mercoledì 7 marzo 2018

La Divina Liturgia dei Doni Presantificati

Chiesa di san GIorgio dei Greci (Venezia).
Grande ingresso alla liturgia dei Presantificati.
Stampa settecentesca di proprietà di Pietro Chiaranz
Nella tradizione bizantina, nei giorni feriali, per antica tradizione, non si celebra l'Eucaristia, per rispettare il carattere di digiuno e penitenza di questi giorni. Il concilio di Laodicea, al canone LXXIX, infatti, prescriveva che "durante la Grande Quaresima non si offra il pane se non di sabato e di domenica" (questi due giorni infatti vanno esenti dal digiuno, secondo la pristina consuetudine). Cionondimeno, nell'uso bizantino durante la Grande Quaresima viene ugualmente offerta la Santa Comunione, distribuendo l'Agnello consacrato la domenica precedente durante la celebrazione del Vespero feriale, che per tal motivo prende il nome di Vespero (o Liturgia) dei doni presantificati (Λειτουργία τῶν προηγιασμένων τιμίων δώρων). Tale celebrazione è officiata quotidianamente nei monasteri, mentre nelle cattedrali e nelle parrocchie la si celebra solo nei giorni di digiuno per eccellenza, ossia i mercoledì e i venerdì. Tutto questo viene infatti prescritto dai canoni del Concilio Trullano (692), che prescrive la celebrazione del "Sacrificio secondo il rito quaresimale" tutti i giorni tranne sabati, domeniche e la festa dell'Annunciazione. L'ora usuale per questa celebrazione è subito dopo Nona: oltre alla naturale anticipazione delle ufficiature per poter prendere pasto dopo Vespro, ricordo che sovente l'ufficio di Nona e il Vespero venivano celebrati insieme.

Abbiamo le prove che tale liturgia anticamente venisse celebrata in molti gli usi ecclesiastici, ancorché oggi sopravviva solo nel rito bizantino e nel rito romano (limitatamente al Venerdì Santo, però). Peraltro, le origini di questa liturgia paiono, secondo una tradizione diffusa da manoscritti slavi del XVI secolo, proprio romane, attribuendosi la sua composizione iniziale a Papa San Gregorio I Dialogo (Magno), nel periodo in cui egli fu apocrisario papale a Costantinopoli; la cosa pare confermata dalla datazione del più antico manoscritto greco che ci perviene di tale officio (il Barberini 77), che risale all'VIII secolo, ma anche da alcuni elementi tipicamente latini che compaiono in modo inedito in questo ufficio, come per esempio il suono del campanello quando sono portati sull'Altare i Sacri Doni, le frequenti genuflessioni al Santissimo Sacramento, etc.
Nella Biblioteca Vaticana si conservano anche due manoscritti di tale liturgia in siriaco, risalenti al XIV-XVI secolo, ove però viene attribuita a San Basilio. Taluni la fanno invece risalire al rito cattedrale costantinopolitano del VII secolo.

