domenica 28 giugno 2020

Alcune risposte ai "pizzomerlettari"

Archbishop Warham
shocked the Canons of Sarum
by wearing lace
all over the place

E. L. Maskell, Pi in the High

A quanto pare, se in questo bel carme inglese i canonici di Salisbury erano scioccati dal femminilizzante merletto del nuovo Arcivescovo, il nostro post dell'altro giorno ha ottenuto il medesimo effetto su tanti "tradizionalisti" italiani. In modo veramente inaspettato, il noto rotocalco tradizionalista "Messa in Latino" ha ripreso (qui) stralci del nostro articolo, suscitando l'indignazione generale di molti pizzomerlettari in tutta Italia...

Vero è che i tagli non rendevano giustizia all'articolo, ma la qualità dei commenti che vi sono stati apposti non può che far sorridere, per non piangere vista la tragica situazione del mondo tradizionale. A detta di alcuni, il nostro articolo sarebbe calvinista: non ho mai letto che Calvino avesse parlato dei pizzi sui camici, anzitutto perché nel Cinquecento non si usavano, e anche perché per i suoi "servizi" religiosi certo non servivano albe.
A detta di altri, saremmo semplicemente dei pauperisti: peccato che non abbiano letto la parte sugli aurifregi, che non sono certo patacche pauperiste, ma coniugano la preziosità con l'eleganza e soprattutto con il corretto significato degl'indumenti liturgici.
Altri dicono che noi parteggiamo per la sciatteria moderna: ma quando mai? Certamente alla sciatteria moderna non si risponde con un pizzo a macchina ancora più sciatto (qualcuno in risposta all'articolo ha pubblicato un'orrida foto su Instagram, in cui si vede una inguardabile cotta interamente di pizzo plastico artificiale a disegni... la risparmio ai miei lettori).
Altri si limitano a ribadire il costume italico, invocando (letteralmente) 30 centimetri di pizzo sulle maniche e 50 sull'orlo.
Altri ancora, con il classico argomento ad Papam, sostengono che siccome Pio XI e Pio XII hanno indossato camici col pizzo allora la cosa sarebbe sacrosanta: costoro sosterranno che è cosa sacrosanta rinnegare Nostro Signore, siccome l'ha fatto san Pietro (che costoro chiamerebbero più volentieri "primo Papa" piuttosto che "Apostolo").
Senza nemmeno commentare quelli che si sono limitati a poche parole di riprovazione (forse perché si rischierebbe di denigrare il costosissimo merletto di Cantù del loro rocchetto?) o a chi, dall'alto del suo diploma di istituto professionale, ha detto il nostro articolo essere scritto da ignoranti (che strani ignoranti che citano le fonti), espando brevemente la citazione da Esodo XXVIII, 39-40: Stringesque tunicam bysso, et tiaram byssinam facies, et balteum opere plumarii. Porro filiis Aaron tunicas lineas parabis et balteos ac tiaras in gloriam et decorem. Qualcuno, cambiamdo il verbo stringo in texo, ha cercato di far credere che le tuniche fossero di bisso: nulla di più falso! Gli orli (ciò è chiaro dal greco della Septuaginta: καὶ οἱ κοσυμβωτοὶ τῶν χιτώνων ἐκ βύσσου) sono di bisso, la tunica è linea, come detto chiaramente al v. 40.

Prima della considerazione finale, en passant rispondo a un tale che scrive: I responsabili veneziani del sito, vistosamente e orgogliosamente ribelli e disobbedienti alle norme liturgiche regolate dal Motu Proprio Summorum Pontificum... 
La redazione di MiL non ha pubblicato ancora la mia semplice risposta a quel commento: "Le norme liturgiche sono stabilite dalla Quo primum tempore". E sì, siamo orgogliosi di essere tra i pochi in Italia che difendono apertamente l'autentica tradizione liturgica romana, non intaccata dalle riforme del XX secolo, e non si accodano a "libri liturgici del 1962", "forma straordinaria" e quant'altro.

La considerazione finale è che aver provocato tanto scandalo in nome della liturgia non può che aver fatto piacere. Fu pure la parola di Nostro Signore a portare scandalo, del resto. Solamente rende molto tristi, al di là dell'astio nei commenti che sono una costante del poco caritatevole mondo "tradizionalista" che bazzica su certi siti, notare che tale putiferio si sia scatenato attorno a dei pizzi. A quanto pare, abbiamo toccato nel cuore certa gente. E siccome "là dove è il tuo tesoro, ivi è pure il tuo cuore", abbiamo scoperto che per molti il tesoro della Chiesa non sono la sua Fede apostolica e la sua Divina Liturgia, ma del brutto tessuto femminilmente agghindato... Dio liberi!

