giovedì 29 giugno 2017

SS. Pietro e Paolo apostoli

Constítues eos príncipes super omnem terram: mémores erunt nóminis tui. Dómine.
(Graduale)



San paolo nasce a Tarso, probabilmente nel periodo di tempo andante dal 5 al 10 a Tarso di Cilicia, importante centro di fusione di culture, che comprendeva una fortissima presenza ellenica, romana e giudaica, alla quale apparteneva la famiglia di Paolo,che,come tutti i cittadini di Tarso, per una sorta di cio' che oggi potremmo anacronisticamente definire 'statuto speciale ',aveva la cittadinanza romana. Numerose sono le ipotesi che porterebbero allla spiegazione di un tale provvedimento, ma non v'è alcuna certezza a riguardo.

In giovinezza e' mandato a studiare da Gamaliele, rabbino di una grandissima importanza nel mondo ebraico dell'epoca,a sua volta citato due volte negli atti degli Apostoli, dove viene descritto mentre testimonia al Sinedrio a loro favore. Paolo tuttavia non sembra cogliere l'inclinazione del maestro e vede i cristiani come una setta pericolosa da estirpare. La sua prima comparsa nella narrazione biblica non e' certo positiva-si dice infatti negli Atti che Paolo fosse presente e consenziente al martirio del protomartire Stefano diacono. Tuttavia, definire Paolo un persecutore crudele e spietato sarebbe assai scorretto, poiche le notizie sul suo operato in questo ambito negli atti  e nelle lettere sono assai numerosi, ma non mai e' mai spiegata la natura di essi. Probabilmente,oltre che ad essere accentrati nell' area di Gerusalemme,i suoi provvedimenti erano sempre di carattere giuridico e fiscale, anche se la sua appartenenza, seppur indiretta, al Sinedrio fa di lui uno degli ebrei piu influenti del suo ambiente.
Persecutore o meno, Paolo si avvale, circa nel 35, delle lettere del Sinedrio che lo autorizzano a proseguire nell'arresto di tanti i cristiani quanti ne sarebbbe riuscito a trovare a Damasco.ma il Signore, nella sua infinita misericordia verso il genere umano infedele e peccatore,si manifesta a paolo mentre egli sta cercando di  ultimare la rovina della vita della comunita' damascena, avvolgendolo con la luce del suo volte, acceccandolo fisicamente, lui, gia' cieco nell'anima, e giammai rimproverandolo, gli chiede semplicemente ' Saul, Saul, quid me persequeris?'. Alla timorosa domanda sull'identita' del Parlante,a Paolo viene risposto di andare nella citta e che ivi gli sara' detto come procedere.Paolo cosi' entra nella citta' di Damasco, e vi riceve il battesimo da parte di Anania. E' peculiare come gli svariati testi trattino la chiamata di Paolo diversamente: dalla descrizione dettagliata degli atti si passa al contenuto delle lettere paoline, dove la sua conversione viene trattata in modo assai npiu razionale e piu simile ad un cammino di riflessione e speculazione interiore.
Dopo il battesimo ed una permanenza di diversi anni (circa una decina) a Tarso, Paolo conosce il suo curatore Barnaba, che al tempo lavorava nella principale metropoli del vicino oriente, Antiochia, e che porta Paolo con se in qualità' di un suo collaboratore. I due faranno ritorno a Gerusalemme tra un anno circa ,nell'occasione di una raccolta di generi alimentari ideata dalla chiesa di Antiochia in soccorso della chiesa di Gerusalemme, colpita da una disastrosa carestia. Questa, per Paolo, fu gia la seconda visita a Gerusalemme. La prima era stara molto breve, ed era stata fatta per pratiche ragioni di sicurezza, avendo Paolo gia rovinato i rapporti con le autorita' della citta di Damasco, e duro' all'incirca due settimane,durante la quale Paolo conobbe gli apostoli e cerco' di allacciare un  rapporto con la comuniuta' cristiana, che tuttavia fu molto guardinga nei suoi confronti, memori della sua recente posizione nei loro confronti. Questo atteggiamento cambio' quando un influente ex levita, Barnaba appunto', si fece garante della sua persona. Con Barnaba ed alcuni compagni, Paolo nel 45 circa intraprende  quello che sara' il primo dei suoi tre viaggi apostolici. Le aree interessate sono Cipro, isola natale di Barnaba, e le cittadine dell'Asia Minore che essi toccano al ritorno. La loro predicazione ha un grandissimo successo, e viene fondata la comunita' galata. Al ritorno, Paolo e Barnaba vennero coinvolti in un dissidiio particolamente aspro avvenuto tra  un notevole numero di pgani convertiti che non erano precedentemente cresciuti nella fede giudaica, e che di conseguenza non seguivano alcune regole giudaiche, in primis la circoncisione, ed alcuni gruppi di cristiani cresciuti invece appunto nella tradizione levitica che giudicavano tali comportamenti necessari nella vita di un cristiano.
