venerdì 7 dicembre 2018

Considerazioni sull'Immacolata Concezione

Il dogma dell'Immacolata Concezione è indubbiamente uno dei più difficili da affrontare, anche semplicemente da un punto di vista accademico, tant'è vero che tra gli stessi fedeli cattolici viene abbondantemente frainteso, dando luogo ora ad atteggiamenti sentimentali lontani dall'essenza del Cristianesimo, in cui non mancano ossimori e contrapposizioni, con la figura della Madre di Dio che viene esaltata e pressoché divinizzata e al contempo svilita nelle interpretazioni di taluni... Per alcuni, poi, è diventata genericamente la festa dell'Immacolata, titolo pur spettante con ogni diritto alla madonna (la tradizione greca conosce una molteplicità di termini simili per esprimere questo stesso concetto: ἄσπιλος, ἀμόλυντος, ἄχραντος, ἀμώμητος...), dimenticando però che il fatto storico che si commemora in detta festa è la Concezione della Madonna, nata miracolosamente da Sant'Anna ch'era sterile!
Per non parlare del fatto veramente estremo e ridicolo che molti (e, dalla mia esperienza, soprattutto i cattolici praticanti ma non avvezzi a disquisizioni teologiche, mentre i "laici" paiono paradossalmente più avveduti in materia) intendono il termine Immacolata Concezione come la Concezione di Gesù Cristo da parte della Madonna! (forse perché siamo vicini al Natale?), fraintendendo completamente l'intera questione teologica che vi sta dietro, e pure dimostrando di trascurare semplici questioni biologiche come i nove mesi necessari alla gestazione (Gesù Cristo fu annunziato, ed ergo concepito, il 25 marzo, e partorito nove mesi dopo, il 25 dicembre; Sua Madre fu concepita l'8 [il 9 secondo la tradizione orientale] dicembre e fu partorita nove mesi dopo, l'8 settembre).

La confusione è generata parzialmente anche dalla definizione stessa del dogma, che non è per nulla chiara né esauriente. Questa è una caratteristica che si ritrova in tutti i tre dogmi "moderni", cioè l'Immacolata Concezione, l'Infallibilità Papale e l'Assunzione della Madonna, e può essere ragionevolmente spiegata: storicamente sono state proclamate dommaticamente e solennemente soltanto quelle verità di Fede ch'erano minacciate da una pressante eresia che le negava. Così fu per i dogmi cristologici dei primi concili, così anche per i dogmi sacramentali di Trento.
Ora, nel Cattolicesimo del XIX secolo, a differenza di quanto era accaduto in passato, ve n'erano ben pochi che negassero il concepimento immacolato della Beata Vergine, e certo non lo facevano in modo aggressivo, polemico e nemmeno palese. Allora, la proclamazione dommatica del 1854 da parte di Papa Pio IX (un Pontefice che, nonostante venga esaltato dai tradizionalisti, soggiaceva in realtà a una mentalità completamente antitradizionale frutto del suo passato liberale, che applicava anche da Papa nonostante avesse assunto posizioni conservatrici, e contribuì non poco al decadimento della Chiesa Romana che portò poi ai tristi accadimenti della seconda metà del XX secolo), non avendo come scopo quello di definire in modo fisso una verità che già si credeva, necessariamente risulta poco preciso dal punto di vista teologico, e conseguentemente poco utile e poco chiarificatore per coloro che si accostano in seguito allo studio di questi argomenti. Tale proclamazione, infatti, aveva principalmente altre finalità: affermare la supremazia papale proclamando un dogma ex cathedra e senza Concilio (benché una sana prudenza convinse Pio IX a soggiungere che tale dogma era proclamato col consenso della Chiesa, iv'intendendo i molti vescovi che avea consultati, pur senza Concilio); creare un dogma che potesse essere una bandiera contro il liberalismo avanzante, e che di lì a poco avrebbe definitivamente trionfato nella penisola italiana, proprio come, exempli gratia, il culto del Sacro Cuore era stato bandiera degli antirivoluzionari ai tempi della rivoluzione giacobina. Questo può spiegare forse anche l'eccessiva importanza che viene data alla festa dell'Immacolata Concezione a partire dalla metà dell'Ottocento, che divenendo doppia di I classe con ottava comune e vigilia risulta veramente ingombrante nel Santorale Romano e soprattutto sproporzionata rispetto a feste ben più importanti (Natività della Vergine o Trasfigurazione di Nostro Signore) che le restano così sottoposte; la stessa precettività di detta festa, mantenuta anche dopo la decurtazione della quasi totalità delle feste di precetto, può pensarsi in tal senso.

