
ætérna erit iustus: * ab auditióne mala non timébit.
Parátum cor
eius speráre in Dómino, confirmátum est cor eius: * non commovébitur donec
despíciat inimícos suos.
Dispérsit,
dedit paupéribus: iustítia eius manet in sǽculum sǽculi, * cornu eius
exaltábitur in glória.
Peccátor
vidébit, et irascétur, déntibus suis fremet et tabéscet: * desidérium
peccatórum períbit.
Glória
Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat
in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
Et
repetitur Antiphona III
IV
Antiphona: Fontes, et
ómnia * quæ movéntur in aquis, hymnum dícite Deo, allelúja.
Psalmus CXII
Tonus I
Laudáte,
púeri, Dóminum: * laudáte nomen Dómini.
(fit reverentia) Sit nomen Dómini benedíctum, * ex hoc nunc, et
usque in sǽculum.
A solis ortu usque ad occásum, * laudábile nomen Dómini.
Excélsus super omnes gentes Dóminus, * et super cælos glória
eius.
Quis sicut Dóminus, Deus noster, qui in altis hábitat, * et
humília réspicit in cælo et in terra?
Súscitans a
terra ínopem, * et de stércore érigens páuperem:
Ut cóllocet
eum cum princípibus, * cum princípibus pópuli sui.
Qui
habitáre facit stérilem in domo, * matrem filiórum lætántem.
Glória
Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat
in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
Et
repetitur Antiphona IV
V
Antiphona: Loquebántur
* variis linguis Apóstoli magnália Dei, allelúja, allelúja, allelúja.
Psalmus CXIII
Tonus VII
In éxitu Israël
de Ægýpto, * domus Iacob de pópulo bárbaro:
Facta est Iudæa
sanctificátio eius, * Israël potéstas eius.
Mare vidit,
et fugit: * Iordánis convérsus est retrórsum.
Montes
exsultavérunt ut aríetes, * et colles sicut agni óvium.
Quid est
tibi, mare, quod fugísti: * et tu, Iordánis, quia convérsus es retrórsum?
Montes,
exsultástis sicut aríetes, * et colles, sicut agni óvium.
A fácie Dómini mota est terra, * a fácie Dei Iacob.
Qui
convértit petram in stagna aquárum, * et rupem in fontes aquárum.
Non nobis, Dómine, non nobis: * sed nómini tuo da glóriam.
Super misericórdia tua, et veritáte tua: * nequándo dicant
gentes: Ubi est Deus eórum?
Deus autem noster in cælo: * ómnia quæcúmque vóluit, fecit.
Simulácra géntium argéntum, et aurum, * ópera mánuum
hóminum.
Os habent,
et non loquéntur: * óculos habent, et non vidébunt.
Aures
habent, et non áudient: * nares habent, et non odorábunt.
Manus
habent, et non palpábunt: pedes habent, et non ambulábunt: * non clamábunt in
gútture suo.
Símiles
illis fiant qui fáciunt ea: * et omnes qui confídunt in eis.
Domus
Israël sperávit in Dómino: * adiútor eórum et protéctor eórum est,
Domus Aaron
sperávit in Dómino: * adiútor eórum et protéctor eórum est,
Qui timent
Dóminum, speravérunt in Dómino: * adiútor eórum et protéctor eórum est.
Dóminus
memor fuit nostri: * et benedíxit nobis:
Benedíxit
dómui Israël: * benedíxit dómui Aaron.
Benedíxit
ómnibus, qui timent Dóminum, * pusíllis cum maióribus.
Adiíciat
Dóminus super vos: * super vos, et super fílios vestros.
Benedícti
vos a Dómino, * qui fecit cælum, et terram.
Cælum cæli
Dómino: * terram autem dedit fíliis hóminum.
Non mórtui
laudábunt te, Dómine: * neque omnes, qui descéndunt in inférnum.
Sed nos qui
vívimus, benedícimus Dómino, * ex hoc nunc et usque in sǽculum.
Glória
Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat
in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
Et
repetitur Antiphona V
CAPITVLVM
Actus II,1-2
Cum
compleréntur dies Pentecostes, erant omnes discípuli páriter in eodem loco: et
factus est repénte de cælo sonus, tamquam adveniéntis spíritus vehementis, et
replevit totam domum, ubi erant sedéntes.
R. Deo grátias.
HYMNUS
Rabani
Episcopi Maguntii
Tonus VIII
Prima
stropha dicitur flexibus genibus.
Veni,
Creator Spíritus,
Mentes
tuórum vísita,
Imple superna grátia,
Quæ tu creásti péctora.
Qui diceris Paraclitus,
Altíssimi donum Dei,
Fons vivus, ignis, caritas,
Et
spiritalis unctio.
