martedì 30 gennaio 2018

Ordinazione suddiaconale in rito bizantino

Approfitto della notizia riportata da New Liturgical Movement per fornire ai miei lettori qualche informazione sullo svolgimento della cerimonia dell'ordinazione ipodiaconale nel rito bizantino. Come si vedrà, i riti sono sostanzialmente gli stessi del rito romano, dalla vestizione del vescovo per il Pontificale, alla tonsura, alla vestizione del novello ordinato, etc.
P.S.: per mantenere lo schema dell'articolo originale, le didascalie (contrariamente al mio solito) sono poste sopra le foto a cui si riferiscono.

Traduzione a cura di Traditio Marciana.

Il 31 dicembre, la Chiesa Greco-Cattolica Ucraina di S. Pietro a Ukiah, California, ha dato il benvenuto a Sua Beatitudine Benedetto Aleksijchuk, vescovo Greco-Cattolico Ucraino di Chicago, per celebrare l'ordinazione di uno dei figli natii di quella chiesa, Philip Gilbert, il quale ha ricevuto gli ordini di accolito, lettore, cantore e suddiacono. Siamo molto lieti di condividere queste foro dell'evento coi nostri lettori, e di porgere le nostre congratulazioni al sig. Gilbert, alla sua famiglia e all'intera comunità di S. Pietro. Mъногая и благая лѣта! (ad multos annos in slavo ecclesiastico, ndt). C'è anche un video dei riti di ordinazione in fondo alla pagina; gli altri video, che coprono l'intera durata della cerimonia, possono trovarsi sulla pagina Facebook della parrocchia.

Le ordinazioni sono state celebrate dopo il Mattutino e la vestizione del vescovo, durante la quale egli è continuamente incensato dai due diaconi.




L'ordinando è accompagnato dal vescovo, che recita su di lui una preghiera, dopodiché gli viene data una candela accesa; indi egli recita le preghiere del Trisagio e alcuni tropari.


Riceve poi la tonsura clericale...
...e viene vestito con il felonio piegato, il paramento che in antichità era usato dal lettore. Ha la stessa forma della veste sacra sacerdotale, ma è molto più corto (è infatti l'equivalente della pianeta plicata del rito romano, ndt).
Il neo-ordinato lettore intona il canto che precede la lettura dell'Epistola, il cosiddetto Prokimenon, l'Epistola e l'Alleluia. 
Viene dunque tolto il felonio piegato, e l'ordinando viene rivestito con lo sticario (analogo alla cotta, anche se visivamente appare più simile a una dalmatica, ndt), la veste attualmente utilizzata dal lettore e da tutti gli altri servienti, e viene letta un altra preghiera sopra di lui.
Dopo la preghiera, il vescovo proclama: "Benedetto dal Signore! Il servo di Dio Philip è ordinato lettore per la chiesa di San Pietro! Ἄξιος!" (in greco, 'degno'; viene cantato in tutte le cerimonie di ordinazione). Viene poi rivestito con la stola incrociata, e un'altra preghiera, con la quale viene elevato al grado del suddiaconato, viene recitata su di lui.
Il diacono canta dunque una litania contenente svariate intenzioni per il neo-ordinato, per i suoi uffici e per la sua eterna salute.
La processione col Vangelo durante la Divina Liturgia (Piccolo Ingresso, ndt)
Al suddiacono vengono dati una ciotola, una brocca d'acqua e un manutergio, con i quali egli lava le mani del vescovo, e indi si posiziona di fronte all'icona di Cristo fino al Grande Ingresso (quello con i Sacri Doni che avviene all'inizio della parte sacrificale, mentre il coro canta l'Inno Cherubico, ndt)
Il diacono che incensa prima della processione del Grande Ingresso.









Video della cerimonia di ordinazione.