Dare una trattazione completa delle questioni che sorgono attorno alla definizione del dogma sarebbe impossibile: gli stessi testi di teologia cattolica sono restii ad addentrarsi troppo in questa materia, imperocché risulta molto ardua e problematica (per esempio, la stessa Catholic Encyclopedia del 1914, ch'è a parer mio la raccolta più chiara, esaustiva e precisa che possa trovarsi, glissa l'argomento restando nel vago). Mi occuperò qui pertanto di sole due questioni, trattandole peraltro in maniera superficiale e scolastica: le diverse posizioni occorse nel mondo cattolico circa questo dogma e il problema della dottrina agostiniana.

Diverse posizioni nella Storia Cattolica

E' curioso vedere come, esulando dalla stereotipata e fasulla rappresentazione di un Occidente immacolatista contrapposto all'Oriente macolatista, i più fieri avversari della tesi immacolatista furono tutti occidentali, e non certo eretici o personaggi sconosciuti, ma grandi Santi e Dottori della Chiesa latina! La tesi della "redenzione anticipata", che cioè sosteneva la purificazione dal peccato originale della Vergine nel momento in cui Ella ricevette la visita dell'Arcangelo Gabriele, fu sistematizzata da S. Alberto Magno. S. Bernardo di Chiaravalle, conosciuto per la sua profondissima devozione alla Vergine Maria, nella lettera 174 esprime le sue preoccupazioni per la diffusione a livello popolare delle tesi immacolatiste, da lui ritenute eretiche.
Dall'altra parte, vi era Duns Scoto, il Doctor subtilis, che per primo inizia a parlare di Immacolata Concezione, scrivendo nella sua Ordinatio: ""Cristo esercitò il più perfetto grado possibile di mediazione relativamente a una persona per la quale era mediatore. Ora, per nessuna persona esercitò un grado più eccellente che per Maria [...]. Ma ciò non sarebbe avvenuto se non avesse meritato di preservarla dal peccato originale". Le tesi scotiane furono accolte subito dai francescani, particolarmente Giovanni Vidal e Andrea di Novocastro, che le propugnarono e predicarono, mentre furono avversate dai domenicani: S. Tommaso d'Aquino stesso ebbe più volte a scrivere contro l'Immacolata Concezione, e persino Papi come Clemente VI intervennero contro gli scotiani. Anche i carmelitani (come il Baconthorp) erano fortemente contrari; i teologi parigini esprimevano posizioni moderate, mentre persino i mistici erano divisi tra loro, con una S. Brigida di Svezia immacolatista e una S. Caterina da Siena macolatista. Nonostante una crescente devozione popolare verso l'Immacolata Concezione (animata dalla predicazione francescana ch'era molto forte), il giudizio della Chiesa fu sempre prudente: Sisto IV, alla fine del Quattrocento, proibì che ambo le tesi venissero definite eretiche, cercando così una mediazione che si rendeva allora quantomai necessaria.
Col tempo, però, le tesi immacolatiste prevalsero nella pietà popolare, influenzando anche teologi e dottori; dal Settecento, la festa della Concezione iniziò a esser preceduta in tutto l'orbe dall'aggettivo Immacolata (in alcuni usi locali si era introdotto ciò nel medioevo, ma Pio V, da buon domenicano, si era opposto a tutto ciò e durante la riforma tridentina cancellò la parola "immacolata" da ogni pagina del Breviario e del Messale), e in alcuni paesi divenne di precetto. Ciò che accadde in seguito è cosa nota.

Il problema agostiniano del peccato

Alla base delle incomprensioni tra Oriente e Occidente sull'Immacolata Concezione non vi è la stessa diatriba macolatista-immacolatista che colpì l'Occidente. Abbiamo visto che la Chiesa Greca chiama la Madonna "immacolata" con gran varietà di termini, e i Padri d'Oriente lodano la sua immacolatezza. Cionondimeno, la definizione di "Immacolata Concezione" così come proclamata nella Chiesa Romana in Oriente non sarebbe sbagliata, semplicemente non avrebbe senso!

Cerco di spiegare meglio: le posizioni scotiane, ma anche quelle di taluni macolatisti occidentali, presuppongono una concezione del peccato originale molto particolare, che viene direttamente da S. Agostino d'Ippona, e solo da lui. Il peccato originale viene interpretato come una macchia, qualcosa di fisicamente legato all'anima, che si trasmette attraverso la riproduzione. E' il cosiddetto traducianismo spirituale. Ora, il traducianismo venne ideato da Tertulliano, che lo interpretava addirittura in senso biologico e materialista, sostenendo che i figli vengano generati totalmente, corpo e anima, dall'unione fisica dei semi maschile e femminile, onde si può parlare di "corporeità dell'anima". S. Agostino, più moderatamente, si limita a una forma spirituale di traducianismo (detta anche generazionismo), argomentando che l'anima proceda immediatamente dall'unione delle anime dei genitori, sicché una parte della sostanza dell'anima dei genitori, insieme col loro seme biologico, genererebbe il figlio. Questa parte comporterebbe anche il peccato originale, ereditato dai protogenitori che furono gli unici le cui anime vennero create direttamente da Dio.
Il traducianismo fu condannato nel Concilio di Roma del 498-99, affermandosi così che l'unica tesi corretta in tal materia fosse il puro creazionismo, come di seguito è ben spiegato teologicamente.

