Il Breviario Tridentino, alla Domenica Invocabit, riporta il seguente inno, da cantarsi al II Vespro delle domeniche di Quaresima. Si tratta di un inno in strofe saffiche, di autore anonimo, composto probabilmente attorno al X secolo.
Ad preces nostras deitatis aures Deus inclina pietate sola: Supplicum vota suscipe precamur famuli tui.
Respice clemens solio de sancto Vultu sereno lampades illustra Lumine tuo tenebras depelle pectore nostro.
Crimina laxa pietate multa ablue sordes, vincula disrumpe: Parce peccatis, releva jacentes dextera tua.
Te sine tetro mergimur profundo: Labimur alta sceleris sub unda: Brachio tuo trahimur ad clara sidera coeli.
Christe lux vera bonitas et vita gaudium mundi pietas inmensa Qui nos a morte roseo salvasti sanguine tuo.
Insere tuum petimus amorem: Mentibus nostris fidei refunde: Lumen aeternum charitatis auge dilectionem.
Tu nobis dona fontem lacrimarum Jejuniorum fortia ministra vitia carnis millia retunde framea tua.
Procul a nobis perfidus absistat: Satan a tuis viribus confractus. Sanctus assistat spiritus a tua sede demissus.
Gloria Deo sit aeterno Patri, Sit tibi semper genitoris nate: Cum quo aequalis Spiritus per cuncta Saecula regnat. Amen.
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Alle nostre preghiere le tue divine orecchie,
o Dio, piega, con la tua unica pietà:
accogli i voti dei supplici, te ne preghiamo
noi tuoi servi.
Volgi lo sguardo clemente dal santo tuo soglio con volto sereno, dà luce alle lampade
con la tua luce, scaccia le tenebre
dal nostro petto.
Con la tua molta pietà rimetti i nostri crimini,
lava le nostre immondezze, rompi le catene:
indulgi ai nostri peccati, solleva quanti sono a terra con la tua destra.
Senza di te siamo immersi nella profonda oscurità, cadiamo sotto una
profonda onda d’iniquità: dal tuo braccio siam tratti alle luminose stelle
del cielo.
O Cristo, luce vera, bontà e vita,
gioia del mondo, pietà immensa,
che ci hai salvati dalla morte con il rosso
tuo sangue.
Effondi, ti preghiamo, il tuo amore:
ricolma di fede le nostre menti:
aumenta il lume eterno della carità,
l’amore.
Tu donaci una fonte di lacrime,
guida le asprezze dei digiuni,
respingi i mille vizi della carne
con la tua spada.
Lontano da noi se ne stia il perfido
Satana, distrutto dalle tue potenze.
Ci assista il Santo Spirito, dal tuo
trono mandato.
Sia gloria a Dio eterno Padre,
a te sia sempre [gloria], o Figlio del Padre:
insieme al quale lo Spirito eguale
regna per tutti i secoli. Amen.
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L'inno, come detto ancora presente nel Breviario del 1570, scompare inopinatamente durante la revisione di Papa Clemente VIII del 1602, nella quale al Vespro domenicale è assegnato l'inno Audi, benigne Conditor che si canta nelle ferie. Tra i molti adattamenti musicali di questo inno spicca uno di Tomas Luis de Victoria, uno degli ultimi realizzati prima dello stralcio di questo dalla liturgia romana.
Nella riforma post-conciliare della liturgia delle ore, le prime tre strofe di questo inno sono state riprese per creare un inno "diurno" per l' "Ufficio delle Letture" della II settimana del tempo ordinario, senza alcuna correlazione con l'antico significato quaresimale di questo poema ben significato dalla settima strofa.
L'inno nel Breviario Tridentino originale (Breviarium Romanum ex Decreto Sacrosancti Concilii Tridentini restitutum, Pii V. Pont. Max. iussu editum, Romae, apud Paulum Manutium, 1568, pp. 280-281 [ed. anastatica a cura di M. Sodi e A.M. Triacca, Città del Vaticano, LEV, 2012]).
Si confronti un qualsiasi breviario posteriore per constatare la sparizione.
cfr. Liber Hymnarius, Solesmes, 1983, pp. 235-236,
adattato con il testo completo a cura di N. Ghigi
There is a very good English version of this in the old WESTMINSTER HYMNAL God,of Thy pity unto us thy children; Bend down thine ear in thine own loving-kindness, it is described as being from the Ant-Tridentine Breviary and was translated by that fine versifier and liturgist Allan G.McDougall
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