4 commenti:

  1. Il problema delle Chiese Greco-Cattoliche, specialmente quella Ucraina, si comprende bene dal video: recependo (se pur in minima parte rispetto al disastro occidentale) la nuova mentalità, e sfruttando l'invalsa consuetudine orientale (cionondimeno erronea, e diffusasi solo nel XX secolo; vide http://traditiomarciana.blogspot.com/2017/12/la-questione-della-lingua-nella-liturgia.html) per cui ogni lingua può essere usata nella liturgia, fanno ampio (se non esclusivo uso) della lingua nazionale moderna durante le sacre funzioni.
    Questo problema sta comparendo anche nell'Ortodossia greca, ma è già da lungi presente (e purtroppo risoltosi nella soluzione 'vernacolare') nell'Ortodossia romena e non solo...
    Nella discesa verso il modernismo, verso il quale la massoneria sta cercando di portare pure le chiese orientali, l'uso della lingua moderna ricopre un ruolo molto importante nella demolizione del senso del trascendentale...

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    1. Come mai Gesù Cristo celebrò la cena pasquale in aramaico anziché nella lingua ebraica? Eppure allora non c'era la Massoneria. E come mai da subito gli apostoli per gli ellenisti celebrano in greco? e dal IV secolo a Roma in latino e non più in greco? e come mai nel nel sec. VII i chierici cinesi furono esonerato dallo studio del latino, la Bibbia fu tradotta in cinese e fu autorizzato l'uso della lingua cinese? e come mai le Chiese orientali hanno cominciato a usare da subito la propria lingua nazionale? e le chiese ortodosse slave lo slavo al posto del greco? Ci si può rammmaricare della perdita parziale dell'uso del patrimonio musicale antico (per i latini del gregoriano), ma il senso del trascendente non dipende dall'uso di una lingua, ma di un insieme di comportamenti in atto nelle celebrazioni. Avendo vissuto da ragazzo il Vetus Ordo romano ricordo parroci che celebravano in modo sciatto e poco pio in latino. Certamente gli abusi sono aumentati ma non è colpa del modernismo né della Massoneria, ma dell'andazzo e del permessimismo di molti vescovi. Tra l'altro è ora di ricordare bene che il modernismo è un'eresia passata che consiste nel considerare miti gli eventi raccontati nella Sacra Scrittura, mentre ritengo che la Massoneria si occupi di speculazioni finanziarie più che di cerimonie liturgiche. Don Ezio Fonio, salesiano.

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    2. Reverendo padre,
      l'articolo del 2017 nel quale esplicitiamo la nostra posizione spiega bene che per noi non esistono lingue sacre ma lingue liturgiche, che sono cose ben distinte. Lo slavo ecclesiastico è una lingua liturgica, non corrispondeva e non corrisponde allo slavo parlato all'epoca; similmente il greco liturgico e il latino dell'epoca non erano la forma corrente, ma una lingua arcaizzante.
      Ho personalmente simpatia per la liturgia in inglese elisabettiano che praticano nella ROCOR, che distingue bene la lingua liturgica da quella corrente.
      Che certe istanze rinnovazioniste siano portate avanti oggidì da esponenti di certe sette non è certo ignoto.

      Per inciso, non deve venire a dire a noi che negli anni '50 celebravano in modo sciatto e poco pio, visto che contestiamo radicalmente la concezione deleteria di liturgia che c'erano all'epoca. Potrà pure vedere che l'impostazione generale del blog è ben diversa da quella del "tradizionalismo" ordinario.
      Cordialità.

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  2. Unam Sanctam, non so come chiamarla visto che lei si cela dietro uno pseudonimo. Seguo alcune voci di Wikipedia in particolare quelle di argomento religioso e avendo fatto una ricerca in internet sulla voce "suddiacono" mi sono imbattuto nel blog e in questo articolo sul suddiaconato. Quando è stato introdotto il greco nella liturgia e poi il latino, non esistevano il greco liturgico e il latino liturgico, né chi ha cominciato ad usarlo per distinguerlo dalla lingua corrente ha usato una lingua arcaizzante. L'uso continuato degli stessi testi ha fatto sì che col tempo quei testi risultassero arcaici rispetto al la lingua che nel frattempo si era evoluta. Non dico che si debbano adeguare continuamente i testi all'evolversi della lingua. Don Ezio Fonio

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