Pietro ribadì che la salvezza  proviene dalla Grazia del Signore Gesù, che con il prorpio esempio diretto non fece distinzione tra i nuovi cristiani e i giudei convertiti; Paolo dal canto suo illustrò i risultati meravigliosi ottenuti fra i ‘gentili’ e si dichiarò a favore della non obbligatorietà dell’osservanza della legge mosaica, al contrario di molti cristiani per lo più ex farisei, che non volevano rinunciare alle loro pratiche, osservate sin dalla nascita, come la circoncisione, l’astensione dalle carni impure, la non promiscuità con i pagani o ex pagani, ecc.
Alla fine fu l’apostolo Giacomo a fare una proposta, accettata da tutti, non imporre ai convertiti dal paganesimo la legge mosaica, la cui pratica rimaneva facoltativa per gli ex ebrei.
A Paolo, Barnaba, Sila e Giuda Taddeo, fu dato l’incarico di comunicare ai fedeli delle varie comunità le decisioni prese. Ma la polemica continuò fra i cristiani delle due provenienze, fino a quando la Chiesa, ormai affermata nel mondo greco-romano, divenne autonoma dall’influenza della sinagoga.
Risolta,o quasi, la questione sulla legge mosaica, Paolo, attorno al 50, organizza un secondo viaggio missionario, assieme a Barnaba, con il quale si dividera' per dei conflitti sorti tra i due apostoli a causa del nipote di Barnaba Marco, che gia procuro' non pochi problemi alla spedizione del viaggio precedente. Paolo quindi diventa il capo indiscusso del gruppo. Le regioni toccate sono un'altra volta le aree gia interessate alla predicazione durante il primo viaggio paolino, e poi ancora le aree dell'Epiro e della Grecia. Paolo e Silvano sono arrestati ed imprigionati una volta a Filippi,ma vengono liberati miracolosamente dopo grazie alla conversione del loro carceriere dopo un terremoto.
Il terzo viaggio apostolico di Paolo comincia a meta' degli anni 50, che si preannuncia essere il maggiore per importanza e per la durata. Come nel viaggio precedente, Paolo passa di nuovo nei territori gia toccati nel viaggio precedente ovvero per alcune aree della Grecia e della Turchia. Comincia ad Efeso, dove Paolo rimane per tre anni. Visita con particolare affetto le comunita  da lui fondate dell'Asia minore, sapendo, dopo la profezia di Agabo (cristiano che predisse tra l' altro la carestia che dette l' occasione per la seconda visita di Paolo a Gerusalemme) di non aver piu  molto tempo a disposizione prima dell'arresto e della prigionia.
Tornato a Gerusalemme, pur conoscendo la riluttanza di alcuni ebrei nei suoi confronti inasprisce la situazione, venendo sospettato  di aver profanato un tempio ebraico poiché vi introdusse un cristiano non giudeo provocò la reazione della folla e solo l’intervento del tribuno Claudio Lisia lo salvò dal linciaggio; convinto però che Paolo fosse un egiziano pregiudicato, lo fece flagellare, nonostante le sue proteste perché ciò era illegittimo, essendo cittadino romano.
Condotto davanti al Sinedrio, Paolo abilmente suscitò una contrapposizione tra Sadducei e Farisei, cosicché Lisia lo riportò in carcere e il giorno dopo, volendosi liberare della spinosa questione, mandò l’Apostolo sotto scorta a Cesarea, poiche quest ultimo era seriamente minacciato di morte,dal procuratore Antonio Felice, il quale lo trattenne per due anni.
Solo il suo successore Porcio Festo, nel 60, provvide ad istruire un processo contro di lui a Gerusalemme, ma Paolo si oppose e come “civis romanus” si appellò all’imperatore.
Appena fu possibile, fu consegnato al centurione Giulio con evidente sollievo di Festo,èer essere trasferito a Roma, accompagnato da Luca e Aristarco; il viaggio a quel tempo avvento uroso, fu interrotto a Malta a causa di un naufragio, dopo tre mesi di sosta, proseguì a tappe successive a Siracusa, Reggio Calabria, Pozzuoli, Foro Appio e Tre Taverne, arrivando nel 61 a Roma.Qui ricevette nel 67 la corona del martirio sotto la persecuzione di Nerone,presso Aquae Salviae,poco piu a sud di Roma.Sono numerose le testimonianze gia dei contemporanei relative al suo martirio-tra i primi abbiamo Tertulliano, che parlando del martirio di Paolo dice che egli 'e' morto come Giovanni'.Un altra importantissima fonte e' Eusebio,che parlando di Paolo nella sua 'Storia Ecclesisastica' specifica che il suo martirio fu lo stesso di quello di Pietro,anche se non lo indica con precisione.La data esatta sarebbe, secondo gli  'Atti di Pietro e Paolo' testo apocrifo del IV secolo scritto in greco,il 29 giugno appunto.

