venerdì 19 maggio 2017

Chiese Veneziane - S. Giacomo dall'Orio (S. Croce, 1587)

L'austera facciata a capanna della chiesa, posizionata anomalamente sul transetto

San Giacomo dall'Orio, chiesa parrocchiale situata nell'omonimo campo nel sestiere di S. Croce, è a diritto considerata una delle più antiche di Venezia: la sua fondazione si riconduce addirittura al 555, come s'evince da un'annotazione di Marin Sanudo, il quale riporta che la scritta 555 apparisse sulla facciata; assai più probabilmente, tuttavia, tale iscrizione sta per l'anno 976.Questa notevole discrepanza cronologica appare poco attendibile solo se non si tiene conto del cosiddetto more veneto, antico calendario vigente nella Repubblica Veneta (giuntovi ancora durante la dominazione dell'Impero Bizantino), che, oltre ad avere un diverso anno alla base del computo, vedeva il capodanno cadere il 1 marzo.
Fonti storiografiche infatti indicano che le prime bonifiche significative del territorio che avrebbero potuto permettere costruzioni impegnative erano state attuate tra il 959 e il 976, pur non pervenendoci alcuna notazione archivistica antecedente al 1000. Dalla zona paludosa circostante, detta luprio probabilmente proviene anche la denominazione della chiesa, dall'Orio; altre fonti più suggestive lo riconducono all'Oriente e alla provenienza del Santo Apostolo Giacomo, altre ancora alla famiglia che ne pagò la costruzione, o alla vicinanza di un rio. La Basilica assunse l'aspetto attuale soltanto nel 1903, in seguito a dei importanti restauri, durante i quali furono rivenuti i resti di un precedente edificio circolare, assieme a frammenti di pavimento, a 60 centimetri al di sotto dell'attuale: a Venezia quello del rialzamento della pavimentazione era un intervento comune (per esempio, nella vicina S. Simeon Grando).


L'interno vede un'armonica convivenza di vari stili architettonici, legati agli interventi susseguitesi nel corso del tempo: della costruzione duecentesca rimane la torre campanaria e la pianta basilicale a tre navate, mentre la copertura "a carena di nave" è di impronta gotica e le decorazioni dell'altare maggiore e della navata centrale sono lombardesche. Infatti la sua  forma attuale, a croce latina con tre navate e transetto, è il frutto di una ricostruzione iniziata nel 1225 per merito delle famiglie Badoer e da Mula, e di successive modifiche intervenute nel corso del XV e del XVI secolo (che introdussero il soffitto a carena di nave).
Alla ricostruzione del 1225 dev'esser ricondotta la presenza di alcuni elementi bizantini, portati dall'Oriente al ritorno dalla quarta crociata, come la famosa colonna di marmo verde con capitello ionico, nota per essere stata elogiata da John Ruskin e da Gabriele d'Annunzio, la quale si crede provenga dal porticato del tempio di Salomone. A questa preziosa "reliquia" era dedicata addirittura una liturgia della Sacra Colonna, officiata solo in questa sede ed integrata successivamente nel rito patriarchino. Il sistema di absidi direzionati verso il campo risalgono al XV° secolo.

Alla parete dell'ingresso si trova l'organo con tre dipinti cinquecenteschi attribuibili ad Andrea Schiavone (Disputa di Gesù, la Chiamata degli Apostoli e il Martirio di San Giacomo). Oltre la Sacrestia Nuova, si trova la Cappella del Sacramento, risalente alla seconda metà del XVI secolo e ristrutturata nel 1753, nella quale si trovano scene della Passione ad opera di Varotari, Tizianello, Del Moro e di Palma il Giovane. Un pezzo di notevole interesse artistico è la cosiddetta Pala di San Giacomo dall'Orio, rappresentante la Vergine con il Bambino tra i santi, eseguita da Lorenzo Lotto nel 1546. Nella cappella absidale si trovano altri dipinti di scuola veneziana e una tela  di Lorenzo Gramiccia.
Dopo la Sacrestia Vecchia, si trova la Cappella di San Lorenzo, decorata da una Vergine in gloria e Santi, del XVIII secolo, San Lorenzo benefica i poveri - Martirio del Santo, opera giovanile di Jacopo Palma il Giovane e sopra l'altare la pala Madonna e Santi attribuita a Giovanni Battista Pittoni. A lato della cappella si trova il battistero e subito a fianco, sulle pareti, un altro lavoro di Palma il Giovane (Cristo confortato dall'angelo).
Le opere di maggior rilievo, inusualmente, sono conservate in particolare nelle sacrestie: Nella sacrestia nuova,a lato del presbiterio sono conservate opere di Paolo Veronese; dalla chiesa di San Sebastiano proviene il quadro di Giovanni Buonconsiglio rappresentante il martire. E' presente infine una piccola Crocifissione di Palma il Giovane. Nella Sacrestia Vecchia sono presenti diverse tele di Jacopo Palma il Giovane, databili attorno al 1575: tutte, a parte La Vergine e i Santi ineriscono al tema veterotestamentario, e in particolare all'Esodo e alla Pasqua d'Israele.

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