Lo schema della celebrazione pressoché segue, nella sua prima parte, quello di un qualsiasi Vespero. La seconda parte, invece, segue i riti di comunione di una normale Liturgia Eucaristica.
 I parte: riti vespertini
  • Benedizione del celebrante: Εὐλογημένη ἡ βασιλεία τοῦ Πατρός... (Benedetto il regno del Padre...); notare che si tratta della formula con cui normalmente inizia la Divina Liturgia Eucaristica, e non quella dell'ufficio.
  • Preghiere iniziali: Δεῦτε προσκυνήσωμεν καὶ προσπέσωμεν... (Venite, prostriamoci e adoriamo...)
  • Salmo 103 (Εὐλογεῖ ἡ ψυχή μου τὸν Κύριον; Benedici il Signore anima mia) e preghiere segrete vespertine
  • Grande Litania cantata dal diacono (εἰρηνικά)
  • Salmi graduali (119-133): durante la Grande Quaresima, poiché l'intero Salterio viene recitato due volte a settimana, nel Vespero si dicono tutti i 24 salmi graduali, con delle preghiere dopo ogni catisma, mentre nel resto dell'anno si fa una lettura continua divisa nei diversi giorni della settimana.
  • Κύριε ἐκέκραξα (Signore, ho gridato) e salmi vespertini (140, 141, 129, 116) con i tropari e le stichire proprie di ogni giorno
  • Piccolo ingresso con l'incensiere e canto del Φῶς ἱλαρὸν (Luce gioiosa)
  • I prokimenon, lettura dalla Genesi e II prokimenon: durante la Grande Quaresima la prima lettura del Vespro è sempre tratta dalla Genesi (similmente a quanto avviene nel rito romano per i Mattutini), di cui si fa una lettura continuata, per istruire e ammonire i fedeli con i racconti dei primi Patriarchi d'Israele.
  • Il sacerdote poi, tenendo in mano un cero e l'incensiere, canta l'invocazione Σοφία, ὀρθοί e poi, volgendosi al popolo, Φῶς Χριστοῦ φαίνει πᾶσι.
  • Lettura dai Proverbi
  • Preghiera dell'incenso (Κατευθηνθήτω): canto in ginocchio e con prostrazioni del salmo 140 intercalato dal ritornello (Κατευθυνθήτω ἡ προσευχή μου ὡς θυμίαμα ἐνώπιόν σου· ἔπαρσις τῶν χειρῶν μου θυσία ἐσπερινή; Si diriga la mia preghiera siccome incenso al cospetto Vostro, l'elevazione delle mie mani quale sacrificio vespertino), mentre il sacerdote incensa lentamente l'altare e tutta la chiesa
  • Preghiera di S. Efrem il Siro
  • Litanie per i catecumeni e dimissione degli stessi, cantate dal diacono

II parte: riti dei presantificati
  • Grande e solenne incensazione dei doni presantificati, mentre il coro canta il seguente inno: Νῦν αἱ δυνάμεις τῶν οὐρανῶν σύν ἡμῖν ἀοράτως λατρεύουσιν. Ἰδού γάρ εἰσπορεύεται ὁ βασιλεύς τῆς δόξης. (Ora le potenze celesti adorano invisibilmente insieme a noi; ecco infatti che viene il Re della gloria).
  • Grande ingresso con i Santi Doni, che vengono portati all'altare, mentre tutti i fedeli adorano prostrati il Sacrificio incruento e spirituale.
  • Seconda parte dell'inno: Ἰδού θυσία μυστική τετελειωμένη δορυφορεῖται. Πίστει καί πόθῳ προσέλθωμεν, ἵνα μέτοχοι ζωῆς αἰωνίου γενώμεθα. Ἀλληλούϊα (Ecco, viene scortato il mistico sacrificio già compiuto; con fede e amore avviciniamoci, per aver parte alla vita eterna, alleluia).
  • Litania di supplica cantata dal diacono (pressoché identica a quella che si canta dopo il Grande Ingresso in una qualsiasi Divina Liturgia)
  • Canto del Padre Nostro e preghiera sui capi inchinati
  • Elevazione, frazione e incisione del Corpo di Cristo; elevazione del Sangue di Cristo; versamento dello zeon (acqua calda) nel Sacro Calice
  • Preghiere segrete per la Santa Comunione e Comunione del sacerdote, mentre il coro canta il seguente kinonikòn: Γεύσασθε καί ἴδετε, ὅτι χρηστός ὁ Κύριος. Ἀλληλούϊα (Gustate e vedete com'è buono il Signore, alleluia).
  • Distribuzione della Santa Comunione ai fedeli e, alla fine, preghiere di benedizione
  • Salmi di ringraziamento (33 e 144), benedizione e congedo


Video della Divina Liturgia dei Presantificati celebrata a Gerusalemme

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