“[L’anima umana]  non può derivare da una materia preesistente né corporea, perché sarebbe allora di natura corporea, né spirituale, perché in tal caso le sostanze spirituali si trasmuterebbero le une nelle altre. [...] E' necessario concludere che l’anima umana viene prodotta solo per creazione. [...] Alcuni pensarono che gli angeli, operando per delegazione divina, producono le anime umane. Ma questo è assolutamente impossibile e contrario alla fede. Infatti abbiamo visto che l’anima umana non può essere prodotta che per creazione.
Ora, Dio solo può creare.
Infatti è prerogativa del solo primo agente operare senza presupposto alcuno: invece la causa seconda presuppone sempre qualche cosa dovuta al primo agente…
Ma chi produce un effetto presupponendo qualche cosa compie una trasmutazione; mentre soltanto Dio può compiere una creazione. E poiché l’anima intellettiva non può derivare per trasmutazione da una qualsiasi materia, non potrà essere prodotta che immediatamente da Dio” (S. Tommaso d'Aquino, Summa Theologiae, I, 90, 2-3)

Poiché però Dio non può, creando l'anima, creare anche il peccato in essa (altrimenti si scadrebbe nello gnosticismo, in opposizione al quale furono difatti partorite l'eccessive tesi traducianiste), è necessario rifarsi a un altro concetto, quello del debitum che l'umanità deve scontare per il peccato dei progenitori, cioè la nostra condizione decaduta, il chaos derivato dalla disobbedienza dei primi parenti (morte, malattia, dolore, fatica, e soprattutto la tendenza al peccato attuale). I Padri della Chiesa (fuorché appunto Agostino) intendono tutti unanimemente il peccato originale come questa condizione caotica in cui si trova a vivere l'umanità, dalla quale Maria è stata nondimeno preservata in modo da essere degno talamo per il Signore fattosi uomo.

Il dogma ottocentesco, restando vago, non fa esplicito riferimento alla tesi di S. Agostino, ma possiamo presumere che gli estensori avessero in mente proprio quella, vista la mentalità allora diffusa nella Cristianità latina. Nondimeno, essendo così vaga appunto la proclamazione, e in un certo senso fortunatamente, è assolutamente da esso concesso, e anzi forse raccomandabile, seguire l'interpretazione tradizionale della patristica circa la questione del peccato originale (centrale ovviamente nella questione dell'Immacolata Concezione), evitando così tutte le spiacevoli conseguenze cui potrebbe portare la lettura agostiniana (il rischio di predestinazione è dietro l'angolo!).

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Il peccato originale è la prevaricazione dei primi parenti, la trasgressione della legge divina per malo esercizio del libero arbitrio concesso da Dio all'uomo, atto di disobbedienza che costò all'umanità il Paradiso Terrestre, e che portò nel mondo la morte, il dolore, la fatica etc.

      Il problema centrale nella questione dell'Immacolata (e in generale nella disputa tra l'agostinismo, che fu interpretato in modo estremista da Lutero ed è alla base anche del protestantesimo, e la dottrina patristica) sono le conseguenze del peccato. Il peccato originale è "posseduto fisicamente" dall'anima di ognuno? O semplicemente ognuno vive nella corruzione (una condizione dunque) originata da tale peccato? A Oriente e a Occidente si diedero risposte diverse, anche perché diverse erano le necessità (il pelagianesimo è un fenomeno del tutto occidentale, e necessariamente anche l'agostinismo, che ne è in un certo senso il contrario, è limitato alla pars Occidentis).

      Fatto sta che i primi tre Concilj Ecumenici, che pur definirono le verità intorno al peccato originale, tacciono quest'ultima questione, di non facile risoluzione.

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  2. Grazie di avermi risposto e, in particolare, per l'interessantissimo articolo.
    L'accenno al chaos derivato dalla disobbedienza sarebbe molto interessante da approfondire.

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  3. sulla questione dell'Immacolata Concezione si innesta anche la questione dell'Assunzione: infatti la bolla Magneficentissimus Deus non dice che questa dipende dalla sua partecipazione al Mistero dell'Incarnazione, ma dal fatto che essa è stata sempre priva del peccato originale, e quindi non sottoposta alla morte

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