Tu
septiformis munere,
Digitus
paternæ déxteræ,
Tu rite
promissum Patris,
Sermóne ditans guttura.
Accende lumen sensibus:
Infunde amórem córdibus:
Infirma nostri corporis
Virtute firmans perpeti.
Hostem repéllas longius,
Pacemque dones protinus:
Ductore sic te prævio
Vitémus omne noxium.
Per te sciámus da Patrem,
Noscámus atque Fílium,
Teque utriusque Spíritum
Credámus omni témpore.
Deo Patri sit gloria,
Et Fílio,
qui a mórtuis
Surréxit,
ac Paraclito,
In sæculórum
sæcula.
Amen.
V. Loquebántur variis linguis
Apóstoli, allelúja.
R. Magnalia Dei, allelúja.
MAGNIFICAT
In festo Pentecostes
Antiphona: Hodie * completi
sunt dies Pentecostes, allelúja: hódie Spíritus Sanctus in igne discípulis
appáruit, et tríbuit eis charísmatum dona: misit eos in univérsum mundum
prædicare, et testificari: Qui crediderit et baptizátus fúerit, salvus erit,
allelúja.
Feria II
Antiphona: Si quis díligit
me, * sermónem meum servábit; et Pater meus diliget eum, et ad eum veniemus, et
mansiónem apud eum faciémus, allelúja.
Feria III
Antiphona: Pacem
* relinquo vobis, pacem meam do vobis: non quómodo mundus dat, ego do vobis,
allelúja.
Feria IV Quattuor Temporum
Antiphona: Ego sum panis
vivus, * dicit Dóminus, qui de cælo descéndi: si quis manducaverit ex hoc pane,
vivet in ætérnum: et panis, quem ego dabo, caro mea est pro mundi vita, allelúja.
Feria V
Antiphona: Spíritus,
* qui a Patre procedit, allelúja: ille me clarificabit, allelúja, allelúja.
Feria VI Quattuor Temporum
Antiphona: Paraclitus
autem * Spiritus Sanctus, quem mittet Pater in nomine meo, ille vos docebit
omnia, et suggeret vobis omnia, quaecumque dixero vobis, alleluja.
Canticum B.
Mariæ Virginis (Lucas I,46-55)
Tonus I
Magníficat + * ánima mea Dóminum.
Et
exsultávit spíritus meus: * in Deo, salutári meo.
Quia
respéxit humilitátem ancíllæ suæ: * ecce enim ex hoc beátam me dicent omnes
generatiónes.
Quia fecit
mihi magna, qui potens est: * et sanctum nomen eius.
Et
misericórdia eius, a progénie in progénies: * timéntibus eum.
Fecit poténtiam in bráchio suo: * dispérsit supérbos mente
cordis sui.
Depósuit
poténtes de sede: * et exaltávit húmiles.
Esuriéntes
implévit bonis: * et dívites dimísit inánes.
Suscépit
Israël púerum suum: * recordátus misericórdiæ suæ.
Sicut
locútus est ad patres nostros: * Ábraham, et sémini eius in sǽcula.
Glória
Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat
in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
Et
repetitur Antiphona.
Numquam
dicuntur Preces Feriales, ne in feriis IV et VI Quattuor Temporum quidem.
ORATIO
V. Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.
V. Orémus
Dicitur
oratio ut infra et concluditur : Per Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum qui tecum vivit et regnat
in unitate ejusdem Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum.
In festo Pentecostes et feria V
Deus, qui
hodiérna die corda fidélium Sancti Spíritus illustratióne docuísti: da nobis in
eódem Spíritu recta sápere; et de eius semper consolatióne gaudére.
Feria II
Deus, qui
Apóstolis tuis Sanctum dedísti Spíritum: concéde plebi tuæ piæ petitiónis
efféctum; ut, quibus dedísti fidem, largiáris et pacem.
Feria III
Adsit
nobis, quæsumus, Dómine, virtus Spíritus Sancti: quæ et corda nostra cleménter
expúrget, et ab ómnibus tueátur advérsis.
Feria IV Quattuor Temporum
Mentes nostras, quǽsumus, Dómine, Paráclitus, qui a te procédit, illúminet: et indúcat in omnem, sicut tuus promísit Fílius, veritátem:
Feria VI
Feria IV Quattuor Temporum
Mentes nostras, quǽsumus, Dómine, Paráclitus, qui a te procédit, illúminet: et indúcat in omnem, sicut tuus promísit Fílius, veritátem:
Feria VI
Da, quaesumus, Ecclésiæ tuæ, miséricors Deus: ut, Sancto Spíritu congregáta, hostíli nullaténus incursióne turbétur.
DIMISSIO
V. Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.
V.
Benedicámus Dómino.
R. Deo grátias.
V. Fidélium ánimæ per
misericórdiam Dei requiéscant in pace.
R. Amen.
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