Il ritratto di Paolo che deduciamo dal nuovo testamento e' composito e ricco, a volte contradditorio, formato dall'unione da molti tratti ambivalenti. Paolo era un uomo caratterizato da un zelo infiammato,dovuto alla peculiarita' del rapporto con il Signore,che comincio ' con una manifestazione che non gli poteva certo lasciare dei dubbi o dei tentennamenti, lì sulla via di Damasco. A causa di questo nella sua predicazione non poteva curarsi eccessivamente dei propri rapporti non solo con il potere o con la giurisdizione o con le maggioranze,ma addirittura con gli stessi apostoli,con i quali ha numerosi dissidi, tutti descritti direttamente o indirettamente sia nelle lettere paoline sia negli Atti. Grave e' il dissidio con Marco, che rimprovera per aver mancato di fede durante il suo primo viaggio, e con Pietro, che al concilio di Gerusalemme  pubblicamente si espresse contrario a lui,pur proponendo assieme a Giacomo   una soluzione migliore. Paolo e' pronto a sopportare ogni fatica e prova se queste possono portare ad una maggiore diffusione della chiesa di Cristo,atteggiamento visibile soprattutto alla comunita' di Corinto,ma poco prima delle sue ultime prove,che avranno come premio la corona del martirio,scrivendo la seconda lettera a Timoteo,Paolo sembra stanco,abbattuto e quasi rassegnato,deluso.

Pietro non e' certo meno determinato di Paolo. Forte del rapporto particolarmente stretto che cristo ebbe con lui, nei giorni immediatamente successivi alla sua passione e morte grazie alla sua forza e carisma assume la guida del piccolo ed impaurito per i recenti avvenimenti gruppo degli apostoli, provvedendo subito a ristabilire l equilibrio del gruppo sostituendo il posto di Giuda da un tale Mattia. Subito dopo la Pentecoste, spiegando alla folla incredula gli effetti della discesa dello spirito santo avvalendosi di una lunga citazione del profeta Gioele, Pietro compie il suo primo miracolo, guarendo un paralitico, e subito dopo viene arrestato dai sacerdoti, ma, condotto assieme a Giovanni all'interrogatorio, manifesto' una tale decisione assieme ad una fortissima tranquillita' d animo, ed essi furono rilasciati sotto mancanza di prove. I sinedriti tuttavia non si arresero e poco tempo dopo lui e Giovanni vennero nuovamente arrestati, e secondo la tradizione un angelo li aiuto ad evadere nottetempo. Dopo questo Pietro e Giovanni trascorsero un certo periodo in Samaria, e Pietro poi si diresse verso la zona costiera, a Giaffa, dove, grazie alla propria fama di taumaturgo, accrebbe notevolmente il numero dei fedeli. Nel frattempo Erode Agrippa, cominciata la persecuzione anticristiana, fece imprigionare e giustiziare Giacomo Zebedeo, guadagnandosi  cosi l'appoggio del partiro sinedrita. Procedette nel proprio intento cercando di arrestare Pietro per la terza volta,ma anche qui egli fu soccorso da un angelo, riuscendo ad uscire dalla prigione ed indirizzandosi in seguito alla casa di Maria, madre di Marco. A causa di una conversione attuata da Pietro, quella del centurione Cornelio, nasce una aspra contesa che disgiunge varie parti della giovane chiesa cristiana, in seguito nota come l'incidente di Antiochia. Cornelio infatti risulta il primo convertito al cristinesimo a non aver riportato, nell'infanzia, l'esercizio della legge mosaica, ovvero la circoncisione. L'incidente d antiochia,nonostante sara presente ancora per molto tempo nelle chiese orientali, si risolve con l'in tervento di Giacomo, sanando una condizione che stava ponendo le basi di un vero e proprio scisma. A seguito di cio',avuto scontri in patria  a causa del dissidio, peraltro destinato a prolungarsi, con Simon Mago, Pietro si imbarca da Cesarea Marittima per Roma, arrivandovi presumibilmente attorno agli anni 60, periodo di grandi prove per la comunita' cristiana a causa dellla persecuzione di immani proporzioni attuata dall'imperatore Nerone. Riesce, nel 64,  ad evadere un'altra volta dal carcere mamertino, convertendo pure i suoi due carcerieri, posteriormente giustiziati anch'essi, ma sulla via appia ha una visione di Gesu' che, all'arcinota domanda di Pietro "Quo vadis?" rispondendo "Eo Romam iterum crucifigi", lo invita a tornare i citta' e di avere la corona gloriosa del martirio, comando a cui Pietro obbedisce, e ritenendo di non essere nemmeno degno di morire esattamente come Cristo, chiede di essere crocifisso capovolto.

Orémus.
Deus, qui hodiérnam diem Apostolórum tuórum Petri et Pauli martýrio consecrásti: da Ecclésiæ tuæ, eórum in ómnibus sequi præcéptum; per quos religiónis sumpsit exórdium.
Per Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. 

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