Per permettere ai miei lettori di rifarsi gli occhi, allego qualche bella foto tratta dal Ceremonial Pictured in photographs delle Alcuin Club Publications, che mostra perfettamente le decorazioni medievali del camice reimpiegate nell'uso liturgico anglo-romano nel XX secolo. Ringrazio per avermele segnalate Mr. Alan Robinson, il quale mi ha pure fatto conoscere la poesia con cui apro l'articolo.





L'intero set fotografico si può visualizzare quiQui invece sono state ricreate modernamente a colori.

5 commenti:

  1. Carissimo Unam Sanctam, pur essendo io uno che senza il "Summorum Pontificum" sarebbe rimasto incagliato negli scrupoli inconsciamente assorbiti dalla ventennale frequentazione del c.d. "novus ordo" (accompagnata da una sempre inconscia adesione "de factu" alla papolatria), devo a Lei (e, prima che a Lei, al friulano d.o.c. Pietro C. ) se ora, sul finire del mio pellegrinaggio terreno, spero di avere conosciuto e - conseguentemente - amato la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica (a onor del vero, fin dal momento della mia conversione ricercata, sia pure a tentoni).
    Perciò, sono completamente solidale con Lei nel compiangere coloro che La hanno insultata su quel sito, la cui frequentazione, a quanto pare, li fa sentire come i due Boanerghes per la loro madre.
    E, visto che il Suo articolo sulla breve storia della papolatria mi ha fatto capire tutto ciò che di essenziale c'era da capire sul tema, spero che, prima di salutare queste plaghe, Lei o Pietro C. scioglierete anche l'ultimo grande interrogativo che mi è rimasto. E lo farete se mi darete il conforto di un vostro scritto esplicativo sui limiti entro i quali il "filioque" - se correttamente inteso - fa parte della vera Fede.
    Sull'argomento, l'idea che mi sono fatto, espressa pedestremente (ma non sono capace di altro), è che ONTOLOGICAMENTE lo Spirito Santo è "legato" solo al Padre, ma pragmaticamente è riconoscibile solo da coloro che riconoscono non solo il Padre anche il Figlio. Un saluto fraterno, in Cristo.

    RispondiElimina
  2. I apologise for writing in English. As far as I know when a Pope attends an Eastern Catholic Liturgy the Creed used does not contain the filioque; surely that says something ? I have read that the phrase does not appear in the Catholic editions of the Byzantine liturgies authorised in Rome.

    RispondiElimina
  3. L'ossessione di certi tradizionalisti con i paramenti effeminati ha dei tratti patologici, si approssima troppo al feticismo. Ne abbiamo parlato più volte: non si può identificare la Tradizione con la prassi deviante degli ultimi secoli...

    RispondiElimina
  4. Inserisco questo commento qui, in caso possa essere del suo interesse. Sembra che ieri domenica il vescovo del Pireo in Grecia celebrasse la liturgia contenuta nel libro VII delle Costituzioni Apostoliche:
    https://www.romfea.gr/enoriaka/37857-arxaioprepis-theia-leitourgia-ton-apostolikon-diatagon-ston-peiraia-foto

    Potendo capire l'interesse per queste liturgie antiche, ciò che non mi torna è l'ossessione per celebrarle al modo del Novus Ordo cattolico, davanti all'iconostasi e uersus populum. A volte sembra che l'Ortodossia greca voglia ripetere tutti gli sbagli del Cattolicesimo...

    RispondiElimina
  5. Gentile Unam sanctam, riprendo in mano il suddetto editoriale per confermarle, a distanza di circa due anni, che la mentalità tradizional-pretesca (mi permettano i lettori di sintetizzarla così) non è cambiata di una virgola. A seguito di discussione on line, si è giunti ad affermare che il barocchismo sia la migliore medicina al protestantesimo.
    Salto il resto, per trarre alcune conclusioni: sì, in alcuni c'è veramente un attaccamento quasi feticista (Dio non voglia!) a pizzi e merletti; e sì, dopo due anni tocca darle ragione anche sul fatto che i cd. sacerdoti lefebvriani (sintetizzo, per carità) non hanno una gran formazione liturgica. Spero che quella teologica sia migliore.

    RispondiElimina